Le condizioni di vita delle classi medie e medio-basse sono diventate insostenibili. Colpa del virus ma anche di una politica miope che distribuisce soldi ma non revoca le tasse.
Roma – Covid e disagio vanno ormai a braccetto. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche, adesso grazie al virus si trovano in condizioni di povertà. Le situazioni di difficoltà sono diffuse in tutta la Penisola ma le maggiori criticità, purtroppo, si registrano nel Mezzogiorno con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia.
Regioni che così coniugano sofferenza, disoccupazione, malapolitica e tanto malessere sociale. Però le condizioni diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio con il 10% e nella Lombardia con il 9%, territorio quest’ultimo dove l’emergenza sanitaria è stata ed è allarmante per colpa di un virus che sembra implacabile ed invincibile. Lasciando stare le carenze di una sanità pubblica a cui troppe volte è stata tirata la cinghia.
Nonostante il clima di paura e di restrizioni alla libertà, c’è il rovescio della medaglia ovvero l’impegno e la sensibilità di associazioni e club service, come il “Banco Alimentare” e il Lions, che hanno aumentato le distribuzioni di alimenti e donazioni di generi di prima necessità in favore dei più bisognosi. La solidarietà non può essere a corrente alternata e per fare il bene dei più disagiati non servono sempre e solo soldi, ma anche un po’ di fantasia e reale impegno da condividere.
Tanto ancora c’è da fare e se i politici non rimanessero attaccati con la colla ai loro scranni e liberassero mente e corpo la situazione potrebbe migliorare di molto. Non sempre, purtroppo, questa facoltà intellettiva è appannaggio della nostra classe politica ma, ringraziando la sorte, nemmeno di certi scienziati ormai abituati al ruolo di prime donne nei talk-show di prima e seconda serata.
Così tra i nuovi poveri nell’autunno 2020 ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti e artigiani che hanno dovuto chiudere la propria attività. In particolare la fragilità si è manifestata tra le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici, le quali non avendo risparmi accantonati, così come molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie, rappresentano le nuove vittime del Covid ormai sul lastrico.
Gravissima la situazione che si diffonde con il propagarsi del virus in tutto il Paese. Le percentuali sono alte: 4 milioni gli individui senza risorse che con l’aggravarsi della situazione sono costretti, per Natale, a chiedere aiuto alimentare nelle mense oppure a rifornirsi di cibo e vettovaglie presso i mercati solidali.
E’ quanto emerge dalle tante analisi effettuate ultimamente dopo l’entrata in vigore del nuovo DPCM, sulla base dell’andamento delle richieste provenienti dagli ETS, gli enti impegnati nel volontariato che registrano un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto. Parallelamente alla diffusione dell’infezione virale aumentano i disoccupati e gli inoccupati. Comunque una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Che il cambiamento abbia inizio. Subito o sarà troppo tardi.
Ti potrebbe interessare anche —->>