Tre movimenti tellurici nella mattinata avvertiti fino alla costa. Nessun danno a persone o cose è stato segnalato.
Catanzaro – Non accenna a fermarsi lo sciame sismico che da giorni tiene in apprensione il Catanzarese. Questa mattina, alle 5.03, la Sala Sismica dell’INGV di Roma ha registrato una scossa di magnitudo 3.3, con epicentro a un chilometro da Amato e ipocentro a 10 chilometri di profondità. Il terremoto, distintamente percepito non solo nel centro storico di Catanzaro ma anche nella zona costiera, è stato seguito da altri due eventi: uno alle 6.37, sempre ad Amato, di magnitudo 2.7, e un altro alle 7.03 a Marcellinara, di magnitudo 2.0. Nessun danno a persone o cose è stato segnalato.
La scossa di questa mattina è la seconda per intensità dall’inizio della settimana, eguagliata solo da un evento simile di magnitudo 3.3 registrato giovedì 20 marzo. Il picco dello sciame sismico, però, resta la scossa di magnitudo 3.4 di lunedì scorso, che aveva fatto tremare il capoluogo e i comuni vicini. Anche nella giornata di ieri la terra aveva continuato a muoversi, con scosse di minore entità avvertite fino a Catanzaro, ma senza raggiungere la soglia dei 3 gradi. La frequenza degli eventi, tutti superficiali e concentrati tra Amato, Marcellinara e zone limitrofe, sta tenendo i residenti col fiato sospeso.
Il sisma delle 5.03 è stato percepito con chiarezza in un’area più ampia rispetto alle precedenti scosse minori. A Catanzaro, sia nel cuore storico che nei quartieri costieri come Lido, molti cittadini si sono svegliati di soprassalto. La vicinanza dell’epicentro – appena una decina di chilometri dal capoluogo – e la profondità ridotta hanno amplificato la sensazione del movimento tellurico, pur senza causare conseguenze materiali. Le autorità locali, in coordinamento con la Protezione Civile, continuano a monitorare la situazione.
Gli esperti dell’INGV confermano che lo sciame sismico rientra nella normale attività della Calabria, una delle regioni italiane a più alta pericolosità sismica. La zona del Catanzarese, attraversata da faglie attive, è abituata a sequenze come questa, ma la concentrazione di eventi in pochi giorni desta comunque attenzione.