Le due donne, una pensionata e l’altra disoccupata, sono state denunciate. Sequestrati 4.725 euro contraffatti, una stampante, due smartphone e un tablet.
Como – Un’operazione dei carabinieri di Tremezzina (Como) ha portato alla denuncia di una madre di 63 anni e della figlia di 37 anni, per falsificazione e spendita di monete falsificate in concorso. Le due donne, una pensionata e l’altra disoccupata, sono state individuate come responsabili della circolazione di banconote false da 5 e 20 euro, utilizzate in esercizi commerciali e sagre sul lago di Como. Nell’abitazione che condividono, i militari hanno sequestrato 4.725 euro in banconote contraffatte, oltre a una stampante, due smartphone e un tablet utilizzati per la loro produzione.
Le indagini sono iniziate a seguito di segnalazioni giunte da organizzatori e commercianti durante alcune sagre sul lago di Como, tra cui feste di paese a Tremezzina e nei comuni limitrofi. Banconote da 5 e 20 euro, prive di filigrana e con lo stesso numero di serie, hanno insospettito i gestori, che hanno allertato i carabinieri. La circolazione di denaro falso era diventata un problema ricorrente, con diversi episodi registrati nell’estate e nell’autunno del 2024, soprattutto in contesti affollati come mercati e eventi locali.
I militari hanno avviato accertamenti, analizzando le banconote sospette e incrociando informazioni su transazioni anomale. Le indagini, supportate da testimonianze e immagini delle telecamere di sorveglianza, hanno permesso di risalire all’identità delle due donne, che operavano in modo apparentemente discreto ma sistematico.
Oggi i carabinieri hanno perquisito l’abitazione condivisa da madre e figlia a Tremezzina, un comune affacciato sul lago di Como noto per la sua bellezza turistica. All’interno, sono state rinvenute banconote false per un totale di 4.725 euro, tutte prive di filigrana e con numeri di serie identici, segno di una produzione artigianale ma organizzata. Le banconote, secondo gli inquirenti, erano pronte per essere spese in piccoli acquisti, una tattica comune per evitare sospetti. Oltre al denaro falso, i militari hanno sequestrato:
una stampante, probabilmente usata per la riproduzione delle banconote, due smartphone e un tablet, contenenti file e applicazioni per la creazione di immagini di alta qualità delle banconote.
La madre, 63 anni, è una pensionata senza precedenti penali, mentre la figlia, 37 anni, è disoccupata. La loro condizione economica, segnata dalla mancanza di un reddito stabile per la figlia, potrebbe aver spinto le due a intraprendere l’attività illecita, sfruttando la facilità di spendere piccole somme in contesti affollati come le sagre. Nonostante l’organizzazione del sistema, gli inquirenti ritengono che le donne agissero a livello locale, senza collegamenti con reti criminali più ampie, come quelle legate alla contraffazione su scala industriale.