La neve di sangue, brutto presagio

La neve di sangue, rossa a causa di un’alga, offre sicuramente uno spettacolo suggestivo, ma è tutto fuorché un buon presagio. E di questi tempi non ce lo possiamo permettere.

Le Alpi coperte dalla neve di sangue. Si dice che il rosso è il colore della vita. È il sangue, la passione, la rabbia. È il flusso mestruale e il sangue dopo la nascita. Il rosso è il colore dell’amore. Il cuore che pulsa e le labbra affamate. Ma è anche il segno di eventi negativi, di stop, come al semaforo. Ci si deve fermare per non incappare in una multa salata e provocare incidenti. Ed è pure il segnale che le tasche si stanno svuotando, quando il bilancio è in rosso. Pure in natura non è che questo sia il prodromo di buon auspicio, tutt’altro!

Ultimamente è comparso sulle Alpi, ma le sue tracce rosso vivo e le sue sfumature generalmente si posano su tutte le vette del mondo. Gli esperti l’hanno definita: neve di sangue, ma anche watermelon snow (letteralmente neve di anguria) per come appare e per la sua solidità. Lo spettacolo naturale è in grado anche di suscitare emozioni fantastiche ed atmosfere oniriche. Tuttavia, la sua esistenza indica che qualcosa non va per la salute dell’ambiente. In genere, questo tipo di neve è apparsa quasi sempre in estate, ma negli ultimi tempi è comparsa prima e non ne vuole sapere di sloggiare. Un ulteriore segnale nefasto per cui i ricercatori manifestano massima preoccupazione.

La neve di sangue è una neve rossa per via della presenza di un’alga: la Chlamydomonas Nivalis, che in realtà è di colore verde, ma è fornita di un pigmento carotenoide rosso che si combina con la clorofilla. Attraverso la compressione della neve, la pigmentazione diventa più scura, formando delle aree più sensibili allo scioglimento, che attirano in modo considerevole più raggi solari. Questo tipo di alga ha subito un’evoluzione trasformandosi in una nuova, detta Sanguina, che assimila più rapidamente il calore. Inoltre è dotata di una sorta di crema solare che la protegge, assorbendo calore. In questo modo fioriscono altre alghe che si possono espandersi fino a 30 metri e penetrare in profondità per oltre 30 centimetri.

La chlamydomonas Nivalis al microscopio

La Sanguina desta preoccupazione per due motivi: questa alga fa sciogliere la neve molto velocemente, le aree si stanno sempre più insecchendo perché il riscaldamento globale accelera la sua proliferazione e protezione, rendendola più resistente e la sua espansione è molto veloce, a diverse altitudini. Mentre prima la si poteva rintracciare tra il 10milla e 12mila metri d’altezza, ora sono stati raccolti campioni, addirittura, a 2500 metri. Questi due motivi non fanno altro che accrescere le preoccupazioni, anche perché sono necessari e urgenti modalità per arginare questo fenomeno, che al momento non sono state ancora trovate.

Secondo gli esperti, questo è l’ennesimo segnale d’allarme per la vita del Pianeta, che è a fortissimo rischio sia per il surriscaldamento che per la siccità. Alcuni gruppi di ricercatori si sono già attivati per monitorare i volumi attuali di neve presenti sulle diverse cime della Terra. Per quanto riguarda casa nostra, le Alpi sono le zone preferite dalla perfida Sanguina. Sono state riscontrate, infatti, spazi sempre più numerosi assoggettati al suo volere e macchie secche sempre più diffuse. Secondo il direttore del CEA, un centro di ricerca sull’energia atomica e su quelle alternative di Grenoble Francia, Alberto Amato, quest’alga sembra crescere in maniera vertiginosa.

Grafico delle emissioni annuali di Co2 dal 1750 al 2020

Entrando in contatto con la CO2 (anidride carbonica), alle diverse altezze, si potrebbe avere un impatto sconvolgente. La preoccupazione aumenta sempre di più, così come gli studi. Speriamo solo di non essere arrivati troppo tardi. Perché, come recita un vecchio motto partenopeo: Mentre il medico studia, il malato muore. Come a dire: Mentre gli scienziati studiano le alghe, la montagna crolla!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa