L’INGV fa il punto sugli eventi sismici accaduti nello scorso anno: un’analisi dettagliata dei fenomeni e delle zone più colpite.
Roma – Sono 16.826 i terremoti localizzati nel 2024 dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV): in media poco più di 46 eventi sismici al giorno (due in più rispetto al 2023), circa due terremoti all’ora. Una tendenza in linea con i dati degli anni precedenti: dal 2019, infatti, il numero totale dei terremoti localizzati nel nostro Paese si mantiene stabile tra i 16.000 e i 17.000 eventi sismici annui, in calo rispetto al triennio 2016-2018 quando l’Italia centrale venne interessata
dalla sequenza sismica iniziata con il forte terremoto di Accumoli (RI) del 24 agosto 2016.
I numeri del 2024 sono stati rilasciati in queste ore dai sismologi dell’INGV che, come ogni anno, hanno analizzato H24 i terremoti registrati in Italia e nelle aree limitrofe dalle Sale di Sorveglianza dell’Istituto a
Roma, Napoli e Catania. Il 2024 si è confermato un anno sismico per l’Italia. Il terremoto più significativo dell’anno si è verificato a Pietrapaola, in Calabria, con una magnitudo di 5.0. L’Emilia-Romagna si è confermata la regione con il maggior numero di terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.0, seguita da Calabria e Sicilia. L’INGV, attraverso la sua Rete Sismica Nazionale, monitora costantemente l’attività sismica del territorio italiano.
Nel 2024 la RSN ha localizzato alcuni eventi di magnitudo pari a 0.0 e addirittura uno di magnitudo (Richter) negativa (-0.1), quest’ultimo il giorno 30 settembre a pochi chilometri da Scheggia, al confine tra Umbria e Marche. In questo settore dell’Appennino l’INGV dispone di una rete di sismometri molto fitta, che consente di localizzare terremoti molto piccoli. Anche i due terremoti di magnitudo calcolata 0.0 sono avvenuti nell’Appennino umbro-marchigiano. L’aumento degli eventi di così piccola magnitudo rispetto al 2023 è un segnale del continuo miglioramento della Rete Sismica Nazionale dell’INGV.
“Il servizio di sorveglianza sismica che l’INGV svolge assicura la comunicazione dei parametri degli eventi sismici in tempi brevi alla Protezione Civile e al pubblico“, commenta Lucia Margheriti, Direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT) dell’INGV. “Siamo orgogliosi di svolgere questo compito e di
fornire alla comunità scientifica i dati di base per migliorare la comprensione del processo sismogenetico. Puntiamo a migliorare sempre di più i servizi, i prodotti e la nostra comunicazione”. La sismicità del 2024 è raccolta in una mappa interattiva disponibile sul Blog INGVterremoti. Tutti i terremoti evidenziati sulla mappa possono essere interrogati dall’utente per conoscerne i relativi parametri: magnitudo, profondità e area epicentrale.
Secondo dati diffusi a dicembre, dal 1968, anno del terremoto della Valle del Belice, il nostro Paese ha stanziato oltre 135 miliardi di euro, di cui 20 andranno spesi da qui al 2047, per far fronte ai danni provocati dagli 8 terremoti distruttivi che hanno colpito la penisola negli ultimi 60 anni. Dati snocciolati durante la settima edizione della ‘Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica’. Secondo il report 12 milioni di edifici utilizzati per uso residenziale sono stati costruiti prima del 1971, il 57% del totale, e meno del 3% di tutti gli immobili censiti è stato costruito a partire dal 2008, momento in cui le norme tecniche per le costruzioni hanno iniziato a focalizzarsi considerevolmente sulla prevenzione sismica. Se poi andiamo a guardare lo stato di salute di questi edifici, complessivamente solo il 32% dell’intero costruito a scopo abitativo si trova in ottime condizioni (percentuale che scende intorno al 20% se si considerano solo gli immobili costruiti prima del 1960).