Al posto di vederci chiaro sullo scandalo dei vaccini il governo ritorna sulle restrizioni inasprendo le "pene". Aprire e chiudere è uno stillicidio mortale da cui sarà impossibile uscire indenni. Milioni di italiani non hanno ricevuto un euro….
Roma – Mentre in Europa si discute sul “Certificato Digitale”, per avere accesso agli Stati membri, e di riaprire i confini europei le multinazionali farmaceutiche organizzano il proprio piano industriale privilegiando a proprio piacimento le consegne dei vaccini. Così “Pfizer” ha avviato trattative con 11 aziende europee per ampliare la produzione del suo vaccino, mentre “AstraZeneca” assicura che farà tutto il possibile per consegnare le 40 milioni di dosi promesse. Pinocchio docet.
Siamo al paradosso e si sente lontano un miglio che la cosa puzza davvero tanto. Occorre andare più veloci, non c’è più tempo da perdere in discussioni inutili, bisogna avere e chiedere responsabilità alle aziende farmaceutiche che si sono impegnate nella distribuzione dei vaccini.
Se c’è stata violazione o abusi delle norme contrattuali si dovrà eccepire l’obbligazione per inadempienza di una delle parti e chiedere la relativa risoluzione del contratto ed il conseguente risarcimento del danno. Se quanto previsto dalla legge italiana e dalle norme europee rimarrà lettera morta allora viene da pensare a presunte collusioni e connivenze da parte di qualcuno. Qualcuno che sta molto in alto e che intende proteggere chi gioca con la salute pubblica.
Non si può parlare solo di chiusure e minacciare ulteriori lock-down e zone nere se poi dall’altro lato ci facciamo fregare i vaccini da sotto il naso dopo aver pagato fior di milioni per la sperimentazione resa possibile con i soldi dei contribuenti. Vogliamo i nostri vaccini e subito.
Nel frattempo il ministro Speranza, al posto di spingere l’acceleratore sul piano vaccinale, ripete sempre la solita solfa:”… Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia. Siamo, afferma, all’ultimo miglio e non possiamo abbassare la guardia...”. Allora trovi le dosi necessarie per gli italiani e si faccia rispettare.
Dall’altro lato, invece, Draghi al recente vertice europeo ha parlato della necessità di un’accelerazione sui vaccini ma se non si agisce in sinergia ed in maniera rapida e trasparente – ha affermato il premier – la situazione sfuggirà di mano. Anzi parliamoci col cuore in mano: è già sfuggita di mano.
Richiamando gli esempi del Regno Unito e degli Stati Uniti, che tengono per loro i vaccini, Draghi ha poi chiesto perché l’Europa non possa fare altrettanto, invitando anche a guardare ad altre produzioni fuori dell’Ue e dichiarando, alla videoconferenza dei leader, di sostenere il Covax, lo strumento per l’accesso globale ai vaccini anti Covid.
Draghi ha messo in rilevo un problema di credibilità nei confronti dei cittadini europei se si avviassero le donazioni in questo momento. In pratica l’ex presidente della Bce ha spiegato di comprendere in pieno le ragioni morali ma di non essere a favore delle donazioni proprio perché l’UE è troppo indietro sulle vaccinazioni.
Pare che il Consiglio Europeo sia orientato a chiedere un approccio più rigido nell’applicazione del divieto di esportazione per quelle aziende farmaceutiche che non rispettano gli impegni presi nella fornitura di vaccini.
Ursula Von der Leyen ha dichiarato di essere “fiduciosa di vaccinare 70% degli europei per fine estate”. Per quanto ci riguarda, e stante la situazione odierna, la presidente mente sapendo di mentire e se ha sbagliato dovrebbe pagare anche lei.
Parole solo parole fino adesso e si potrà cambiare opinione solo quando si vedranno fatti concreti. Per ora rimane solo la speranza di poter raggiungere l’obiettivo al più presto, vaccinando la maggioranza della popolazione europea adulta. Si tratta di 255 milioni di cittadini che la Von der Leyen è sicura di poter vaccinare nei tempi stabiliti pur sapendo che non sarà cosi. Che cosa c’è sotto?
Inutile farsi illusioni solo con i vaccini somministrati ai cittadini la vita potrà riprendere con una certa normalità dando la possibilità all’economia di ripartire sul serio. Fino ad ora i dati sulle consegne dei sieri non sono rassicuranti perché la distribuzione è andata a farsi benedire e non potendo fare altro per arginare la pandemia si riparla di restrizioni pesanti e dei soliti balletti dei colori.
Sul “debole” fronte della produzione di vaccini in Italia presso il ministero dello Sviluppo Economico c’è stato un primo incontro fra il ministro Giancarlo Giorgetti e Farmindustria, durante il quale sono state messe le basi per una collaborazione pubblico-privato.
Finalmente qualcosa di sensato che poteva essere fatta alle prime avvisaglie del mancato rispetto degli accordi fra case farmaceutiche e UE. Cosi continuando non si andrà incontro ad una sola terza ondata ma ad una quarta e forse ad una quinta. Tanto basta costringere la gente a casa per fare scemare il contagio per una settimana, salvo poi a farlo ringalluzzire alle prime riaperture. Per quanto potremo andare avanti?
Gli italiani sono stanchi tanto del virus, quanto della politica. E non gliene può fregare di meno se Conte diventerà il leader dei grillini o se il premier parteciperà al prossimo vertice di Vattelapesca. Vogliamo risultati e subito. Sennò in moltissimi rimpiangeranno di non essere andati subito alle urne. Qui di governo tecnico non sembra ci sia molto.
Possiamo anche sbagliarci ma sino ad oggi l’andazzo è più politico che di un vero e proprio esecutivo risolutore di guai alla svelta. Draghi, metti un “tigre” nel motore. E che cavolo.
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