Continuano le operazioni antidroga in carcere: dalla “roba” nei cibi ai droni

Il Sindacato di polizia penitenziaria parla dell’ultimo sequestro al San Donato di Pescara, meno di 100 grammi di stupefacenti tra cui cocaina e hashish.

Roma – “Moltissimi i sequestri di droga messi a segno in Italia, l’ultimo dei quali nel carcere di Pescara, dove sabato scorso i baschi blu hanno portato a compimento l’ultima grande operazione antidroga”. Lo ha dichiarato il vicesegretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), Mario Nardella, sottolineando che sabato scorso sono stati sequestrati al carcere San Donato di Pescara meno di 100 grammi di sostanze stupefacenti tra cui cocaina e hashish.

“I metodi utilizzati dagli spacciatori di morte sono sempre gli stessi e di nascondigli se ne adottano tanti – ha aggiunto il sindacalista -. Parti intime, droni, pacchi postali rappresentano le vie più seguite. Tutte situazioni fortemente attenzionate per quel che possono dai pochi agenti operativi. A Pescara la tendenza si è invertita grazie al nuovo provveditore Giacinto Siciliano e ai suoi diretti collaboratori”.

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I modi per introdurre droga e telefonini sono svariati. Nel cibo, oppure attraverso i droni. E ancora, la “roba” fa il suo ingresso in carcere attraverso le visite di parenti e amici, oppure con il lancio dall’esterno di palline o involucri appesantiti, contenenti sostanze stupefacenti. Altre volte vengono lanciati dei pacchettini che finiscono sui terrazzini: attraverso rudimentali strumenti formati da mazze a cui vengono attaccati specchi per localizzare gli involucri. Pacchetti recuperati spesso usando scope e fili. Molte volte si è scoperta droga nelle suole, oppure nelle scarpe, negli orli dei pantaloni e di altri capi di vestiario o nella schiuma da barba. 

Classico è il caso di droga nel chewing gum che attraverso il bacio del saluto alla fine dei colloqui, passa dal familiare al detenuto e che poi viene subito inghiottito prima della perquisizione da parte del personale, per poi recuperarlo in seguito. Altro stratagemma usato è quello della posta in cui la droga è mischiata alla colla per attaccare i francobolli, oppure si trova in micro granuli ben dissimulati nelle lettere. E ancora, l’escamotage di bagnare un indumento (jeans, magliette e altro) in una soluzione di acqua e stupefacente, farlo asciugare per poi consegnarlo al detenuto che invertendo l’operazione e facendo evaporare l’acqua, riesce a ricavare la sostanza. Cocaina e eroina entrerebbero anche mischiate nelle vivande cotte che i familiari portano ai detenuti.

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