Blitz della Polizia postale tra Catania, Ragusa e Siracusa. Otto gli indagati i cui account sono stati geolocalizzati con tecnologie avanzate.
Catania – La Polizia postale ha scoperto che nei computer nascondevano decine di migliaia di file con immagini e video pedopornografici. Per questo motivo in tre sono finiti in manette nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Catania sullo sfruttamento sessuale dei minori online. L’operazione, partita dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) e supportata dalla Child Rescue Coalition, ha portato a otto indagati nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa, con il sequestro di decine di migliaia di file pedopornografici.
L’indagine, avviata dal CNCPO, ha utilizzato tecnologie avanzate per geolocalizzare in Sicilia account utilizzati per condividere e scaricare materiale pedopornografico. Grazie alla collaborazione con la Child Rescue Coalition, un’organizzazione no-profit specializzata nella protezione dei minori, gli investigatori hanno tracciato attività illecite su piattaforme digitali. Gli approfondimenti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania hanno permesso alla Procura etnea di emettere decreti di perquisizione personale e informatica nei confronti di otto indagati, tutti uomini tra i 40 e i 60 anni, di varie estrazioni sociali.
Durante le perquisizioni tre indagati sono stati trovati in possesso di un ingente quantitativo di immagini e video pedopornografici. I dispositivi informatici sequestrati contenevano decine di migliaia di file illegali, portando all’arresto in flagranza di reato. Le misure cautelari, convalidate dai Gip di Catania, Ragusa e Siracusa, confermano la gravità dei reati. Gli altri cinque indagati restano sotto indagine per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, con possibili ulteriori sviluppi.
L’operazione si inserisce in un contesto di crescente allarme per la pedopornografia online, come evidenziato dall’operazione nazionale “Hello” (febbraio 2025), che ha portato a 34 arresti in 56 città italiane, coordinata sempre dalla Procura di Catania. Secondo il procuratore Francesco Curcio, il fenomeno è “in crescita” e richiede misure più incisive, data la difficoltà di superare sistemi di crittografia e archiviazione cloud utilizzati dai criminali.
In Sicilia, il Centro Operativo di Catania ha condotto nel 2024 230 indagini, con 6 arresti e oltre 100 denunce per reati informatici, monitorando 25.000 siti web e inserendone migliaia in blacklist per contenuti pedopornografici. L’operazione “Tabù” (2024) aveva già portato a 9 arresti nazionali, dimostrando l’impegno della Polizia Postale. La collaborazione internazionale, come quella con la polizia croata, ha rafforzato le indagini, identificando reti transnazionali.