Gli appassionati del Maligno si danno appuntamento in luoghi sconsacrati per celebrare rituali in onore dell’Anticristo a cui offrire sangue di animali sgozzati e rituali erotici a base di sesso e droga
ROMA – Si torna a parlare di satanismo e di recrudescenza di un fenomeno in verità mai sopito. In effetti si scrive Satana ma si legge setta. E sono proprio questi ultimi sodalizi di persone a far scattare l’allarme delle istituzioni ai vari livelli.
Sino al 2011 le sette cosiddette sataniche erano diventate uno sparuto numero di aggregazioni sociali con poche decine di adepti ciascuna. Adesso il loro numero è tornato a crescere grazie alle reti telematiche e alla messaggistica telefonica.
I giovani dai 12 ai 20 anni rappresentano le prede privilegiate per chi orchestra messe nere e orge, complici una società moderna priva di valori ideali e la debolezza dei legami familiari. Alla fine degli anni ’90 il satanismo nel Bel Paese arrivò tristemente alla ribalta delle cronache con gli omicidi delle Bestie di Satana.
Le uccisioni di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis, le barbare metodologie utilizzate per l’eliminazione delle vittime e l’occultamento dei cadaveri oltre al suicidio indotto di Andrea Bontade e di altri giovani che volevano fuggire dalla setta, avevano provocato orrore e sdegno tra la popolazione della provincia di Varese e in tutta Italia. A questi episodi di assurda e gratuita violenza che vedono ancora ben ristretti in carcere mostri del calibro di Nicola Sapone (doppio ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi), Paolo Leoni (ergastolo e isolamento diurno per 9 mesi), Marco Zampollo (29 anni e 3 mesi), Eros Monterosso (27 anni e 3 mesi), Andrea Volpe (20 anni di carcere), Mario Maccione (16 anni) e Pietro Guerrieri (12 anni e 8 mesi), ne seguirono altri come l’assassinio, sempre in nome di Satana, con 14 coltellate, di suor Maria Laura Mainetti il 7 giugno di sedici anni fa.
Le tre aguzzine, all’epoca minorenni, sono tornate donne libere per tutta una serie di vantaggi detentivi che oltraggiano la memoria della povera suora morta ammazzata. Ambra, considerata la mente della setta, è stata condannata a 12 anni e 4 mesi di reclusione che sconta a Torino in regime di semilibertà: il mattino frequenta l’università, il pomeriggio si dedica al volontariato e la sera rientra in carcere.
Milena e Veronica sono state condannate a 8 anni e sei mesi di carcere. Ironia della sorte Veronica, la più giovane del terzetto criminale, dal 2004 risiede presso una comunità di Roma dove pare abbia assistito i bambini di un asilo nido. Nel 2006 Milena è stata affidata alla comunità Exodus di don Antonio Mazzi. Come non ricordare Marco Dimitri ed i suoi “Bambini di Satana”? Niente a che vedere, ovviamente, col satanismo killer di certi assassini seriali ma il fatto stesso che private associazioni si dedichino “in chiaro” al culto di Belzebù, seppur in nome di una cultura non violenta del Maligno, lascia assai perplessi. Le nuove organizzazioni sono operanti, in larga parte, in Nord Italia ma anche nel Centro e nel Sud della penisola pare stiano crescendo di numero: “…Un allarme che non ha mai subito battute d’arresto – dice la dottoressa Maria Grazia Bocchino, dirigente Divisione analisi del Servizio centrale operativo della polizia di Stato – i satanisti acidi sono pericolosi in quanto violenti e incontrollabili. Perché si avvalgono del web.
La diffusione dei satanisti acidi è concentrata in Piemonte, nell’area di Torino e la stessa Asti sembra essere diventata una delle loro basi con molti adepti… Spesso si praticano sacrifici di animali, patti di sangue sigillati da rapporti sessuali conditi da cocktail di alcol, droghe e da pseudo riti esoterici. Queste sette che abbiamo definito satanisti acidi non hanno niente a che vedere con coloro che veramente adorano Satana, nascondono dietro a rituali fatti di teschi, ossa e immagini sataniche, violenze sessuali nei confronti di ragazze o ragazzi. Chiaramente è sempre molto difficile poter intervenire in tempo ma la Polizia postale ogni giorno monitorizza e interviene per oscurare siti, blog o profili considerati estremamente pericolosi…”. In Calabria, nel Vibonese e nei paesi di Limbadi, Motta Filocastro, Nicotera Marina, Nicotera superiore, Spilinga, Panaja, San Leo e Calimera, Satana sta tornando a spopolare. E non si tratta di un passatempo innocente.