A Pettorano sul Gizio, il primo Comune “a misura d’orso”, la convivenza è sinonimo di rinascita

In Abruzzo, un borgo ritorna a crescere grazie a pratiche sostenibili per vivere in pace con i plantigradi. Turisti in aumento e zero danni dal 2020.

Pettorano sul Gizio (L’Aquila) – Pettorano sul Gizio, un piccolo borgo di 1.300 anime in provincia dell’Aquila, è diventato il primo Comune “a misura d’orso” d’Italia, un modello di convivenza pacifica con l’orso marsicano, simbolo dell’Appennino. Grazie a un piano innovativo, il paese ha invertito un drammatico spopolamento, trasformando la presenza degli orsi da problema a risorsa. Recinzioni elettriche, cassonetti a prova di orso e una gestione attenta dei rifiuti hanno azzerato i conflitti uomo-animale, riducendo le incursioni e i danni dal 2020. Il risultato? Un boom turistico, con 2.400 visitatori nel 2024 rispetto ai 250 del 2020, e nuove famiglie trasferite nel borgo, che ora ispira 18 comunità bear-smart in Europa.

Situato nel cuore del territorio dell’orso marsicano, una sottospecie a rischio con meno di 60 esemplari, Pettorano sul Gizio ha affrontato il problema delle incursioni con un approccio sistematico. In collaborazione con Rewilding Appennines e l’associazione Salviamo l’Orso, il Comune ha implementato misure per eliminare le fonti di attrazione alimentare nelle aree urbane.

“Non si tratta di cacciare gli orsi, ma di convivere con loro”, spiega Mario Cipollone di Rewilding Appennines. Tra le iniziative spiccano le recinzioni elettriche per proteggere apiari, pollai e frutteti; i cassonetti e cancelli a prova di orso, per impedire l’accesso ai rifiuti; la raccolta degli scarti alimentari, con frutta caduta rimossa e rifiuti tenuti al chiuso; le campagne di sensibilizzazione, per educare i residenti a non lasciare cibo incustodito. Queste azioni hanno drasticamente ridotto le incursioni: dal 2020, non si registrano danni a proprietà o attacchi agli orsi, un successo che ha cambiato la percezione degli abitanti verso i plantigradi.

Pettorano, come molti borghi appenninici, soffriva di un declino demografico che ne minacciava il futuro. Case vuote, attività chiuse e giovani in fuga verso le città erano la norma fino a pochi anni fa. La svolta è arrivata con il progetto bear-smart, che ha trasformato l’orso marsicano in un alleato. La bellezza del borgo medievale, unita alla possibilità di avvistare orsi in sicurezza, ha attirato turisti da tutta Italia e dall’estero. Dai 250 visitatori del 2020, il 2024 ha visto oltre 2.400 presenze, con escursioni guidate e iniziative culturali che celebrano la natura. Diverse famiglie, attratte dal basso costo della vita e dalla qualità ambientale, si sono trasferite, aprendo nuove attività come B&B e laboratori artigianali.

Il successo di Pettorano ha varcato i confini nazionali, diventando un punto di riferimento per la conservazione della fauna selvatica. Oggi, 18 comunità bear-smart in Europa – da Spagna a Croazia – seguono il suo esempio, adottando pratiche simili per convivere con orsi bruni e altre specie. Il progetto, finanziato in parte da fondi europei e sostenuto da organizzazioni come il WWF, dimostra che la tutela della biodiversità può andare di pari passo con lo sviluppo economico. “Pettorano è la prova che si può rigenerare un territorio senza sacrificare la natura”, sottolinea Fernando Di Fabrizio, presidente di Salviamo l’Orso.

L’orso marsicano, endemico dell’Appennino centrale, è tra i mammiferi più rari d’Europa. La sua sopravvivenza dipende dalla capacità di ridurre i conflitti con l’uomo, spesso causati da incursioni in cerca di cibo. A Pettorano, il monitoraggio tramite fototrappole ha confermato che gli orsi continuano a frequentare la zona, ma senza avvicinarsi alle case. “Gli animali ci sono ancora, ma non creano problemi”, assicura Cipollone. Questo equilibrio ha rafforzato l’immagine del borgo come destinazione ecologica, attirando ricercatori e appassionati di wildlife.

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