“Da Tersicore mova il canto mio,
D’agili dita e in guidar danze esperta.”
Questi aulici versi introducono in modo esplicito a una forma d’arte che si esprime con il movimento del corpo e che ha radici antiche ma non passa mai di moda. La danza! Rivolgendosi a Tersicore, dal greco “amante della danza”, con un canto o dei versi, si è in cerca della protezione della musa che, tra le nove leggendarie, accompagna ballerini e ballerine di ogni tempo a suon di lira.
Non mi riferisco solo a danzatori professionisti, ma anche a chi, guidato da Tersicore ispiratrice, abbia provato il desiderio involontario di muovere qualche passo di danza lasciandosi trasportare dal ritmo di una melodia. Siete mai andati a ballare? Magari in discoteca o durante un concerto, in un grande locale con luci stroboscopiche , volume altissimo e immersi in una fiumana ondeggiante. Oppure ad una festa privata tra amici, con musica scelta in una condizione più intima e controllata. O ancora in palestra per “fare un po’ di “sano movimento”. O, invece, per i più timidi ecco uno scenario totalmente riservato: l’album preferito, la casa completamente vuota e una danza in pigiama per se stessi, magari durante le pulizie di primavera.
A volte, infatti, basta un nonnulla, un ticchettio ritmato, un jingle alla pubblicità, un motivetto insistente ed ecco che il nostro corpo si scioglie in movimenti liberi seguendo le note che parlano direttamente allo stomaco, al ventre, al cuore. Immenso è il potere liberatorio della danza e forse proprio per questo motivo ha, da sempre, riscosso molto successo ed è stata applicata negli ambiti più svariati. Danza può significare semplicemente gioia e festa, ma anche preghiera per riti di guarigione, propiziazione dei cambiamenti climatici, passaggio a uno status sociale differente o a un’età diversa. E ancora potrebbe essere preparazione alla battaglia, a un matrimonio, a una vittoria .
La danza era parte integranti di rituali religiosi come mostra un manufatto in terracotta cretese datato intorno al 1300 a.C. Gli Etruschi, da quanto si evince dai reperti trovati, danzavano in ogni occasione importante della vita quotidiana, quali banchetti, spettacoli, nozze. Cosa dire dei Greci? Questo popolo fece della danza una vera e propria arte e particolarmente famose sono le dionisiache danze di Satiri e Menadi, riprodotte in molte pitture vascolari. Anche nell’antica Roma si ballava, ma all’inizio, fino alla contaminazione con la cultura greca, la danza, indicata con saltatio, era solenne e pesante in quanto consisteva nel battere la terra coi piedi in un ritmo di tre tempi. In un tempo ancora più remoto, una testimonianza di danza del Neolitico in un rito funebre ci è pervenuta attraverso una incisione rupestre della Val Camonica.
Da ultimo, ma non per importanza, la danza ha rappresentato un richiamo all’accoppiamento, alla fecondazione e alla fertilità.
Il più famoso esempio è dato dalla conturbante danza del ventre che, secondo studi antropologici, risale al Neolitico e perciò è considerata la più antica, la “madre di tutte le danze”. Forse nacque proprio come azione sacra nei riti propiziatori della fertilità per la dea madre Terra presso i popoli primitivi della Mesopotamia tra il VI e il II millennio a.C.! Oltre ad essere gestualmente “magica” era anche utile per preparare le donne ai rapporti sessuali e al parto, rendendone fianchi e addome più elastici e muscolosi. Anche nel mondo animale la danza costituisce, nel periodo del corteggiamento, un aspetto fondamentale per garantire l’accoppiamento. Pensiamo , per esempio, alla romantica danza dei cavallucci marini che si muovono tra le bolle d’acqua incrociando musi e code per parecchie ore prima dell’atto riproduttivo o alle spettacolari coreografie dell’uccello fucile del paradiso e dell’albatros per conquistare la sua femmina.
Ebbene sì, le danze del corteggiamento, al di là del non essere esclusive dell’uomo, sono antiche e forti e più che vive nei balli moderni.
“La danza non è altro che la rappresentazione verticale di ciò che si fa in orizzontale” dicono alcuni riferendosi in particolare ai calienti balli latino-americani, in cui il contatto fisico e la pulsione sessuale sono molto forti.
I movimenti eseguiti dalla coppia sono estremamente sensuali e tra i partecipanti vi è un continuo scambio di “invito” e “risposta” veicolato in gestualità precise. La rumba che affonda le sue radici nella più antica yuka di origine congolese è una vera e propria danza della seduzione fatta di movimenti che simulano l’atto sessuale: colpo pelvico del maschio e ritrarsi del bacino della donna. Il ballo in tutte le sue forme, da quella armoniosa e leggiadra a quella con passi e figure costruite a quella frenetica e quasi incontrollata, è fatto di gestualità e movimenti sinuosi del corpo e, per questa sua natura, è carico di erotismo.
Se la danza è sentimento, atto liberatorio, movimento, ritmo, gioia, piacere, sfogo, la danza è passione e, come tale, entra di diritto nella sfera del gioco della seduzione e dell’eros.
Buon ballo a tutti .. .se di coppia, meglio!