Boscaiolo semidecapitato in Alto Adige: “Incidente provocato dall’assunzione di droghe”

La Procura ha escluso l’omicidio. Aaron Engl dopo aver partecipato ad un rave party ha raggiunto da solo la malga dove è stato ritrovato cadavere.

Bolzano – La morte di Aaron Engl, il giovane boscaiolo di 24 anni trovato semidecapitato la mattina del 18 agosto 2024 nei pressi di Malga Raffalt, a 1.600 metri di quota nel comune di Terento (Bolzano), è stata ufficialmente attribuita a un incidente causato da un gesto autonomo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di sostanze allucinogene. La Procura di Bolzano ha escluso l’ipotesi di omicidio, confermando una tesi già avanzata nell’agosto 2024.

Aaron Engl, boscaiolo professionista e residente a Terento, era noto per il suo impegno nel tenere vive le tradizioni locali, come capo degli Schuhplattler, un gruppo di ballo tradizionale, e praticante di ranggeln, una lotta alpina. La sera del 17 agosto 2024, partecipò a un rave party a Barbiano, insieme ad amici e parenti. Durante l’evento, come emerso dalle dichiarazioni raccolte, furono consumate sostanze stupefacenti di vario tipo, incluse allucinogene. Engl, sentendosi male, comunicò il suo stato a diverse persone presenti. Dopo essersi separato dal gruppo, prese un taxi per tornare a Terento, ma non rientrò a casa. Invece, salì sulla sua Mitsubishi Pajero, nel cui bagagliaio custodiva le motoseghe usate per lavoro, e si diresse verso Malga Raffalt, a circa 600 metri dall’alpeggio dove lavorava.


Gli accertamenti sui tabulati telefonici confermarono che nessun altro, tra amici o familiari, seguì lo stesso tragitto. Il cellulare di Engl, trovato in suo possesso, corroborato dalle dichiarazioni dei presenti al rave, hanno portato gli inquirenti ad escludere la presenza di terzi nella zona del ritrovamento.

Alle 9 del 18 agosto, alcuni turisti scoprirono il corpo di Engl in una radura, riverso a terra con una ferita devastante al collo, che lo aveva semidecapitato. Accanto al corpo c’era una motosega professionale Stihl, compatibile con la lesione, e il suo fuoristrada. La scena, descritta come “orribile” dai soccorritori alimentò inizialmente sospetti di omicidio. Le indagini, coordinate dalla pm Federica Iovene, coinvolsero il RIS di Parma e i Carabinieri di Trento per analisi scientifiche.


Engl non indossava la tuta da lavoro, ma jeans e sneakers, dettaglio che escluse un incidente legato alla professione. La motosega, trovata a circa un metro e mezzo dal corpo, era inizialmente sospetta, ma le analisi dimostrarono che funzionava perfettamente, con la catena ferma al momento del ritrovamento, probabilmente per esaurimento del carburante.

L’autopsia, condotta il 19 agosto 2024, stabilì che la causa della morte fu uno “shock neurogeno secondario a decapitazione incompleta”, con decesso quasi immediato. Le analisi tossicologiche confermarono l’assunzione di sostanze stupefacenti, ma con concentrazioni inferiori alla soglia tossica, escludendo un’overdose come causa diretta. Le sostanze, con proprietà allucinogene, avrebbero però indotto uno stato di grave alterazione psicofisica, con effetti che potevano durare ore.

Il RIS di Parma analizzò le tracce ematiche tramite Blood Pattern Analysis (BPA) su motosega, fuoristrada, vestiti e corpo. Tutti i campioni erano riconducibili esclusivamente al DNA di Engl, escludendo la presenza di terzi. Il consulente della Procura ipotizzò che Engl, in stato confusionale, avesse appoggiato la motosega accesa sulla spalla sinistra, attivando accidentalmente l’acceleratore e disattivando il blocco di comando. Le abrasioni su spalla sinistra, fianco sinistro ed emitorace destro, insieme agli indumenti imbrattati di sangue, confermarono questa dinamica. Il medico legale definì l’evento “verosimilmente accidentale”, legato agli effetti allucinatori delle sostanze.

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