Dl polizze catastrofali, Confcommercio: “Bene il rinvio ma ora sciogliere i nodi”

La vicepresidente Credaro: “Occorre utilizzare bene questa finestra temporale per superare le criticità esistenti connessi al nuovo obbligo”.

Roma – “Bene le proroghe in materia di polizze catastrofali ma ora occorre sciogliere i nodi interpretativi e operativi”. “Giusta la scelta di prorogare il termine del 31 marzo per l‘obbligo di sottoscrizione delle polizze anti catastrofali da parte delle piccole e medie imprese e di rinviare le sanzioni per le grandi imprese. Resta, comunque, la complessità di un’operazione di sistema che coinvolge circa quattro milioni di imprese che devono poter valutare e scegliere coperture assicurative di particolare complessità”. Così Loretta Credaro, Vicepresidente di Confcommercio, con incarico per le Politiche Finanza e Assicurazioni, nel corso dell’audizione in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici alla Camera sul disegno di legge “di conversione del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali”.

“Occorre utilizzare bene questa finestra temporale – ha sottolineato Credaro – per sciogliere i nodi tecnico-interpretativi e applicativi connessi al nuovo obbligo assicurativo e mettere in campo un sistema caratterizzato da una efficace applicazione del principio mutualistico e del principio solidaristico”. “In particolare nei casi di locazione di un immobile per l’esercizio dell’attività di impresa (per esempio di un esercizio commerciale) va chiarito su chi ricade l’onere di stipulare la polizza e vanno introdotti meccanismi adeguati sul versante dei premi e dei ristori”. “Va altresì fornita una metodologia unica per la valutazione dei rischi per tutto il mercato. Mentre il sistema tariffario deve differenziarsi nell’ambito della libera concorrenza fra compagnie assicurative”.

La proroga dell’obbligo per le piccole e medie imprese di dotarsi di polizza anti catastrofale è stata decisa dal Cdm, a quanto si apprende, sarà differenziato a seconda della dimensione delle imprese. Il termine è differito al primo ottobre 2025 per le medie imprese e al primo gennaio 2026 per le piccole e micro imprese. Rimane invece fermo al primo aprile il termine per le grandi imprese, per le quali non scatteranno però le sanzioni: per ulteriori 90 giorni non si terrà infatti conto dell’eventuale inadempimento dell’obbligo di assicurazione nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.    

“Bene la proroga sull’obbligo della polizza anticatastrofe per le imprese. Ma ci sono ancora molti nodi da sciogliere per fare chiarezza sulla norma e spingere sul fronte della prevenzione e della messa in sicurezza del territorio, anche con un piano strutturale di interventi. Sono questi i punti principali sottolineati dal Vicepresidente dell’Ance, Stefano Betti, nel corso dell’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione del decreto che contiene misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali.

“L’obbligo di polizze catastrofali può, infatti, rappresentare un utile strumento nell’ambito delle politiche di riduzione degli effetti negativi dei rischi naturali e dei cambiamenti climatici, ma ha necessità di essere attuato con ragionevolezza ed efficacia”, ha detto Betti considerando che l’Italia, per la sua conformazione geografica e morfologica, è tra i Paesi più esposti al rischio di eventi naturali, in particolare terremoti e dissesti idrogeologici, e che negli ultimi anni la crisi climatica ha aggravato ulteriormente la situazione, aumentando la frequenza e l’intensità delle alluvioni e provocando danni sempre più rilevanti all’ambiente e all’economia. In linea anche con quanto affermato dalla Banca centrale Europea, si ritiene che le assicurazioni facilitino la ricostruzione consentendo alle imprese di riprendere la propria attività in tempi brevi.

Questo si traduce in una significativa mitigazione dei danni economici complessivi, in una riduzione dei rischi per la stabilità finanziaria e in un alleggerimento dei costi a carico dei contribuenti per le perdite non coperte. Ciononostante, i dati europei, come rimarcato dalla stessa BCE, rivelano che solo un quarto delle perdite causate da eventi climatici estremi risulta assicurato. C’è da considerare, inoltre, il fattore economico: secondo i dati del Rapporto Ance-Cresme, mentre la spesa per riparare gli eventi sismici è rimasta costante (2,7 miliardi nel periodo 2009-2023 contro 3,1 dei periodi precedenti), la spesa per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico è triplicata da una media annua di 1 miliardo, precedente al 2009, a 3,3 miliardi nel periodo 2009-2023.

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