Alla presentazione della riedizione di ‘Perché Guariremo’ prove di disgelo Conte-Schlein, e il Pd butta le colpe del disastro sulla destra.
Roma – Non c’è speranza per Roberto Speranza, che uscito – per ora indenne – da inchieste e processi per la gestione dell’emergenza Covid, continua a puntare sulla sua ossessione affidandola alla sua ultima fatica letteraria. O meglio, la nuova edizione di “Perché guariremo, dai giorni più duri a una nuova idea di salute”, libro presentato a Montecitorio, nella cornice della sala della Regina. Al centro del dibattito ovviamente la pandemia, ma in realtà è stata l’occasione per alcune prove tecniche di disgelo tra Giuseppe Conte e Elly Schlein.
I due leader di M5S e Pd, dopo le uscite contrapposte su molte questioni hanno parlato di come (ri)costruire una convergenza nel centrosinistra in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. ‘Torneremo più forti di prima?’ è la domanda dei due politici parafrasando uno slogan che ha accompagnato l’intera emergenza pandemica. La domanda è senza risposta per ora, visto che le manovre cambiano improvvisamente.
Ma tornando al libro di Speranza, destinato a un secondo flop, la coincidenza con le esigenze pre-elettorali è evidente. Di certo la presentazione voleva partire in sordina: annunciata a porte chiuse, chissà perché, ha visto un parterre di invitati ben selezionati della sinistra che non si arrende. Tra loro, a fare l’arringa difensiva dell’ex ministro della Salute, c’è Anna Ascani: “Eravamo i primi. Non c’erano soluzioni. Roberto ha preso decisioni necessarie. Abbiamo salvato vite”. E parla di misure di eccezionale impatto, guardando al futuro del sistema sanitario nazionale.
Meglio glissare sul futuro della sanità dopo aver visto quanto accaduto in passato, ma visto che Speranza nel suo libro tira fuori come asso nella manica una ‘nuova idea di salute’ promettendo guarigioni senza guarire dalla sua ossessione, allora dovrebbe parlarne. Ma non lo fa. I discorsi dem sono concentrati non su piani sanitari – anche se il nuovo piano pandemico non cambia molto rispetto al passato – ma su un piano per accompagnare Giorgia Meloni all’uscita di Palazzo Chigi. Quale piano per farla fuori? Ma non si doveva parlare soprattutto del contenuto del libro?
Il ritrovo pre-elettorale dem e 5 stelle con Speranza, Conte, Schlein e Ascani in testa è anche l’occasione per ‘sparare sui novax’ e sui ribelli dei diktat di quando c’era il loro governo, il migliore dei governi possibili a detta loro. L’intervento di Elly Schlein a commento del libro di Speranza è un volo pindarico che parte dal Covid, poi passa ai capricci dei cambiamenti climatici e arriva alla lotta al capitalismo. Ma sulla pandemia, motivo per cui è stata invitata, fa una dichiarazione choc: “Dopo il secondo lockdown la gente era stanca, prostrata per colpa della destra che strumentalizzava”.
Certo, di riffa o di raffa è sempre colpa della destra. È colpa della destra quanto accaduto con il Covid, come sono colpa della destra le inchieste aperte tra Bergamo e Roma su Conte, Speranza e company per andare a fondo della gestione dell’emergenza pandemica. Ed è sempre colpa della destra se il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell’ex premier italiano Giuseppe Conte e degli ex ministri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede, finiti indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati, relativamente alla gestione della pandemia.
Gli ex rappresentanti dell’Esecutivo erano indagati tra l’altro per epidemia colposa e omicidio colposo in seguito alle denunce presentate a partire già dal marzo 2020 in cui si ipotizzavano “le inefficienze e i ritardi del Governo nell’adozione delle misure organizzative e restrittive necessarie a fronteggiare l’emergenza coronavirus”. Ma è colpa della destra se gli errori della sinistra non sono venuti ancora a galla, se nessuno ha mai riconosciuto le sue responsabilità – neppure la giustizia lo ha fatto – e se la verità non verrà mai fuori.