Una soluzione innovativa che agisce automaticamente nelle chat scolastiche grazie ad un algoritmo.
Una soluzione innovativa, frutto della partnership tra Università di Padova e Fondazione Carolina, grazie realizzato grazie al contributo di Fondazione TIM, che agisce automaticamente nelle chat scolastiche grazie ad un algoritmo che rileva il grado di esposizione al rischio di cyberbullismo nelle conversazioni digitali all’interno del gruppo classe.
Un modello di intelligenza artificiale elaborato dal Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia, Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università degli Studi di Padova che si affianca all’esperienza, all’ascolto e al supporto al mondo della scuola dagli esperti di Fondazione Carolina.
Il progetto di ricerca, vincitore della Call for Ideals 2023 di Fondazione TIM, agisce nel rispetto dell’anonimato, ed è in grado di quantificare, grazie ad una metodologia scientifica di analisi del linguaggio naturale, i rischi legati all’insorgere di condotte aggressive o discriminatorie tra pari. Una “sentinella” digitale che fornisce agli insegnanti e agli educatori la misura delle implicazioni del linguaggio nei messaggi quotidiani tra studenti, attraverso un punteggio in grado di poter stabilire il coinvolgimento dei servizi del territorio o, laddove necessario, l’attivazione di una task force di assistenza dedicata.
Primi risultati della sperimentazione dell’Applicazione: il 70% degli studenti non sa riconoscere quando è a rischio di esposizione al cyberbullismo.
Si è appena conclusa la sperimentazione del progetto Net Guardian, che ha coinvolto 97 studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Zaccaria di Milano, in cui è emerso come il 70% degli studenti coinvolti nella sperimentazione, quando si trovano ad usare una chat online, non riescano a valutare se ciò che sta avvenendo nella chat stessa possa portare ad un’esposizione al cyberbullismo, anche quando il rischio stesso è presente ed è alto.
“Questa scarsa capacità nel valutare le produzioni di testo online, porta gli studenti a sottostimare le situazioni in cui si possono trovare quando utilizzano le piattaforme social – riporta il Prof. Gian Piero Turchi, responsabile scientifico del progetto – il 53% degli studenti che si sono trovati in una situazione di massima esposizione al rischio di cyberbullismo, ha valutato un rischio basso o medio”.
La sperimentazione mette in luce come, in situazioni di forte esposizione al cyberbullismo, proprio perché non sono in grado di riconoscerne e valutarne il rischio, sia altamente improbabile che gli studenti chiedano l’intervento di insegnanti o genitori, rendendo complessa l’intercettazione di casi in una fase di rischio ancora contenuta.
“Il valore distintivo del progetto è quello di analizzare le chat in tempo reale e valutare il grado di esposizione al rischio di cyberbullismo – Teresa Camellini, Responsabile del Progetto Netguardian- intercettando i casi prima che sfocino in assetti con conseguenze che possono comportare anche gravi episodi di violenza sia nei confronti propri che di terzi, senza attendere che sia lo studente a esporsi e denunciare l’accaduto”.
Una soluzione innovativa e concreta che risponde ad una precisa esigenza, riassunta dal Segretario generale di Fondazione Carolina. Ivano Zoppi: “In tema di sicurezza e di benessere digitale, non bastano più strumenti e che intervengono una tantum, oggi è più che mai necessario agire nella logica della quotidianità, perché il cyberbullismo è frutto di condotte e indifferenze che se ignorate possono portare a gravi conseguenze”. In questa logica, Netguardian rappresenta una risorsa che agevola linguaggi e relazioni tra pari più consapevoli. “Non solo, grazie alla possibilità di intervenire tempestivamente a fronte di segnalazioni scientificamente validate – aggiunge Ivano Zoppi – questa tecnologia consente di garantire quel supporto continuo ad una comunità educante che, alle giuste occasioni di prevenzione, deve accompagnare servizi mirati e tempestivi a fronte di contesti, come quelli scolastici, dove il bullismo, nelle sue varie declinazioni, è già presente”.
Un valore aggiunto importante, considerando che le principali statistiche attestano che oltre il 50% degli studenti è stata vittima, almeno una volta di violenza online. Una percentuale che aumenta sensibilmente allargando il campo anche alle occasioni in cui i ragazzi siano coinvolti, anche solo indirettamente, in episodi analoghi. I dati raccolti sul campo dagli educatori di Fondazione Carolina confermano che 3 minori su 4, dagli 11 ai 17 anni, hanno vissuto, personalmente o come testimoni, esperienze legate all’utilizzo scorretto o inconsapevole del Web.