Per un cavillo giudiziario si dovrà rifare il processo. I genitori delle due piccole vittime temono una pena ancora meno severa rispetto a quella dei 9 anni inflitti a Rosario Greco il cui fuoristrada aveva falciato i due ragazzini che stavano giocando davanti casa. Tutte le promesse dei politici sull’inasprimento delle pene per l’omicidio stradale sono rimaste parole.
Vittoria – Il presunto assassino dei due cuginetti vittoriesi esce dal carcere e va ai domiciliari. Le famiglie delle piccole vittime sono rimaste basite e non hanno più occhi per piangere. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 9 anni di carcere per Rosario Greco, pregiudicato di 40 anni, l’uomo che ha travolto e ucciso con il suo Suv, guidando in stato di alterazione psicofisica, i piccoli Alessio e Simone D’Antonio, entrambi di 11 anni.
Il processo dunque si dovrà ripetere e nel frattempo Greco, già uscito dal carcere, è stato posto ai domiciliari a partire dallo scorso 1 giugno. L’istanza, accolta dalla Corte d’Appello, è stata presentata dal legale di Greco, avvocato Nunzio Citrella. La Cassazione ha annullato la precedente sentenza per un “vizio di motivazione” dell’appello, concernente il rigetto della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa.
Un cavillo che può rimettere in gioco anche la condanna, che potrebbe anche essere più lieve di quella che a tutti è apparsa come poco esemplare attesa la morte violenta di due ragazzini:
”… Non conosciamo la motivazione – dice Alessandro D’Antonio, padre del povero Alessio e zio di Simone – ma non é giusto. Già i 9 anni inflitti sembravano pochi, ma ora che potrebbero venire ridotti rappresentano un pensiero che non ci dà pace…Sono venuti i ministri Salvini, Bonafede e Di Maio a Vittoria, da noi a casa. Ci avevano promesso un disegno di legge in grado di evitare che chiunque si trovi alla guida di un veicolo, ubriaco o drogato, una volta giudicato colpevole non debba scontare solo qualche anno di carcere o uscire addirittura prima…
…Ecco, ancora aspettiamo! Ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Il nuovo governo Draghi, a quanto ci dicono, non ha alcuna intenzione di fare una nuova legge nel nome di Alessio e Simone e per tutte quelle famiglie alle quali é stato strappato un figlio da una persona che guidava in stato di alterazione psichica. Ma quei ministri che cosa sono venuti a fare a Vittoria? Solo passerelle…”.
Alessandro D’Antonio con il fratello Tony e le mogli Lucia e Valentina non intendono arrendersi e non lo faranno:
“…Abbiamo rispettato i tempi – aggiunge D’Antonio – il rallentamento dovuto alla pandemia…Ma quanto tempo ci vuole? Quante famiglie dovranno ancora soffrire com’é accaduto a noi? Qualche giorno dopo la tragedia dei nostri figli, un’altra ragazza é stata investita ed uccisa da un ragazzo drogato al volante. Ecco quell’uomo è già libero…
…Ma la famiglia di quella ragazza, le nostre famiglie, ripeto, hanno una condanna a vita. Nessuna pena potrà mai cancellare il dolore che sentiamo ma una condanna giusta e severa lo può almeno attenuare. La norma che riguarda l’omicidio stradale deve essere modificata e le pene debbono essere certe e inasprite. Al volante può sempre accedere una disgrazia, un incidente. Ma è intollerabile che ci metta alla guida alticci e fatti di droga. Servono i fatti, non le sfilate…”.
Rosario Greco era stato condannato a 2 anni di carcere per lesioni aggravate in danno di un uomo di 35 anni con il quale aveva avuto uno scontro il 15 giugno del 2019, un mese prima della duplice tragedia. Poi quella maledetta sera del 10 luglio 2019 quando in via IV Aprile, angolo via Gaeta, i due cuginetti, che stavano giocando davanti alla porta di casa, venivano falciati dal fuoristrada di Greco.
L’auto, a gran velocità, sbandava dopo aver superato una curva stretta e subito dopo strisciava violentemente con la fiancata sinistra lungo le mura perimetrali di diverse abitazioni. La folle corsa finiva dopo aver travolto Alessio e Simone.
Greco scendeva dall’auto in stato confusionale seguito dagli altri tre passeggeri, che poco dopo fuggivano. Sul luogo accorrevano le ambulanze del 118 e le volanti della polizia oltre a decine di cittadini che attorniavano i genitori dei due bambini sconvolti dal dolore. Per il povero Alessio non c’era più nulla da fare mentre Simone spirava in ospedale quattro giorni dopo.