Si torna a parlare di vaccini e di medici che mancano all’appello. Dunque occorre un maggior numero di studenti, atteso che mediamente per avere un medico di pronto impiego occorrono circa 10 anni. Spingere sui vaccini doppi, anti-Covid e antinfluenzali, specie per le persone più fragili. Le immunizzazioni procedono a rilento.
Roma – Si parla ancora di vaccini. La Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa all’impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. È salvo, dunque, l’obbligo vaccinale anti-Covid introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50. Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario.
Ugualmente non fondate – fa sapere l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze – sono state ritenute, infine, le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso e ciò sia per il personale sanitario che per il personale scolastico. C’è da registrare anche l’intervento del ministro della Salute dopo che la Consulta ha ritenuto “non sproporzionata” la misura dell’obbligo vaccinale.
Anche maggiore impegno contro le disparità nella sanità, mentre all’Università serve il numero programmato. Decisa la non riscossione delle multe dagli ultracinquantenni che non si sono vaccinati contro il Covid, in quanto allo Stato “potrebbe costare di più di quello che poi ne potrebbe derivare” – ha affermato Orazio Schillaci. Poi il Ministro della Salute ha messo in evidenza che il numero di accessi negli ultimi 10 anni, nelle facoltà di medicina, è stato assolutamente insufficiente per quelle che sarebbero state le necessità di medici oggi. Fino all’era pre-Covid venivano ammessi per anno tra gli 8 e i 10 mila studenti, mentre “io ricordo bene, ha detto Schillaci, che la Conferenza dei Presidi chiedeva che il numero fosse portato a 12 mila.
Quindi c’è stato per anni un gap di almeno 4 mila ingressi e questo oggi lo scontiamo”. Il ministro rimarcato che esiste anche un problema di disaffezione verso il Ssn ma il problema della mancanza di medici non si risolve abolendo il numero programmato a Medicina, perché “tra corso di studio che dura sei anni e specializzazione i medici li avremo tra 10 anni. Vanno trovate delle soluzioni oggi”. A breve, peraltro, partirà una campagna per aumentare le vaccinazioni, onde aumentare il numero di adesioni per le immunizzazioni contro il Covid e contro l’influenza stagionale, soprattutto tra gli anziani e i fragili.
“Ad oggi, dai dati in nostro possesso, meno del 30% delle persone di riferimento hanno fatto il secondo booster per il Covid – ha affermato il ministro – e anche l’influenza in era pre-covid causava in Italia molti decessi tra gli anziani. Credo che questa sia una campagna di responsabilità per ribadire l’impegno di questo governo sul fronte del Covid e anche dell’influenza”.