Roma – I clan mafiosi quieren Espana

La Spagna, per la sua posizione geografica, rappresenta il crocevia dei narcos. La relazione della DIA conferma la presenza delle mafie italiane perfettamente integrate con i narcotrafficanti locali.

Roma – Dalla reazione della Diansi evince che le numerose requisizioni di narcotici eseguiti nel recente periodo indicano il ruolo della Spagna quale uno delle principali porte europee di ingresso della cocaina e dell’hashish. La sua posizione geografica, prospiciente le coste settentrionali del Maghreb, l’ampiezza delle sue coste, la vicinanza linguistico – culturale ai principali Paesi produttori della cocaina e la storica integrazione delle comunità marocchine, sono fattori che favoriscono le unioni criminali tra le organizzazioni autoctone e quelle fornitrici di stupefacenti.

Le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla, presenti nell’Africa settentrionale, rappresentano punti strategici di transito del flussomdi hashish proveniente dal Marocco e destinato sia al mercato interno spagnolo, sia all’esportazione verso altri Paesi europei. La maggior parte della cocaina, invece, proviene dai porti del Brasile e dell’Ecuador. Recentemente ha acquisito importanza anche la c.d. “Rotta Africana”, lungo la quale lo stupefacente è trasportato via mare verso i Paesi dell’Africa occidentale e del Golfo di Guinea (ad esempio il Senegal, il Mali e la Costa d’Avorio) e successivamente introdotto in Europa, passando dal Nord Africa e, per l’appunto, dalla Penisola iberica.

A causa del predetto posizionamento nell’ambito del narcotraffico, la Spagna è senza dubbio uno dei Paesi europei ove si registra una forte presenza della criminalità italiana, i cui settori d’interesse variano, altresì, dall’attività di riciclaggio alla copertura dei latitanti. Per tali motivi è stato previsto il consolidamento della cooperazione con le forze di polizia spagnole, che si è rafforzata con l’adesione dell’Unidad Droga y Crimen Organizado (UDYCO) e della Guardia Civil alla Rete Operativa Antimafia @ON.


La ‘ndrangheta è presente a Girona e nella provincia di Madrid, a Murcia e in Catalogna, mentre la camorra risulta attiva a Barcellona, Tarragona, ma anche a Valencia, Tenerife ed Ibiza. Nell’arcipelago delle Baleari storicamente si sono inseriti personaggi riconducibili a cosa nostra, che ha interessi, altresì, a Madrid e Saragozza. Infine, a Malaga sono presenti affiliati delle varie matrici mafiose. Nel corso del semestre in esame il ruolo determinante della ‘ndrangheta nel prolifico settore degli stupefacenti è stato testimoniato dall’operazione “Crypto” della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, i cui esiti, conclusi il 14 settembre 2021, hanno evidenziato la propensione al narcotraffico del sodalizio PESCE BELLOCCO nella sua articolazione riconducibile alle famiglie CACCIOLA CERTO PRONESTI, ramificata organizzazione criminale internazionale, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dalla Spagna, oltre che dal Nord Europa, sino a Rosarno e da li, successivamente, di immetterla in molte regioni italiani arrivando anche a Malta.


Una ulteriore attività che vede protagoniste le ndrine calabresi nel territorio spagnolo è quella
relativa al riciclaggio di denaro di provenienza illecita ed al favoreggiamento degli affiliati,
come si evince dall’arresto, eseguito a Madrid il 3 agosto 2021, di un esponente apicale del clan PAVIGLIANITI di San Lorenzo (RC), condannato per alcuni omicidi commessi negli anni ’80 e ’90.
In precedenza l’11 marzo 2021, a Barcellona, era stato tratto in arresto un membro della cosca ROMEO STACCHI di San Luca, inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno, in quanto, nell’ambito dell’operazione internazionale “European ‘Ndrangheta Connection”,
era stato condannato dal GUP di Reggio Calabria per la partecipazione, con ruolo di rilievo, ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico ed al trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.


Lo stesso era, altresì, destinatario di un provvedimento restrittivo, emesso dall’AG di Torino, a seguito dell’attività giudiziaria denominata “Platinum Dia”, che aveva consentito di acclarare la
dedizione, anche nel territorio iberico, della famiglia GIORGI, intesi BOVICIANI, di San Luca
(RC), verso il fruttuoso ambito degli stupefacenti.


Infine il 19 luglio 2021 la Corte d’Appello di Torino ha confermato le condanne per associazione mafiosa, pronunciate in primo grado nel filone abbreviato del processo Geenna, che nel 2019 aveva consentito di individuare una strutturazione di ‘ndrangheta finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti tra la Spagna e l’Italia, nel cui ambito era maturato l’omicidio, avvenuto a Murcia nel 2017, di un esponente di spicco della ‘ndrina NIRTA di San Luca (RC). La criminalità organizzata siciliana, al suo pari, ha fatto registrare delle proiezioni nel territorio iberico per interessi legati al settore del narcotraffico.


In particolare è stata riscontrata la presenza di sodalizi catanesi dediti al traffico della cocaina
proveniente dalla Colombia, oltre che di gruppi delinquenziali originari del trapanese, capaci
di gestire considerevoli partite di sostanza stupefacente lungo la tratta Marocco – Spagna – Italia.
Riguardo al semestre in riferimento si segnala che il 14 dicembre 2021, nell’ambito dell’operazione “Brevis II”, coordinata dalla DDA di Palermo, è stato individuato un lucroso traffico di sostanze stupefacenti, che vedeva l’importazione nel palermitano di hashish di origine marocchina, tramite corrieri campani attivi nella città andalusa di Malaga.


