L’ultimo numero del noto settimanale di cronaca nera e fatti di gente comune è stato distribuito il 15 gennaio scorso, poi la chiusura. Nei tempi d’oro dell’editoria italiana il periodico vendeva oltre 600mila copie.
MILANO – Fine indecorosa per uno dei periodici più popolari della carta stampata. Cronaca Vera ha chiuso i battenti in sordina e l’ultimo numero, il 2733 del 15 gennaio 2025, è rimasto abbandonato sugli scaffali di edicole e supermercati. Nemmeno un avviso ai lettori, men che meno una comunicazione a giornalisti e collaboratori. La nota rivista settimanale (iscritta al Tribunale di Milano n. 295, 15 settembre 1969) è stata fondata dall’imprenditore Sergio Garassini, già editore del mensile Kent, negli anni ’60 e aveva la redazione in via Carlo Ravizza 54 a Milano.
La direzione veniva affidata ad Antonio Perria, già caporedattore di ABC, ex inviato di cronaca nera del quotidiano L’Unità, e affermato autore di libri gialli. Il progetto grafico, inconfondibile, era stato realizzato da Maurizio Bovarini, illustratore e autore di famosi fumetti e già collaboratore di Kent. Il noto grafico curerà il disegno di Cronaca Vera fino al 1987, sostituendo anche Antonio Perria come direttore responsabile della nuova serie, edita dal 1972, quando la prima casa editrice veniva posta in liquidazione. L’editore, poi amministratore della Wilson Edizioni, aveva creato un settimanale a misura d’uomo, vicino ai lettori tanto da raccontarne, spesso, le vicende private senza però trascurare i grandi casi di cronaca nera che divisero gli italiani in colpevolisti e innocentisti, come si diceva all’epoca.

Cronaca Vera ha conservato negli anni il bianco/nero (per poi passare in quadricromia) e la caratteristica ragazzotta dagli abiti succinti, ma mai nuda, in copertina. La carta utilizzata, prima di bassa qualità poi riciclata, si discostava di molto dalle note riviste patinate degli anni ’70 e ’80 ma il prodotto editoriale sortiva gli effetti sperati: un successo senza precedenti che permetteva al periodico più bistrattato del Bel Paese di vendere anche più di 600mila copie ogni sette giorni. Un boom in edicola che spesso superava le copie vendute dei grandi quotidiani nazionali e delle più accreditate riviste concorrenti. Cronaca Vera poteva contare su numerosi giornalisti dipendenti, decine e decine di giornalisti collaboratori, fotografi e diverse agenzie di stampa.
Oltre ai servizi di due pagine riguardanti le disavventure di ignoti cittadini, storie incredibili di miracoli ad opera di santoni e falsi carismatici, di avventure erotiche di attricette sconosciute e di vicende ai limiti dell’inverosimile, il settimanale affronterà i grandi delitti (lo scoop delle confessioni di Valpreda: per la prima volta il testo completo dei verbali d’interrogatorio dell’anarchico imputato per la strage di Milano), dagli Anni di Piombo e le grandi stragi sino al Mostro di Firenze, tanto per fare un solo esempio, diventando ben presto precursore degli odierni programmi come Quarto Grado, Pomeriggio Cinque, ed altri anticipando anche una rubrica sulle persone scomparse a cui verrà dato il nome di “Dove sei?”, titolo poi ripreso dal compianto Enzo Tortora per la sua celeberrima trasmissione “Portobello” che anticipava di anni “Chi l’ha Visto?”.

Negli ultimi anni la pubblicazione ha affrontato tematiche mafiose, ecologiche e di tutela ambientale spesso raccontando il disagio sociale in tutte le sue forme seguendo l’evolversi delle vicende nel tempo. Non sono mai mancati servizi retrospettivi su vari argomenti culturali, come arte, fumetti e cinema. I lettori di Cronaca Vera, con l’evolversi di internet e di una televisione sempre più propensa a raccontare storie di cronaca nera, sono andati diminuendo negli anni in maniera fisiologica mantenendo però in vita il “loro” giornale preferito a cui inviavano migliaia di lettere l’anno con le richiesta più impensate: dalla pubblicazione degli auguri per un compleanno sino alla foto del detenuto di turno in cerca dell’anima gemella dopo avere scontato la pena.
Dal 1996 il settimanale veniva ceduto alla casa editrice Edicronaca Srl di proprietà dell’imprenditore edile Giuliano Cimarra, e sarà diretto dal pubblicista Giuseppe Biselli. Nel 2015 le storiche foto in bianco e nero verranno sostituite da immagini a colori. E anche le avvenenti ragazze in lingerie spariranno dalla copertina per dare spazio a numerosi richiami legati ai principali fatti di cronaca presenti all’interno della pubblicazione. Entrambe le scelte non si riveleranno fortunate. Nel giugno del 2014 Cronaca Vera passerà alla casa editrice New Message Uno Srl, che vedeva come amministratore il compianto Carmine Uberto Frascerra, un tempo a capo anche della MePe Spa, distribuzione periodici (non più in attività), scomparso nel gennaio scorso. Il settimanale, privato anche di una redazione “fisica” e impaginato dalla TeaserLab Srl, facente riferimento allo stesso direttore responsabile Biselli, amministratore della medesima società che si occupa anche di altre pubblicazioni, è stato poi distribuito dalla Sodip Spa (che già lo portava in edicola negli anni d’oro dell’editoria italiana) sino all’ultimo numero.

Gli stampatori, invece, sono stati diversi: Arti Grafiche Boccia Spa di Salerno è stato l’ultimo. Sia i lettori che i collaboratori, ai vari livelli, del “glorioso” periodico non hanno ricevuto alcuna comunicazione di cessazione della pubblicazioni nonostante gli editori accampassero da tempo grossi problemi economici, attesi i debiti contratti dalle due ultime società editoriali, strette da accordi mai resi noti alle maestranze del settimanale. Stessa cosa per quanto riguarda i bilanci, la tiratura e le vendite reali. Nessuna delle compagini editoriali che si sono susseguite ha mai inteso chiedere i contributi pubblici. E dire che tranne quelli dell’assetto societario il giornale aveva tutti i requisiti, forse più di altri, per chiedere il sostegno statale riservato alla carta stampata. Al momento non si sa nulla in merito al destino della storica Testata già destinata all’oblio dalla miopia, e non solo, di chi la gestiva.