La saturazione delle strutture di accoglienza e la questione dei falsi minorenni sollevano preoccupazioni sull’assistenza adeguata ai minori stranieri non accompagnati in Italia.
Roma – “I minori stranieri non accompagnati devono assolutamente essere tenuti separati dagli adulti, nemmeno temporaneamente devono essere mescolati con le persone più grandi, è grave che ciò avvenga perché altrimenti c’è una ‘contaminazione’ che per i minori è dannosa”. Lo ha dichiarato nel 2022 l’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti parlando con i giornalisti al termine della relazione al Parlamento 2022 sui minori. “I minori sono in formazione – ha aggiunto Garlatti – e devono avere dei centri educativi dedicati assolutamente a loro”.
Sono i dati a raccontare la saturazione: al 30 giugno 2023, secondo il report semestrale del ministero del Lavoro, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia sono poco meno di 21 mila (20.926). Sono in prevalenza di genere maschile (86,6%) e il 44,7% di loro ha 17 anni. Sempre al 30 giugno, il 71% risulta collocato in strutture di accoglienza, il 23% (principalmente di origine ucraina) in sistemazioni private. E i posti nei centri per accoglierli sono, semplicemente, finiti. Sempre al 30 giugno i e le minori in prima accoglienza erano 8.357. Per la seconda accoglienza i posti sono 5982: secondo i dati Servizio centrale “sai”, al 25 agosto 2023 risultano collocati in seconda accoglienza (“sai” appunto) 5.866 minori. Restano 116 posti, ovvero nulla rispetto ai numeri degli arrivi quotidiani a Lampedusa.
“Secondo i dati del Ministero dell’Interno il 60% dei minori stranieri si dichiara diciassettenne, è evidente che non si può contare sull’autodichiarazione dei ragazzi – dice la responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia, la deputata Sara Kelany – I falsi minori tolgono risorse a quelli veri che ne hanno diritto”.
Intanto la Corte Europea dei diritti umani il 31 agosto scoroso ha condannato l’Italia per aver tenuto una minorenne ghanese, nel 2016, in un centro per adulti a Como per 8 mesi, senza considerare “la vulnerabilità legata alla sua situazione di minore non accompagnata che all’epoca aveva subito abusi sessuali mentre si trovava ancora in Ghana e poi in Libia”. Secondo la Convenzione per i diritti del fanciullo (Onu 1989) i minorenni stranieri non possono essere respinti e necessitano di una tutela rafforzata che permetta un loro sereno sviluppo.
In controtendenza rispetto alle convenzioni internazionali, il governo italiano, nell’ultimo Consiglio dei Ministri del 27 settembre ultimo scorso, con un nuovo decreto sull’immigrazione prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro annui alla polizia e Vigili del “anche alla luce dei maggiori impegni connessi all’eccezionale afflusso migratorio” e un giro di vite sul fenomeno dei falsi minorenni, chi cioè dichiara di essere under 18 per poter usufruire delle facilitazioni previste dalla legge.
Si è deciso che, in caso di indisponibilità di strutture dedicate, il prefetto possa disporre il provvisorio inserimento del minore – che ad una prima analisi appare di età superiore ai 16 anni – per un periodo comunque non superiore a 90 giorni, in una specifica sezione dedicata nei centri ordinari. Si prevede inoltre che l’autorità di pubblica sicurezza, in caso di arrivi consistenti, possa disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti ad individuare dell’età, comunicandolo al tribunale dei minorenni che deve autorizzare.
Se sulla base degli accertamenti lo straniero viene condannato per aver dichiarato il falso sulla sua età e la pena può essere sostituita con l’espulsione. La stretta sui diritti umani non sembra finire.