Multe stradali: aumenti congelati anche nel 2025 con il decreto Milleproroghe

Il governo doveva varare l’adeguamento entro il 1 dicembre, mossa che avrebbe portato gli importi delle sanzioni a salire attorno al +6%.

Roma – Dopo lo stop alle multe per i no vax, è arrivato anche quello al rincaro delle multe stradali, che non si rivaluteranno neanche nel 2025 appena iniziato. Il decreto Milleproroghe approvato a dicembre in Cdm ha fatto slittare anche per il 2025 l’aggiornamento biennale all’inflazione delle multe stradali previsto dal Codice della strada. Il governo avrebbe dovuto varare l’adeguamento entro il 1 dicembre scorso, mossa che avrebbe portato gli importi delle sanzioni a salire attorno al +6% a partire dal 1 gennaio, con effetti da +3 a +51 euro a multa se si considerano le infrazioni più comuni. L’esecutivo ha quindi deciso un’ulteriore proroga “in considerazione dell’eccezionale situazione economica”, come avvenne già nei due anni passati.

L’aggiornamento biennale delle sanzioni pecuniarie è previsto dall’articolo 195, comma 3, del Codice (decreto legislativo n. 285 del 1992). Si prevede, come detto, che ogni due anni gli importi debbano essere adeguati sulla base dell’intera variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) registrata dall’Istat. L’aggiornamento è fermo dal 2022, perché poi la legge di Bilancio aveva scongiurato l’incremento negli ultimi due anni, con la sospensione fino alla fine del 2024, motivato con l’eccezionale situazione economica derivante dall’emergenza sanitaria e dalla crisi energetica. Ebbene è arrivata una nuova proroga anche per il 2025.

autovelox

Quella delle multe agli automobilisti è una voce importante nei bilanci degli enti locali. Nei primi undici mesi dell’anno (periodo 1 gennaio-5 dicembre 2024) gli incassi derivati dalle multe stradali a favore degli Enti locali ammontano a più di un miliardo e mezzo di euro (1.585.899.750 euro), una cifra resa nota dal Codacons analizzando i proventi dei Comuni relativi proprio alle violazioni stradali. Dai dati del Codacons è emerso che la Regione che ha incamerato di più è la Lombardia, con 348 milioni di euro, seguita dal Lazio – che ha ottenuto 130 milioni – e dall’Emilia-Romagna, con 129 milioni. La città che ha incassato di più è Milano con 128,7 milioni, seguita da Roma (88 milioni) e Torino (43,7 milioni).

I piccoli comuni con meno di 5mila abitanti hanno raccolto grazie alle sanzioni stradali elevate nel 2024 la bellezza di 72,7 milioni di euro, cifra che sale a 93 milioni se si considerano anche le municipalità tra i 5mila e i 10mila abitanti. Oltre 410 milioni, invece, sono stati gli incassi totali delle amministrazioni con più di 250mila abitanti. Il Codacons esprime soddisfazione: “Gli automobilisti sono salvi da nuovi rincari, ma non vorremmo che il governo decidesse poi di recuperare nel 2026 tutti i mancati aggiornamenti degli ultimi anni, perché un simile provvedimento rappresenterebbe una maxi-stangata a carico degli italiani”.

Assoutenti spiega che “si evita l’aumento del 6% degli importi delle sanzioni stradali, percentuale che sarebbe potuta salire al 17,6% qualora il governo avesse optato per adeguare l’intero periodo di mancato aggiornamento delle sanzioni, che va dal 2020 al 2024”. L’Unione Nazionale Consumatori parla di “ottima notizia, ma non basta. Il rincaro delle multe non si deve sospendere ma annullare. Perlomeno si specifichi che nel 2026 scatterà solo l’aggiornamento biennale relativo al 2024 e al 2025, azzerando tutti i precedenti adeguamenti sospesi e facendo ripartire un nuovo conteggio, altrimenti rischiamo di ritrovarci in un colpo solo il rialzo di 5 anni, visto che la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 aveva già sospeso il biennio precedente”.

La questione dell’aumento delle multe è quindi al momento rimandata. Potrebbe avvenire dal gennaio 2026 e l’importo sarà tarato sui dati Istat di novembre 2025, che in genere vengono diffusi a metà dicembre. Il timore delle associazioni dei consumatori è un effetto cumulativo. In mancanza di ulteriori proroghe di sospensione, gli scenari che si profilerebbero sono due: un aggiornamento biennale degli anni 2024 e 2025 (come proposto da Unc) oppure una somma a ritroso che tenga conto anche degli adeguamenti sospesi dal 2022. Nel primo caso si stima un aumento intorno al 2,5%. Nell’ipotesi peggiore di cumulo, l’aumento potrebbe sfiorare il 17-18%.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa