Animali torturati e decapitati. Ispezioni pilotate dell’Asl per coprire la gestione degli esperimenti finanziati dal Ministero.
Catanzaro – Animali maltrattati e decapitati nei laboratori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, all’interno di progetti finanziati dal Ministero della Salute. Le ispezioni dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) sarebbero state manipolate per evitare critiche sulla gestione degli esperimenti, condotti spesso senza rispettare le normative, in stabulari con gabbie sporche e condizioni igieniche precarie.
Un’inchiesta della Procura, avviata grazie alle indagini della Guardia di finanza, ha portato al sequestro dei laboratori. Undici persone sono state arrestate e ventuno risultano indagate, tra cui docenti universitari, ricercatori e funzionari dell’Asp. I reati contestati includono associazione a delinquere, corruzione, falsificazione, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali.
Tra gli indagati posti agli arresti domiciliari figurano l’ex rettore Giovambattista de Sarro, responsabile scientifico di alcuni progetti di ricerca, e Domenico Britti, presidente del comitato interno per il benessere animale. Coinvolti anche Giuseppe Caparello, presidente dell’Ordine dei medici veterinari e dirigente dell’Asp, Fabio Castagna, veterinario dello stabulario di Roccelletta di Borgia, e Rita Citraro, docente e sperimentatrice.
Coinvolti anche Nicola Costa, ex veterinario dello stabulario di Roccelletta, Antonio Leo, docente dell’Ateneo, e altri veterinari come Giovanni Loprete, Ernesto Palma, Anselmo Poerio e Giuseppe Viscomi. Un provvedimento di sospensione per 12 mesi è stato emesso nei confronti di Luciano Conforto, altro veterinario dell’Asp.
Sigilli sono stati apposti a due stabulari adibiti alla sperimentazione animale. Inoltre, sono stati sequestrati 23.222,17 euro a due indagati, considerati proventi della truffa ai danni dello Stato. Tra i coinvolti anche un luminare come Ciro Indolfi, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, indagato per maltrattamento di animali nell’ambito di un progetto di ricerca.
Le dichiarazioni raccolte dagli investigatori descrivono scene drammatiche: animali vivi, tra cui ratti e altre cavie, venivano torturati, sbattuti contro le pareti o decapitati senza anestesia. Un operatore ha riferito che le gabbie erano costantemente sporche e la pulizia veniva lasciata al personale nonostante fosse compito dello stabularista. Interruzioni di corrente durante il weekend alteravano l’alternanza di luce e buio necessaria agli animali.
Un’altra testimonianza evidenzia che non sempre venivano seguite le procedure di soppressione. Alcuni animali erano decapitati senza essere sedati, causando l’agitazione degli altri esemplari, con possibili conseguenze sui risultati delle ricerche. Si riporta persino un caso in cui un animale sarebbe stato scagliato contro un muro per sopprimerlo.
I rapporti corruttivi tra alcuni indagati sarebbero emersi, tra l’altro, nell’ambito della redazione delle graduatorie finali di alcuni concorsi in ateneo: in un caso era stata dichiarata vincitrice la figlia di uno degli indagati, dirigente dell’A.S.P. di Catanzaro, nonché nel riconoscimento di somme di denaro – quale prezzo della corruzione – ad un veterinario dell’A.S.P. di Catanzaro, in virtù dei numerosi incarichi di docenza illecitamente ottenuti presso l’università, in cambio del sistematico esito positivo delle visite ispettive dallo stesso svolte presso i laboratori scientifici.