Non per tutti il Natale è sinonimo di gioia. Ecco le cause del malessere natalizio e i consigli della psicologia per superarlo con serenità.
Altro che festa, a Natale molti si sentono afflitti! Il Natale, la festa che sia la tradizione popolare che il consumismo sfrenato degli ultimi 50 anni, celebrano come momento di pace e bontà. Ma non tutti hanno voglia di festeggiare. Molti sono afflitti da quella che negli USA è definita “Christmas Blues”, ossia la depressione di Natale. E’ più frequente in inverno e correlata al Natale per le caratteristiche della stagione: riduzione delle ore di luce, più ampio periodo di buio, freddo, umidità.
Ma non è questione solo di chimica e condizioni atmosferiche, ma di fattori più profondi. L’allegria e la gioia manifestate dalla moltitudine delle persone sembra quasi imposta, perché si è, praticamente, assaliti e fagocitati dall’atmosfera natalizia. Pare che non ci si possa sottrarsi. Chi è “fuori dal coro”, finisce per avvertire malessere e insofferenza, a meno che non si dedica all’eremitaggio. La psicologia sempre pronta a soccorrerci, una sorta di “pronto soccorso delle emozioni”, ha considerato questo stato d’animo analogo al “Disturbo Affettivo Stagionale”, che sembra volare via, come le festività, dopo l’Epifania. La psicoterapia offre diversi strumenti per affrontare questo periodo di tormenti interiore. Innanzitutto, non bisogna lasciarsi andare, ma nemmeno comportarsi da “duro”. L’indulgenza verso sé stessi e la consapevolezza che è un momento passeggero sono due armi che aiutano a gestire il malessere delle festività.
Come accade sovente, la psicologia è prodiga di consigli, una sorta di decalogo pronto all’uso. Per dovere di cronaca è giusto riportarli: Accettiamo ciò che proviamo. Bisogna rendersi conto del proprio status quo, senza colpevolizzarsi e infischiarsene delle festività. Questo atteggiamento può positivizzare la malinconia; Cercare di comprendere i motivi del disagio per esorcizzarli; Come organizzare gli incontri coi familiari, colleghi e amici. Beh, in questo caso vanno evitati quelli da cui, certamente, scaturirà ansia e cattivo umore. Non è facile, ma un tentativo va fatto; Scansare i confronti e i bilanci. Ogni anno, puntuali come l’inderogabilità personificata, ecco spuntare l’ora dei bilanci consuntivi, una spada di Damocle sulla testa di chi vorrebbe fuggire e essere da tutt’altra parte. Il copione è sempre lo stesso. Gli incontri con parenti che non si vedeva da tempo, possono innescare confronti da cui può sortire un profondo avvilimento. Il rimedio? Imparare a recitare un po’ adattandosi al contesto, anche perché le situazioni non sono mai ben delineate, ma composte da luci e ombre.
Prendersi cura di se stessi. Un antico motto popolare partenopeo così recita: “Nessuno ti dice lavati il viso per sembrare più bello!”, nel senso che se non si pensa a sé stessi in prima persona, non saranno gli altri ad aiutarti. Nel disagio in questione, ad esempio, si potrebbe programmare un incontro particolare, proprio per stemperare la tensione accumulata in quelli a cui non ci si poteva sottrarsi. Infine, a feste passate, gridare ai quattro venti la frase “E anche questo Natale se lo semo levato dalle palle”. L’icastica e celeberrima frase che l’attore Riccardo Garrone pronunciò in “Vacanze di Natale” film di Carlo Vanzina del 1983, a voler intendere che bisogna cercare di vivere con meno convenzioni, perdite di tempo, livore, fatica e dolore. Si tratta di situazioni inevitabili, a cui non si può opporre resistenza, tuttavia, si possono intrappolare!