Il territorio iberico è inoltre utilizzato dalle consorterie siciliane per favorire la latitanza di alcuni suoi affiliati, come testimonia la cattura, avvenuta il 17 dicembre 2021, a Galapagar (ES), nei pressi di Madrid, operata da personale della DIA e dell’UDYCO, di un affiliato alla stidda di Campobello di Licata, in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso, dalla Procura di Agrigento, a seguito della condanna alla pena dell’ergastolo quale mandante di un omicidio, consumato nel 1989, durante la guerra di mafia, che vedeva contrapporsi stidda e cosa nostra. Il 24 settembre 2021 a Valencia, nell’ambito di articolate attività d’indagine, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, è stato tratto in arresto un narcotrafficante di origine colombiana, su cui pendeva un mandato di arresto europeo per traffico internazionale di stupefacenti.

Nel dettaglio, l’operazione, eseguita nello scorso maggio, aveva consentito di disarticolare due consorterie criminali operanti nel capoluogo etneo, dedite alla commercializzazione di elevati quantitativi di stupefacenti: la prima, promossa da cittadini colombiani, finalizzata al traffico di cocaina, mentre l’altra, costituita da cittadini albanesi, era attiva nell’importazione di marijuana. Nel territorio iberico si rilevano, inoltre, presenze della criminalità organizzata di matrice campana sia per attività di riciclaggio, che per traffici di stupefacenti.


Al riguardo si segnala che il 23 novembre 2021 un’attività investigativa della DDA di Napoli,
ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di
sostanze stupefacenti, importate nel territorio dello Stato, attraverso contatti con la Spagna ed il Sud America. La medesima Procura, nel successivo 30 novembre 2021, ha coordinato un’indagine nei confronti di alcuni affiliati al clan mafioso SILENZIO di Napoli, ritenuti responsabili di traffico di droga proveniente dal territorio iberico e destinato non solo alle piazze di spaccio di San Giovanni a Teduccio, ma anche a quelle di altri quartieri napoletani (Barra, Secondigliano) e di altri comuni della Campania.


Inoltre, il 28 settembre 2021 è stata eseguita un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dall’AG di Salerno, nei confronti di un sodalizio, finalizzato al traffico di stupefacenti, che aveva ideato un tentativo di importazione di cocaina dal Sud America da recuperare sul territorio spagnolo. Il territorio iberico si conferma luogo di rifugio per i mafiosi latitanti, come dimostrano gli arresti eseguiti nel corso del semestre in riferimento. Infatti, il 7 agosto 2021 presso l’aeroporto romano di Ciampino, mentre si accingeva a prendere un volo diretto a Malaga, è stata catturata la leader del sodalizio LICCIARDI dell’area nord di Napoli, mentre il successivo 25 agosto 2021, a Barcellona, è stato rintracciato un elemento di spicco del clan MAZZARELLA, indagato per associazione mafiosa ed, infine, il 13 settembre 2021 a Malaga è stato arrestato un esponente del clan VANELLA GRASSI, attivo nel capoluogo campano.


Riguardo alla presenza di organizzazioni mafiose di origine pugliese, si segnalano le presenze di alcuni affiliati, che sono dediti ad assicurare il rifornimento di ingenti quantitativi di cocaina e di hashish per il territorio pugliese, campano e lucano. Al riguardo, il 19 ottobre 2021 il GUP del Tribunale di Bari ha emesso un dispositivo di sentenza relativo all’operazione antidroga “Neve di marzo”, che nel 2019 aveva dato luogo alla cattura, alle Isole Canarie, di un pregiudicato foggiano, legato ai clan RADUANO e ROMITO della
criminalità organizzata garganica, che aveva il compito di curare gli approvvigionamenti e
le finanze.

A sottolineare come nel territorio iberico operino anche esponenti di gruppi criminali di origine italiana, non necessariamente legati alle mafie tradizionali, si segnala che l’1 settembre 2021, nell’ambito dell’operazione “Divani & Sofa’”, della Procura di Genova, è stata smantellata un’associazione criminale dedita all’approvvigionamento dalla Spagna di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana da commercializzare tra alcune province lombarde ed altre località italiane ed estere.


Inoltre il 17 dicembre 2021, l’AG di Milano ha coordinato un’attività investigativa ove è emersa l’importazione di ingenti quantitativi di marijuana e hashish dal Marocco, attraverso la Spagna, e di cocaina dal Sud America. Infine, l’1 agosto 2021, nella provincia di Verbano Cusio Ossola, è stato tratto in arresto un cittadino italiano in quanto destinatario di un pacco postale, proveniente dalla Spagna, all’interno del quale vi erano circa kg. 3 di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana.


Recentemente il territorio iberico è utilizzato anche per compiere reati informatici come testimonia un’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Bari, che il 20 settembre 2021 ha consentito di individuare un sodalizio, composto prevalentemente da cittadini italiani di stanza alle isole Canarie, in particolare nel sud di Tenerife, dedito alle frodi on-line e al cyber-riciclaggio di denaro. Il sodalizio, avvalendosi di hacker specializzati in attacchi di phishing e vhishing di ultima generazione e nell’uso di tecniche di ingegneria sociale, riusciva ad impossessarsi dei codici dispositivi dell’home banking di vittime in prevalenza italiane, ma anche spagnole, inglesi, tedesche e irlandesi, disponendo bonifici bancari per migliaia di euro in favore di conti correnti spagnoli intestati a “muli” riciclatori, anch’essi di nazionalità italiana, residenti in Spagna

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