Da Milano a Roma i Pentastellati dicono no Al Mes: inadeguato e malfunzionante. Insomma una misura economica a cui è meglio rinunciare per non ipotecare il futuro del già claudicante Bel Paese.
Milano – La diatriba intorno al Mes continua a infiammare la politica italiana senza riuscire, però, a mettere le parti in gioco d’accordo. I due partiti di governo appaiono divisi sulla questione degli aiuti, e più di uno tra i pentastellati ritiene questa misura inadeguata e malfunzionante.
Il consigliere regionale della Lombardia per i 5 Stelle, Dino Alberti, ha dichiarato che il Mes sarebbe tutt’altro che conveniente:“…Ha delle condizionalità intrinseche, non d’accesso ma d’uscita. Nella sua versione classica altro non è che una cessione di sovranità nei confronti dell’Europa da parte di quegli Stati che si trovano in difficoltà. Con condizioni chiare: la Commissione Europea potrà decidere in corso d’opera di applicare quello che prevede l’articolo 136 del Trattato di Funzionamento dell’UE che a proposito del MES parla di ‘rigorose condizionalità’ senza dimenticare che rimane in pieno vigore il c.d. ‘two pack’ ovvero il rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio da parte della Commissione sugli Stati Membri in odore di ‘instabilità finanziaria’ e che impone gli stessi riforme e austerity per prevenire disavanzi eccessivi e scostamenti dalle regole di bilancio…”
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Secondo il pentastellato accedere al Mes, significherebbe dare un evidente segnale di crisi economica interna, alla quale la finanza e le borse potrebbero reagire in maniera selvaggia: “…Lo strumento – continua Alberti – presenta poi un altro problema: accedere a un fondo salva stati significa dire al mondo intero che stiamo fallendo con conseguenze irrimediabili: spread alle stelle, stop agli acquisti ai titoli di stato e poi default. Non si tratta di essere ideologici, il MES è un debito e offre risorse del tutto insufficienti alla crisi che dovremmo affrontare. Il Governo ha brillantemente ottenuto il recovery fund: un piano da 750 miliardi di contributi a fondo perduto e prestiti comunitari proposto dalla Commissione Europea; la sua portata e la sua concezione di fondo, costituirebbe un supporto importante che permetterà il rilancio del nostro Paese e della Sanità pubblica lombarda. Che ne ha bisogno….”.
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