Moldavia, al referendum vince il sì all’adesione all’Ue. I futuri scenari

La filoeuropea Maia Sandu sfida al secondo turno delle presidenziali Alexandr Stoianoglo, candidato sostenuto dai socialisti filo-russi.

Roma – Dopo un lungo e difficile percorso elettorale, con un doppio appuntamento cruciale per il futuro del Paese – elezioni presidenziali e referendum sul percorso di adesione all’Unione Europea, la Moldavia si è espressa a favore dell’Ue. Decisivi i voti dei moldavi che hanno votato all’estero, un gruppo che tende a sostenere in modo schiacciante l’adesione all’Ue: i “sì” hanno infatti prevalso con uno scarto di poco più di 9mila voti. Con 2.200 sezioni scrutinate su 2.219 il Sì è infatti in testa al 50,31% e 742.819 voti. Il No ha 733.711 voti e il 49,69%.

Il risultato delle urne – con un margine risicato dopo che i sondaggi avevano mostrato una consistente maggioranza a favore dell’adesione all’Europa prima del voto – mostra la sfida che la presidente uscente di centrodestra Maia Sandu si trova ad affrontare per integrare il Paese nell’Occidente, rompendo la morsa decennale del Cremlino sull’ex repubblica sovietica. Pur essendosi assicurata la vittoria al primo turno delle elezioni presidenziali, la presidente ha denunciato quella che ha definito un’ingerenza russa nella competizione, un “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese”.

Maia Sandu

Nel Paese si è votato anche per le presidenziali e, con il 98,4% delle sezioni scrutinate, la presidente uscente di centro-destra ed europeista Maia Sandu guida saldamente con il 41,97%, ma sembra sfumare l’elezione al primo turno. Il risultato del doppio voto in Moldavia è una doccia fredda che allontana il Paese da quello che avrebbe dovuto essere un “sogno europeo”, difeso dalla sua presidente Maia Sandu, e riaccende le tensioni con la Russia. Alla fine, con un vantaggio risicato, gli elettori hanno approvato il principio di adesione del Paese all’Unione europea: dopo un lungo vantaggio del ‘no’ al referendum, il ‘si” ha
preso il sopravvento, ottenendo la vittoria con 50,28% delle preferenze. A fare la differenza sono stati i voti della diaspora, poche migliaia, dopo che il 99% delle schede elettorali sono state conteggiate.

moldavi hanno risposto positivamente a una domanda cruciale per l’identità e il futuro della loro nazione. Sulla scheda era riportata la seguente domanda: “Sostieni la modifica della Costituzione in vista dell’adesione della Repubblica di Moldova all’Unione europea?”, con accanto le due opzioni, “Si’” o “No”. La vittoria del ‘si” comporta una modifica della costituzione “confermare l’identità europea del popolo moldavo e l’irreversibilità del percorso di integrazione europea, dichiarando quest’ultimo un obiettivo strategico della
Repubblica Moldava”. Questa la strada tracciata dalla presidente filoeuropea Maia Sandu, che con un risultato così risicato vede danneggiate le sue ambizioni europee. “Gruppi criminali, agendo di concerto con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro Paese con decine di milioni di euro, bugie e propaganda”, ha dichiarato Sandu col volto tirato, commentando i risultati dell’atteso referendum.

Moldavia al voto

“Abbiamo notato che questa votazione si è svolta sotto un’interferenza e un’intimidazione senza precedenti da parte della Russia e dei suoi delegati, con l’obiettivo di destabilizzare i processi democratici nella
Repubblica di Moldavia”,
ha dichiarato il portavoce dell’Unione europea per la Politica estera, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa. “La Moldavia è un partner molto importante dell’Unione europea. Continuiamo a sostenere pienamente le ambizioni, le aspirazioni e gli sforzi di adesione della Moldavia. La nostra posizione ovviamente, rispetto alle aspirazioni di adesione della Moldavia rimane esattamente la
stessa”, ha evidenziato il portavoce di Ursula von der Leyen, Eric Mamer.

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha salutato il voto positivo della Moldavia sull’adesione all’Ue come “una nazione coraggiosa”, così come il fatto che l’europeista Maia Sandu sia uscita vincitrice dal primo turno delle elezioni presidenziali. La presidente 52enne, che ha organizzato il referendum sull’Ue, è arrivata in testa al primo al primo turno delle elezioni presidenziali di ieri, con il 42% dei consensi, e ora si deve preparare a un difficile secondo turno, il 3 novembre. Il suo rivale al secondo turno è Alexandr Stoianoglo, candidato sostenuto dai socialisti filo-russi, che si è qualificato con un punteggio migliore del previsto (26%). Dietro di lui dovrebbero schierarsi diversi candidati per bloccare Maia Sandu, presagio di una battaglia combattuta. Per diversi analisti, la presidente e il suo governo “non hanno preso sul serio la dimensione socioeconomica del problema”, in uno dei Paesi più poveri d’Europa, colpito da un’inflazione record e dalle ridotte forniture di gas russo.

Questa la lettura di Dionis Cenusa, esperto del Centro studi sull’Europa orientale (Cese). Per giunta, la Russia e i suoi agenti, come l’oligarca in esilio Ilan Shor, “sono stati sottovalutati, in una società la cui elezione ha evidenziato la polarizzazione”. Oltre alla mancata considerazione delle questioni legate al potere d’acquisto, a influenzare negativamente il referendum sull’Ue sono stati i timori geopolitici legati al conflitto in Ucraina. Molti moldavi sono sorpresi che il governo “metta tutte le uova nello stesso paniere”, ha spiegato Florent Parmentier, politologo di Sciences Po a Parigi. Per loro i sostenitori del riavvicinamento a Bruxelles sono “estremisti pericolosi che vogliono trascinare la Moldavia in guerra”.

Sandu, 52 anni, è al potere dal 2020 ed è la prima donna a ricoprire la massima carica dello stato sin dall’indipendenza della repubblica nel 1991. Ex funzionaria della Banca Mondiale, vinse quattro anni fa con un programma di lotta dura alla corruzione. E’ stata per questo appoggiata dall’Unione Europea. Quando la Russia invase l’Ucraina, la sua posizione fermamente ostile al Cremlino fu ribadita. Chisinau non intratterrà relazioni diplomatiche con Mosca fintantoché non ritirerà le sue truppe dallo stato invaso. Stoianoglo, 57 anni, è un grigio ex Procuratore generale e punta a mantenere buone relazioni con la Russia, battendosi contro l’ingresso nell’Unione Europea. Chi la spunterà?

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