I trattori della protesta invadono Bruxelles

Carlo Besostri: “Soltanto uniti possiamo far cambiare passo alle politiche Ue”. Oggi il Parlamento europeo travolto dalla questione.

Roma – Dilaga in tutta Europa la protesta dei trattori, e come accade in ogni rivolta il dissenso cresce e assume forme sempre più rilevanti. E allora non basta più marciare compatti sulle strade. Bisogna arrivare nei luoghi dove si decide il destino. Ecco perché oggi Bruxelles si è svegliata invasa da macchine agricole in marcia verso il vertice Ue dei 27 Capi di Stato chiamato a decidere sulla revisione del bilancio pluriennale che stanzia 50 miliardi per Kiev nei prossimi 4 anni. Ma inevitabilmente la discussione, con i trattori fuori tenuti a distanza di sicurezza, la questione andrà affrontata. Mille trattori, molti provenienti dal Belgio, attendono un cenno dal Palazzo sulla loro sorte.

Ieri in Francia, alle porte di Parigi, gli agricoltori hanno fatto irruzione in una zona di stoccaggio dei mercati generali di Rungis: 79 i fermati dalla polizia che ha denunciato danni all’area invasa dai trattori. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, li aveva avvisati: qualsiasi tentativo di accesso al mercato all’ingrosso più importante della nazione, sarebbe stato bloccato dalle forze dell’ordine.

Ma la rabbia non si limita alla Francia: le manifestazioni attraversano la Germania, la Polonia, la Romania, il Belgio, la Spagna e l’Italia. La questione diventa sempre più seria e la Commissione europea prova a disinnescare la miccia. Dopo giorni di rivolta sulle strade, da Bruxelles annunciano una nuova proroga della deroga alla regola della politica agricola comune (Pac) che prevede che per accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo. Parallelamente si sta studiando un meccanismo per limitare le importazioni dall’Ucraina.

Il vicepremier Matteo Salvini

E mentre in Europa gli occhi sono puntati sul Consiglio straordinario con i 27 capi di Stato e di governo che avranno una matassa molto intricata da sbrogliare, in Italia la Fieragricola di Verona è diventato il luogo della protesta e dell’incontro degli agricoltori con la politica. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha parlato a lungo con i rappresentanti del movimento dei trattori. Per ragioni di sicurezza e di viabilità, ai dimostranti le autorità non hanno consentito di arrivare in corteo con le loro macchine agricole, limitando il presidio davanti alla fiera a soli cinque mezzi agricoli.

Anche Lollobrigida ha provato a sedare gli animi degli uomini della terra, che però proseguono con la loro levata di scudi non avendo rassicurazioni concrete sul loro futuro. E il vicepremier Matteo Salvini ci mette il carico da novanta, sposando la causa del mondo agricolo e puntando il dito contro l’Ue che calpesta diritti e persone: “I trattori che sono in piazza in tutta Europa hanno problemi con l’attuale Commissione europea. La Commissione von der Leyen da questo punto di vista è disastrosa, sul fronte del lavoro e dei diritti”.

Gli fa eco Carlo Besostri, risicoltore della Lomellina e candidato alle prossime europee per la Lega di Salvini, che in questi giorni è stato al fianco delle mobilitazioni degli agricoltori nell’area dell’Oltrepò pavese, da Voghera a Casteggio. Una protesta “sacrosanta”, ha ripetuto più volte a sostegno della categoria che in questi giorni “sta dando una grande lezione di compattezza e unità”. E incalza: “Soltanto uniti possiamo vincere e far cambiare passo alle politiche dell’Europa”. Le proteste in Lombardia e nel Nord Italia, hanno visto la gente, i consumatori, al fianco degli agricoltori: “La voce di un popolo – conclude Besostri – legato alla sua terra e ancorato alle tradizioni”.

Carlo Besostri con gli agricoltori a Casteggio

Il richiamo dei politici italiani all’Europa, a non abbandonare l’agricoltura al suo destino è chiaro. Ma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si illude che dopo il contentino della proroga sulle misure agricole proposte i trattori si fermino. “Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’Ue e il cuore delle nostre zone rurali. La misura – spiega – offre ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. Continueremo a dialogare con loro per garantire che la Pac raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini“.

L’esecutivo comunitario propone in particolare di consentire agli agricoltori dell’Ue di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. Per ricevere il sostegno della Pac, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Ue e svolge un ruolo importante nell’integrazione delle pratiche agricole sostenibili.

Lo standard sulle ‘buone condizioni agricole e ambientali’ prevede di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive, tipicamente terreni incolti ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo. Per questo la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell’Ue di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto al pagamento diretto di base della Pac: invece di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi, gli agricoltori che possiedono colture che fissano l’azoto (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei loro seminativi saranno considerati conformi ai requisiti.

Trattori schierati a Casteggio

Ma la situazione pare comunque precipitare. Nella ‘mappa‘ della protesta ognuno ha le sue ragioni. Da giorni gli agricoltori hanno invaso le strade principali della Romania e quelle al confine con l’Ucraina. Le richieste riguardano un abbassamento delle tasse e sussidi più equi. I colloqui con il governo finora non sono stati soddisfacenti così trattori e camion proseguono le contestazioni. Tra i motivi della rabbia c’è anche l’invasione di prodotti agricoli, soprattutto cereali, dalla vicina Ucraina. L’import a prezzi più bassi dal Paese in guerra starebbe rovinando il mercato interno.

Situazione analoga in Polonia, dove già nei mesi scorsi il mondo rurale si era fatto sentire in modo prepotente, convincendo il governo a bloccare temporaneamente le importazioni prive di dazi da Kiev. Nel Regno Unito invece i coltivatori di frutta e verdura hanno manifestato davanti al Parlamento di Londra contro i contratti di acquisto “iniqui” che li legano ai supermercati. I primi ad invadere le strade erano stati gli agricoltori dei Paesi Bassi. A guadagnarci era stato il Boer Burger Beweging (Bbb – Movimento contadino-cittadino) conquistando numerosi seggi in Parlamento.

Anche in Italia le mobilitazioni non si arrestano. Al Nord ieri ha tenuto banco la protesta dei trattori a Melegnano, nel Milanese, e in Lombardia come nel resto d’Italia. Le manifestazioni, che andranno avanti ad oltranza per 5 giorni, porteranno in strada circa 300 trattori che si alterneranno lungo la provinciale 40 per reclamare attenzione e dialogo da parte delle istituzioni, da quelle italiane a quelle europee.  Ieri a breve distanza dal casello dell’A1, circa 200 agricoltori hanno bloccato la Binasca con i loro mezzi per circa un’ora mandando in tilt la circolazione. Un tam-tam di proteste che ha visto protagonisti gli agricoltori delle aree del pavese e del mantovano. Un centinaio di macchine agricole ha sfilato alle porte di Mantova, dal casello di Mantova nord sulla A22 fino alle porte della città per poi tornare indietro, creando disagio al traffico

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