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Altro che transizione ecologica, qui si pensa al nucleare!

Il problema energetico è sempre al centro delle tavole rotonde mondiali. Le agende politiche cercano di adeguarsi alle cosiddette “transizioni” studiando i metodi migliori. L’energia nucleare, in tal senso, sta tornando prepotentemente di moda.

Roma – Le transizioni ecologica ed energetica sembrano diventate i “leit motiv”, al primo posto nell’agenda politica delle istituzioni nazionali e internazionali. Ma, stando ai dati di fatto, somigliano alla sora Camilla: “tutti la vogliono, nessuno la piglia”. Dopo un gran parlare dell’emergenza ambientale infatti non si sono prese, almeno finora, decisioni tali che invertano la rotta dalle energie tradizionali, carbone, petrolio e quant’altro. Fino a riproporre l’energia nucleare.

Su questa materia si è espresso Pierluigi Totaro, docente della Fondazione ITS A. Volta per le Nuove Tecnologie della Vita di Trieste, nonché presidente del comitato “Nucleare e Ragione”. La prima fu istituita a Trieste nel 2014, con l’obiettivo di rispondere al fabbisogno scientifico e formativo del territorio, in particolare nell’ambito biomedicale. Il secondo venne alla luce nell’aprile del 2011 in seguito all’incidente nucleare di Fukushima-Daiichi, in Giappone, per offrire un’informazione quanto il più corretta possibile all’opinione pubblica, molto carente in quel periodo. Del comitato fanno parte studiosi, docenti universitari, tecnici e ricercatori di diversi ambiti, dalla Fisica all’Ingegneria. Secondo Totaro nell’opinione pubblica continuano a preoccupare due aspetti: la gestione delle scorte e il rischio di incidenti.

26 aprile 1986: esplode il reattore 4 della centrale di Chernobyl.

Nonostante negli ultimi anni siano migliorate sia la sicurezza delle centrali che la validità delle tecniche di stoccaggio dei rifiuti nucleari, è molto forte la convinzione che le fonti rinnovabili siano da preferire. Mentre, invece, diversi organismi internazionali hanno riconosciuto che il nucleare possa essere un valido alleato per allontanarci dai combustibili fossili. La “tassonomia verde” dell’Unione Europea (UE) ha aperto al riconoscimento di alcune tecnologie nucleari come abilitanti la transizione energetica e dovrebbe guidare gli investimenti privati verso la neutralità climatica entro il 2050. Si tratta di un sistema di classificazione che elenca una serie di attività economiche ecosostenibili, tra cui gas e nucleare.

A livello europeo sta emergendo la volontà di rafforzare il sostegno per l’energia nucleare. In Italia il settore industriale sta investendo notevoli risorse, nonostante la titubanza della politica. C’è da segnalare che in tutto il mondo, anche nei Paesi in via di sviluppo, c’è questa frenesia verso il nucleare di ultima generazione, molto più sicuro, almeno così ce la raccontano. In questo modo si potrà ridurre la povertà energetica di tanti Paesi, tanto che molti entusiasti hanno coniato la locuzione di “nuova primavera per il nucleare”. Ora non si vuole mettere in dubbio le argute argomentazioni del Comitato, però qualche dubbio bisogna porselo.

La classifica dei Paesi che utilizzano l’energia nucleare.

Non è che siccome sta diventando il nuovo “business” e, avendo sentito l’odore dei soldi molti si stanno avventando sull’affare, nonostante la certezza assoluta sulla sicurezza e sullo smaltimento delle scorie non ci sia del tutto? Inoltre, essendo molte industrie del settore finanziatrici della grande stampa nazionale ed internazionale, si sta scatenando la canea mediatica a favore. Da cittadini comuni è molto più prudente manifestare perplessità verso questo settore, se non altro per rispetto del principio di precauzione.

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