Un'altra idea folle del cosiddetto piano vaccinale: abilitare le farmacie, ed i farmacisti, a sedi di vaccinazione di massa. L'unica figura professionale che può somministrare il siero rimane il medico-chirurgo. In caso contrario si tratta di esercizio abusivo della professione medica.
Ecco un’altra norma dello Stato che viola la legge: il Decreto Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri che istituisce all’art.19 la figura del “farmacista vaccinatore” che di fatto esclude la supervisione del medico, per altro obbligatoria.
Il farmacista che accetta di fare una sorta di corso preventivo potrà poi allestire presso il suo esercizio un mini-ambulatorio (box vaccinale) dove le utenze potranno vaccinarsi. Ma come? Non è forse stabilito a chiare lettere dalla legge che il farmacista non può e non deve perpetrare meri atti medici come prescrivere farmaci, fare iniezioni, prelievi e consultare analisi?
Pena la radiazione dall’Ordine professionale per esercizio abusivo della professione medica? Il Codice Penale all’art.348 tutela i cittadini italiani dall’esercizio abusivo delle professioni punendo il trasgressore con la detenzione da sei mesi a 3 anni e con la multa da 10mila a 50mila euro.
Insomma se si pensa che nemmeno i biologi e gli infermieri professionali laureati possono “toccare” un paziente adesso il farmacista-vaccinatore è abilitato a farlo? Ma siamo ammattiti? Direi piuttosto basiti davanti all’ennesima violazione della legge in nome dell’antidoto che non sappiamo dove ci porterà!
Ad alcuni farmacisti non sembra vero: in nome del vaccino business da oggi possono svolgere anche l’attività di medico. Per di più a pagamento. E perché no quella di chirurgo? Si crea cosi un pericoloso precedente per cui oltre che preparare i farmaci e venderli, i miei colleghi potranno anche somministrarli. Insomma dal produttore al consumatore, come si dice.
Commercialmente parlando è una ghiotta occasione per il farmacista, un po’ meno per il cliente-paziente che, col vaccino inoculato da un professionista che medico non è, corre più rischi dal momento che il farmacista non conosce le sue condizioni di salute, non può fargli l’anamnesi familiare, fisiologica, patologica, né visionare o prescrivere analisi e men che meno visitarlo.
Come si può valutare il rischio di eventuali effetti collaterali, come lo shock anafilattico, alcuni dei quali ad esito letale? Come potrebbe intervenire un collega in caso di malore del vaccinato? Come coordinare le prestazioni terapeutiche e la vendita dei farmaci all’interno di una farmacia che dovrebbe avere anche uno spazio riservato all’osservazione dei vaccinati per 15 minuti a utente?
A questo punto perché non abilitare i fiorai e vaccinare i cittadini nei chioschi? Con tanto di corona floreale omaggio in caso di dipartita del vaccinato?
La legge 219/17 annovera il consenso informato tra gli atti svolti dall’equipe sanitaria, tutelando il diritto del paziente di ricevere dal medico, e non dal farmacista, tutte le informazioni tecniche e le rassicurazioni del caso.
Il Codice Deontologico del Farmacista è chiaro nel delineare obblighi e responsabilità dell’iscritto nell’esercizio del suo operato. L’art.3 vieta al farmacista di porre in essere, consentire o agevolare a qualsiasi titolo l’esercizio abusivo della professione medica. Circolano poi voci da parte di colleghi non proprietari dell’esercizio commerciale che il proprio datore di lavoro avrebbe “consigliato” loro di fare il corso di “farmacista vaccinatore” per poter poi vaccinare i clienti-pazienti, minacciando più o meno velatamente il licenziamento in caso di rifiuto.
Faccio un appello ai colleghi farmacisti che amano questa meravigliosa professione cioè quella di preparatore di farmaci e vendita degli stessi dietro esibizione di ricetta medica: il farmacista faccia il farmacista e non il medico o l’infermiere!
Un’altra proposta demenziale ovvero un piano B sta nella soluzione per cui il farmacista dovrebbe iniettare il vaccino al cliente-paziente in presenza di un medico che assicuri assistenza al malcapitato!
Scusate, a questo punto l’atto medico lo faccia direttamente il medico presente, con la sua competenza e responsabilità! Non vedo nessun vantaggio per il cliente-paziente, per il farmacista o per il medico. Chi ha partorito questa genialata da Guinness dei primati ce ne potrebbe spiegare i vantaggi? Qual è il modello logico utilizzato?
Teniamo presente che il cittadino che subisce un danno dal vaccino ha il diritto di chiedere i danni alla “filiera” di presunti responsabili che parte dalla casa farmaceutica e termine con il professionista che, materialmente, ha somministrato il siero. Cari colleghi farmacisti qualche riflessione al riguardo la farei, anche per difesa della nostra nobile professione.
In troppi sono morti dopo il vaccino. Altrettanti sono stati colpiti da malori anche seri rappresentati dagli effetti collaterali post-somministrazione. Esponenti della scienza medica hanno affermato che non c’è correlazione tra vaccino inoculato a persone sane e giovani e la morte dopo il vaccino per infarto, trombosi, emorragia cerebrale, e l’improvvisa comparsa di disturbi addirittura dopo un paio di settimane dopo l’inoculazione della prima dose.
Vi riporto i numeri dei casi rilevati solo in Inghilterra per in vaccino Pfizer: 1242 disturbi dell’occhio con cecità, 2033 disturbi del sangue, 1032 disturbi cardiaci, 16107 disturbi del sistema nervoso, 12335 disturbi psichiatrici ed altri. Senza contare tutti i decessi rilevati in Italia.
Accidenti, se non esiste correlazione, si tratta di terribili coincidenze anche se l’Ema (Agenzia europea del Farmaco) una certa correlazione l’ha pure dichiarata. Insomma il fenomeno mi lascia perplesso. Se all’improvviso, dopo l’iniezione del preparato, può capitare tutto questo ambaradam, lasciatemi affermare che quanto meno ‘sto vaccino porta sfiga!
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