Occorre che tutti gli italiani rispettino le regole se vogliamo arrivarci davvero a Natale, tra Covid e influenza che incombono come maledizioni. Ognuno deve fare il suo dovere, Governo in testa.
Roma – Il Natale è alle porte con il lockdown dietro l’angolo. Questo non per colpa del governo ma dei molti, moltissimi, troppi incoscienti che continuano imperterriti a non indossare la mascherina e a non rispettare il dovuto distanziamento. Italiani, brava gente.
Da più parti, ovviamente, viene lanciato l’allarme sulla crescita della pandemia con conseguente richiesta di chiusura totale, almeno per 3 o 4 settimane, ai fini di invertire il senso di marcia della curva pandemica. Insomma si parla sempre più insistentemente di un blocco totale (non privo di controindicazioni, tanto per rimanere sui termini medici) che il presidente del Consiglio, stavolta e giustamente, vorrebbe scongiurare. Tranne che il contagio dilaghi senza controllo per colpa di quella “brava gente” che continua a fare i propri comodi.
Il governo, infatti, porterà in Parlamento il piano nazionale preparato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, per garantire la sicurezza e la fornitura del vaccino. Giuseppe Conte rassicura gli italiani sulla strategia della maggioranza in tema di vaccini ed afferma che saranno pubblici i criteri e le priorità con cui si procederà alla distribuzione delle dosi.
Pertanto il piano operativo prevede una diffusione omogenea su tutto il territorio nazionale in condizioni di piena efficienza e sicurezza, parola del Premier. Per quanto riguarda Natale e Capodanno l’invito di tutti, compresi i virologi, è quello di festeggiare in famiglia e con prudenza, perché ancora il quadro epidemiologico si conferma molto preoccupante, non solo in Italia ma in tutta Europa.
E’ ovvio che da qui a Natale se le zone in cui è stata divisa l’Italia sortissero gli effetti sperati abbassando quella maledetta curva epidemiologica, le prossime festività si potrebbero trascorrere con più serenità ma senza abbassare la guardia. Il pensiero comune, per meglio condividere angoscia e preoccupazioni, deve essere che ogni sacrificio che si fa adesso servirà sicuramente per il futuro.
Per quanto riguarda gli interventi di carattere economico, i contributi dei due “decreti ristori” subiranno, in seguito, un incremento di cassa in favore di tutti coloro che subiranno ulteriori perdite. Certamente nel caso di questa eventualità si dovrà ricorrere ad uno scostamento di bilancio sul 2021 e ad una revisione sul 2020.
È un periodo storico molto complesso, le difficoltà e le sfide che l’Italia deve affrontare sono tante ma gli obiettivi, anche i più ambiziosi, si potranno raggiungere se ci sarà coesione, soprattutto, tra le forze politiche di maggioranza. Certo non farebbe male l’opposizione se in questo contesto difficilissimo collaborasse di più smettendola di criticare per qualche “scampolo” di consensi in più.
E’ venuto il momento di fare fronte comune e chi continua sbraitare senza senso se ne dovrà assumere la responsabilità. Intanto attendiamo con trepidazione i prossimi giorni per verificare se vi sarà una flessione dei contagi e dei ricoveri ospedalieri. A un mese e mezzo dal 25 dicembre si può fare molto se tutti gli italiani la ragionassero all’unisono:
“…Il Natale sarà salvaguardato – ha detto Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute – e per quanto riguarda i vaccini l’Italia, appena ricevuto l’ok della commissione europea, provvederà alla sua diffusione ad un costo bassissimo, sotto i 5 euro. Per quanto riguarda, invece, i medici di base sono tenuti a fare tamponi e visite a casa su richiesta ed in caso di inadempienza sarà rivista la convenzione...”.
Ingiustificata appare la “rivolta” dei medici di famiglia sui quali si potrebbe parlare a lungo. Anche di inefficienze o di altre opportunità favorevoli in ordine ai compensi professionali per le visite domiciliari. Ma lasciamo perdere. Parliamo invece dei continui appelli del presidente della Federazione degli Ordini dei Medici che, con molta preoccupazione, sostiene che se i numeri della pandemia continueranno ad essere così alti il governo dovrà assumere decisioni importanti: secondo il presidente Filippo Anelli non si può fare a meno di un lockdown totale.
Solo così, a giudizio di Anelli, si potrebbe bloccare l’ascesa di questa curva e consentire a tutti di arrivare a fine dicembre in maniera adeguata per affrontare la seconda parte della stagione invernale. Pur condividendo solo in parte il parere di Anelli, stante la gravissima situazione di stallo economico che si continua a sottacere, non si deve dimenticare che l’influenza è alle porte e il vaccino è ancora uccel di bosco.
Nonostante le mascherine attenuino anche la contagiosità del virus influenzale le dosi previste per quest’anno, addirittura quintuplicate, non saranno sufficienti per tutta la popolazione dunque pare si procederà a scaglioni dando la precedenza al personale sanitario, ai soggetti a rischio, agli anziani e cosi via dicendo.
Insomma colti alla sprovvista ancora una volta e siccome i sintomi delle due infezioni sarebbero sovrapponibili provate ad immaginare il possibile marasma in arrivo. Quanti cittadini correranno in ospedale convinti di aver contratto il Covid? Il sistema sanitario interno, già messo a dura prova come tutti dicono, come reggerà il peso immane dei malati di influenza? Perché non pensarci per tempo? Quando arriveranno le prime dosi di vaccino presso medici di famiglia e farmacie? Datevi una mossa, non chiedetela solo a noi.
Poi ci sono anche le altre patologie da curare, esami diagnostici importanti da eseguire e terapie salvavita da somministrare specie nei reparti oncologici, ematologici e non solo. Ci sono migliaia di pazienti in stand-by anche in ostetricia e ginecologia ma altrettanto numerosi in urologia e psichiatria. Ogni posto letto disponibile viene trasferito ai malati di Covid ma chi ha il cancro, l’infarto, l’ictus e la leucemia non può attendere un minuto di più. Tutti i nodi sono venuti al pettine. Forse non a caso.
Ti potrebbe interessare anche —->>
ROMA – QUEI BORDELLI DEL PENSIERO CHE SI CHIAMANO GIORNALI: SLOW JOURNALISM, UNA CHIMERA?