Allarme Fentanyl: in manovra norme di controllo sul piano sanitario e di polizia

Dal marzo, quando il Piano nazionale di prevenzione è stato approvato, il livello di attenzione sulla ‘droga degli Zombi’ è aumentato.

Roma – Allarme Fentanyl in Italia, a che punto siamo? In una riunione presieduta dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, si è fatto un tavolo di aggiornamento sul Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di quella che è stata ribattezzata la ‘droga degli Zombi’ e di altri oppioidi sintetici. C’erano i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, e rappresentanti dei ministeri, degli enti e delle amministrazioni impegnati nelle attività di prevenzione e contrasto alla diffusione di sostanze illegali in Italia che hanno contribuito alla definizione del piano, sotto il coordinamento del Dipartimento per le politiche antidroga.

Tra questi, in particolare, i ministeri della Salute per la sensibilizzazione della filiera sanitaria e dell’Istruzione e del merito per l’attività di prevenzione e informazione presso insegnanti e studenti. Dal 12 marzo scorso, quando il Piano è stato approvato e presentato – si legge sempre in una nota di Palazzo Chigi – il livello di attenzione è aumentato su tutto il territorio nazionale grazie allo sforzo comune delle amministrazioni e
degli enti coinvolti, mentre la diffusione del Fentanyl per uso non terapeutico continua a essere limitata.
In particolare – si informa ancora – la legge di Bilancio prevede alcune norme che favoriscono l’attività di controllo sul piano sanitario e di polizia. Una importante attività di ricognizione e monitoraggio è stata svolta negli ultimi mesi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Tra l’altro, è stato predisposto un modello predittivo di analisi mirato all’identificazione e allo studio dei flussi commerciali potenzialmente collegati ad attività di produzione o distribuzione in proprio di sostanze tossico-nocive come il Fentanyl. Nelle rilevazioni preliminari sono state attenzionate le categorie merceologiche a rischio, come attrezzature da laboratorio e precursori chimici delle sostanze, e le rotte legate ai maggiori esportatori, come Cina e India, e a principali hub di produzione e distribuzione, come Stati Uniti e Messico. All’esito delle prime verifiche, sono state indicate cinque persone per avere acquistato bilance di precisione senza apparente motivazione professionale.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) del Ministero dell’Interno, ha effettuato analisi su operazioni legali di import ed export di Fentanyl. La Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ha istituito un gruppo di lavoro tra le Procure per per condividere le diverse esperienze giudiziarie e individuare procedure di contrasto più efficaci e rapide. La DCSA ha implementato, a seguito di un accordo con il Dipartimento per le politiche antidroga per la realizzazione del progetto “FentanyLabNet”, gli esami tossicologici sulle sostanze sequestrate per uso personale, al fine di monitorarne la circolazione sul territorio nazionale. Il ministro Abodi ha dato conto dell’implementazione, nel 2025, di un laboratorio di eccellenza per le sostanze dopanti che sarà in grado di eseguire analisi anche per individuare Fentanyl e altre sostanze di sintesi con una percentuale particolarmente elevata.

In merito alle attività dell’Agenzia per l’informazione e la sicurezza e dalle forze di polizia, sono proseguiti i controlli sul web per individuare canali di introduzione illecita del Fentanyl, dei suoi precursori e analoghi. In tale contesto, è stata annunciata l’attivazione di interventi per migliorare il monitoraggio sui social media, ricercando una maggiore collaborazione con i gestori degli stessi, aumentando la cooperazione a livello europeo e internazionale. All’incontro – conclude la nota – ha fatto seguito un tavolo tecnico con gli stakeholder del settore, nel quale sono state condivise le informazioni acquisite. 

Una delle principali piazze di spaccio è il web. A fronte di queste fredde e agghiaccianti cifre, il Piano prevede delle attività di “prevenzione e contrasto”. Varie le misure: potenziati, tra l’altro, i controlli ed il monitoraggio dei Nas; sono previste campagne di informazione e formazione del personale sanitario e la Polizia verrà dotata di tecnologie ad hoc per la rilevazione delle droghe sintetiche. Il pericolo è concreto se si pensa che bastano 1-2 milligrammi di Fentanyl a provocare la morte per soffocamento, in più ha bassi costi e si può nascondere facilmente (in un’operazione in Italia lo scorso anno è stato ritrovato nascosto tra le pagine di libri). Non solo: in circolazione ci sono anche sostanze simili che sono 100mila volte più potenti della morfina (il Fentanyl è 50-100 volte più impattante).

Iscritto nella tabella 1 del dpr 309/90 sulle sostanze stupefacenti, deve essere prescritto con ricetta medica non ripetibile. Il problema è che può essere utilizzato per scopi diversi da quelli terapeutici e può essere sintetizzato illecitamente in laboratori clandestini, come i suoi analoghi. I suoi effetti principali sono la depressione del sistema nervoso centrale e la depressione del respiro che conducono alla intossicazione acuta, al contempo determina un effetto euforizzante. Proprio la depressione del sistema respiratorio può provocare coma e decesso per soffocamento. Nel rapporto del Viminale di fine maggio, è emerso che in Italia negli ultimi sei anni, il sequestro maggiore di Fentanyl si è verificato in Calabria, esattamente a Cosenza nel 2018 quando le forze dell’ordine hanno intercettato 20 dosi.

Il dato è stato diffuso con il rapporto del Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, divisione Direzione centrale servizi antidroga, che prende in esame i dati tra il 2018 e il 2023. In altre regioni i sequestri sono stati di minore portata, dietro la Calabria c’è il Lazio con Roma dove sono 13 le dosi sequestrate più un quantitativo sfuso da 113 grammi. A Bologna, in Emilia Romagna, nel 2019 sono stati sequestrati 8 grammi; sono 18 invece i grammi sequestrati a Imperia, in Liguria, nel 2023. Nello stesso anno a Bari, in Puglia, sono state sequestrate 6 dosi.

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