Le rilevazioni sul sistema di comunicazione protetto arrivano dal collaboratore di giustizia Vincenzo Iuorio, ex affiliato al gruppo Don Guanella del clan Licciardi.
.Napoli – La Squadra mobile partenopea, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, il 23 aprile ha arrestato otto presunti affiliati ai clan Licciardi e Sautto-Ciccarelli, accusati di associazione mafiosa e coinvolgimento nell’omicidio di Domenico Gargiulo, alias “Sicc ‘e penniell”, avvenuto nel settembre 2019. Le indagini hanno rivelato l’uso di sofisticati telefoni criptati di marca Aquarius, di origine russa, con sistemi di sicurezza di livello militare per eludere le intercettazioni. A fornire dettagli cruciali è stato Vincenzo Iuorio, collaboratore di giustizia ed ex affiliato al gruppo Don Guanella del clan Licciardi, guidato da Antonio Bruno, alias “Michelò”. Iuorio ha descritto un sistema di comunicazioni protetto, con l’uso di alias come “Messi” per Gennaro Sautto, figura di vertice del clan Sautto-Ciccarelli.
Secondo le dichiarazioni di Iuorio, rese nei verbali dell’11 e 23 novembre 2020, i clan utilizzavano smartphone Aquarius, acquistati tramite trafficanti di droga al costo di 1.600 euro ciascuno. Questi dispositivi, prodotti da un’azienda russa specializzata in sicurezza informatica, erano dotati di un sistema operativo non convenzionale, progettato per garantire comunicazioni sicure. Le comunicazioni, simili a quelle di WhatsApp, avvenivano solo tramite messaggi per ridurre il rischio di intercettazioni vocali. I telefoni erano protetti da codici che, se inseriti erroneamente più volte, rendevano i dispositivi inutilizzabili, impedendo alle forze dell’ordine di accedere ai dati. I sistemi, descritti come di “livello militare”, complicavano qualsiasi tentativo di decodifica, anche in caso di sequestro.
Iuorio ha sottolineato che i telefoni erano “abbastanza sicuri” e usati esclusivamente per messaggi, una prassi che limitava l’esposizione degli affiliati. Questo sistema rappresentava un’evoluzione rispetto ai BlackBerry, ancora utilizzati dai rivali Amato-Pagano, ma considerati “antiquati”. I dispositivi venivano procurati attraverso canali legati al traffico di droga. Iuorio ha rivelato che gli smartphone erano distribuiti agli affiliati di rango, come misura per proteggere le comunicazioni interne su attività illecite, come il traffico di stupefacenti e la pianificazione di omicidi. L’uso di questi telefoni era parte di una strategia più ampia per contrastare le indagini della DDA, che negli ultimi anni ha intensificato le intercettazioni nei quartieri di Secondigliano e Caivano. Per aumentare la sicurezza, gli affiliati utilizzavano alias nei messaggi. Iuorio ha indicato che Gennaro Sautto, leader del clan Sautto-Ciccarelli, si identificava con il soprannome “Messi”.