Israele in fiamme: sette roghi fuori controllo, partiti due Canadair dall’Italia per aiutare i soccorsi [VIDEO]

Oltre 150 squadre di vigili del fuoco in azione, 17 feriti e decine di evacuati. Netanyahu: “Incendio senza precedenti, possibile origine dolosa”. L’Italia invia aiuti tramite la Protezione Civile.

Israele sta affrontando una delle emergenze ambientali più gravi degli ultimi anni. Un’enorme ondata di incendi boschivi, alimentata da venti forti e temperature estreme, ha devastato le colline attorno a Gerusalemme, costringendo all’evacuazione interi quartieri e mettendo in pericolo anche infrastrutture strategiche come ospedali e linee ferroviarie.

Secondo il Servizio antincendio e di soccorso israeliano, 155 squadre di vigili del fuoco sono attualmente impegnate nelle operazioni di contenimento dei roghi, supportate da aerei antincendio tornati operativi con il sorgere del sole. “Non abbiamo ancora il controllo degli incendi”, si legge in una nota rilanciata dal Times of Israel.

Le fiamme si sono propagate in sette località principali, raggiungendo in alcuni casi zone densamente popolate. A Gerusalemme, l’ospedale Ein Kerem ha evacuato i pazienti non in pericolo di vita, mentre la struttura pediatrica Alin si prepara all’evacuazione. Intanto, 17 vigili del fuoco sono rimasti feriti, due dei quali in modo serio.

Il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato lo stato d’emergenza nazionale, annullando le celebrazioni per il Giorno dell’Indipendenza. “Stiamo affrontando forse il più grande incendio mai scoppiato nel Paese”, ha dichiarato, sollevando anche l’ipotesi di atti dolosi.

L’invito di Hamas su Telegram: “Bruciate tutto ciò che potete: boschi, foreste e case dei coloni”

Hamas ha pubblicato su Telegram un messaggio che incoraggia i palestinesi a “bruciare tutto ciò che possono: boschi, foreste e case dei coloni”. “I giovani della Cisgiordania, di Gerusalemme e quelli di Israele hanno dato fuoco alle loro auto… Gaza attende la vendetta dei liberi”, ha scritto Hamas. In precedenza, in un post su Telegram, Jenin News Network ha invitato i palestinesi a “bruciare i boschi vicino agli insediamenti”. Da questa mattina sono in corso incendi giganteschi sulle colline di Gerusalemme che hanno provocato la dichiarazione di ‘emergenza nazionale’.

Le drammatiche immagini dei roghi

Il comandante dei vigili del fuoco di Gerusalemme, Shmulik Friedman, ha affermato che “dopo i primi roghi, sono scoppiati incendi sospetti in altre aree”. Le indagini sono in corso e coinvolgono lo Shin Bet, l’intelligence interna israeliana. Un sospetto piromane è stato arrestato a Gerusalemme Est, mentre i media riportano almeno altri due fermi.

Alcuni gruppi estremisti palestinesi hanno diffuso messaggi di incitamento agli incendi su Telegram e altri canali social, alimentando il sospetto di una regia ideologica dietro la crisi. Tuttavia, al momento non ci sono prove definitive di un’origine terroristica degli incendi.

I danni alle infrastrutture sono ingenti: linee ferroviarie sospese tra Tel Aviv e Gerusalemme, strade chiuse, automobilisti costretti ad abbandonare i veicoli, e centinaia di intossicati dal fumo. Addirittura, l’emittente Channel 12 ha dovuto evacuare la sede di Neve Ilan in diretta, trasferendo le trasmissioni in una sede alternativa.

Italia in prima linea nei soccorsi

In risposta alla richiesta di aiuto inviata all’Emergency Response Coordination Centre dell’UE, il Governo italiano ha inviato due Canadair dei Vigili del Fuoco, decollati questa mattina come parte del programma rescEU-IT. Si tratta di velivoli dislocati in Italia ma pronti a intervenire all’estero per crisi gravi come quella in corso.

Gli equipaggi saranno affiancati da un rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile italiana e da uno del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per garantire il coordinamento con le autorità locali. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha contattato diversi omologhi, tra cui Antonio Tajani, che ha confermato l’attivazione immediata dei soccorsi italiani.

L’intervento italiano si inserisce in un più ampio sforzo internazionale: anche Croazia, Francia e altri Paesi europei hanno offerto supporto per aiutare Israele a contenere una catastrofe che, secondo gli esperti, potrebbe avere ripercussioni ambientali e umanitarie durature.

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