Le sentenze non si commentano ma ad una mamma a cui hanno ammazzato la figlia e con un nipote orfano in casa riteniamo sia concesso almeno dissentire quando il responsabile della tragedia torna a spasso da uomo libero. Dopo appena 4 anni e 6 mesi ai domiciliari.
Scicli – Stringe forte a sé la foto della figlia, impossibile trattenere le lacrime:”,,,Questa è la terza volta in un anno che uccidono Martina…”. Lucia Giannone è una mamma inconsolabile, arrabbiata, la riammissione in libertà dell’uomo che ha travolto e ucciso la figlia sotto l’effetto di stupefacenti non riesce proprio a mandarla giù. E come potrebbe. Carmelo Ferraro è tornato ad essere un uomo libero. Il 36enne di Scicli, in provincia di Ragusa, nel giugno scorso era stato condannato a 4 anni e 6 mesi, pena patteggiata, per aver travolto e ucciso la 25enne Martina Aprile che aveva appena finito il suo turno di lavoro al ristorante “L’Ancora” di Cava d’Aliga, nel Comune di Scicli, e stava gettando la spazzatura lungo una strada provinciale.
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Erano le 24.30 della notte tra il 14 e il 15 luglio 2019, Martina venne investita in pieno e trascinata per decine di metri lungo l’asfalto. Per lei non c’era stato nulla da fare. Carmelo Ferraro, con piccoli precedenti di polizia alle spalle, stava guidando dopo aver assunto metadone e cocaina.
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L’uomo veniva accusato di omicidio stradale aggravato. Sul fronte processuale Carmelo Ferraro aveva richiesto il patteggiamento e il 23 giugno scorso il giudice del Tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato, ha accolto la sua richiesta condannandolo a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Da scontare ai domiciliari. I legali del giovane hanno poi presentato istanza di revoca della misura cautelare, richiesta accolta dal Gip del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, che ha voluto premiare l’atteggiamento collaborativo di Ferraro, la sua condotta tenuta durante l’esecuzione del processo e il percorso terapeutico effettuato. Non la pensa certamente così Lucia, la mamma di Martina, affranta dal dolore:
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“…Siamo delusi, non abbiamo più lacrime, ma questa è davvero giustizia? – ha detto la mamma della vittima – come si può solo dopo un anno rimettere in libertà chi ha fatto questo? Ma sono davvero convinti che non è morto nessuno? Non pensano ai genitori che hanno perso una figlia e, soprattutto, ad un piccolo di 5 anni che ogni giorno cerca con gli occhi la mamma e ogni volta che si apre una porta spera che ad entrare sia Martina? Per loro è come se quella notte in mezzo alla strada fosse morto un animale. Me la chiamate giustizia questa?..”.
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