Tra gli imputati, imprenditori considerati vicini ai clan e militari delle Fiamme gialle accusati di aver rivelato informazioni riservate.
Crotone – Il procuratore Domenico Guarascio, in veste di pm della Dda di Catanzaro, ha concluso la requisitoria nel processo Thomas davanti al Tribunale di Crotone, chiedendo 6 condanne, 2 assoluzioni e la prescrizione per altri 3 imputati tra gli 11 a giudizio. Il procedimento, nato dall’inchiesta Thomas del 15 gennaio 2020, ha già portato a 4 condanne nel rito abbreviato e mira a colpire le attività illecite della cosca Grande Aracri di Cutro, accusata di aver influenzato gli appalti pubblici del Comune di Cutro e di aver beneficiato di presunte talpe tra i finanzieri della Guardia di Finanza di Crotone.
L’operazione Thomas, scattata il 15 gennaio 2020 con tre arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Crotone, è stata coordinata dai pm Domenico Guarascio e Paolo Sirleo della Dda di Catanzaro. Le indagini hanno rivelato due filoni principali: quello riferito alle presunte talpe tra i militari delle Fiamme Gialle che avrebbero rivelato informazioni riservate sulle indagini in corso, favorendo i clan di Cutro, Isola Capo Rizzuto e Belvedere Spinello. Tra gli imputati, tre finanzieri accusati di rivelazione di segreti d’ufficio e altri reati.
Il secondo filone riguarda invece direttamente la cosca Grande Aracri, guidata dal boss Nicolino Grande Aracri (detenuto al 41/bis), che avrebbe controllato appalti pubblici del Comune di Cutro, infiltrandosi attraverso imprenditori collusi. In questo ambito l’inchiesta ha portato alla luce un sistema di estorsioni, attentati incendiari e connivenze istituzionali, con ramificazioni a Catanzaro e oltre.
Anche il processo si articola in due principali filoni. Il rito abbreviato si è concluso con 4 condanne, tra cui 6 anni per il collaboratore di giustizia Giuseppe Liperoti, accusato di associazione mafiosa e concorso nell’omicidio di Antonio Macrì (2000), e 3 anni per l’ex finanziere Domenico Ferrara per accessi abusivi a banche dati. Nel dibattimento con rito ordinario, in corso davanti al Tribunale di Crotone, con 11 imputati, tra cui finanzieri, imprenditori e presunti affiliati al clan, il pm ha chiesto 6 condanne. La pena più alta, 12 anni di carcere, è stata avanzata per Ivano Lanzo, presunto referente del clan a Catanzaro, accusato insieme a Giuseppe Celi (8 anni richiesti) di un incendio estorsivo nel 2012.