Incendio con tre morti a Milano, l’Olanda non ci consegna il responsabile per l’emergenza carceri

Sovraffollamento, suicidi e strutture inadeguate bloccano l’estradizione di Washi Laroo. Trattativa in corso tra ministero e autorità olandesi.

Milano – Le condizioni delle carceri italiane, caratterizzate da sovraffollamento, un elevato numero di suicidi e strutture inadeguate, riportano alla condanna del 2013 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) con la sentenza Torreggiani, che sancì la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea per trattamenti inumani e degradanti.

Questo contesto sta influenzando il caso di Washi Laroo, un 26enne olandese di origini nordafricane accusato di aver appiccato un incendio doloso a Milano nel settembre 2024, causando la morte di tre giovani. Arrestato ad Amsterdam a dicembre 2024 su mandato di arresto europeo, Laroo non è stato ancora estradato in Italia a causa delle preoccupazioni delle autorità olandesi sulle condizioni detentive italiane, come evidenziato dal rapporto 2024 di Antigone.

Washi Laroo è accusato di aver provocato un incendio in uno showroom alla periferia di Milano, dove tre ragazzi di 17, 18 e 24 anni hanno perso la vita. Le indagini, coordinate dal pm Luigi Luzi e dal procuratore Marcello Viola, hanno identificato Laroo come esecutore materiale, mentre Yijie Yao (34 anni) e Bing Zhou (40 anni) sarebbero i mandanti del piano criminale.

La Procura di Milano, pronta a richiedere il giudizio immediato, aveva chiesto la consegna temporanea di Laroo per accertamenti irripetibili, come previsto dal codice di procedura penale. Tuttavia, le autorità olandesi hanno negato il trasferimento, citando il rischio che il giovane, già ricercato nei Paesi Bassi per altri reati, possa essere detenuto in strutture italiane che non rispettano gli standard dei diritti umani.

L’Olanda, come altri Paesi europei, adotta un approccio rigoroso sull’estradizione verso Stati con sistemi carcerari problematici, in linea con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE. La sentenza Torreggiani del 2013, che condannò l’Italia per celle triple con meno di 4 metri quadri a persona e condizioni degradanti a Busto Arsizio e Piacenza, è un precedente che pesa. Il rapporto 2024 di Antigone, descrive una situazione allarmante: al 16 dicembre 2024, le carceri italiane ospitavano 62.153 detenuti contro una capienza reale di 47.000 posti, con un tasso di sovraffollamento del 132,6%. Picchi critici si registravano a San Vittore (225%) e Brescia Canton Mombello (205%), con il 32% degli istituti che non garantivano i 3 metri quadri minimi per detenuto.

Le autorità olandesi hanno condizionato l’estradizione di Laroo alla garanzia che venga detenuto in un istituto che rispetti gli standard della CEDU, come i 4 metri quadri minimi per detenuto stabiliti dal Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT). Il Ministero della Giustizia italiano, guidato da Carlo Nordio, sta negoziando con l’Olanda, ma la situazione è complessa

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa