I reclami, le proteste e le richieste accorate nulla hanno potuto contro l’esperimento giudiziale del tribunale di Brescia con forno fusorio. Vittima della pratica un maiale ribattezzato simbolicamente Cuore dagli animalisti. La Procura ha risposto agli animalisti chiarendo i particolari della realizzazione del mezzo di prova.
Brescia – La storia di Cuore è diventata simbolo di tutti gli animali che vengono ancora sfruttati e uccisi. Cuore rappresentava tutti gli animali rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti e mandati a morire nei mattatoi, resi invisibili agli occhi del mondo, privati dei loro diritti di esseri senzienti. La fine che ha fatto il povero Cuore è la fine di tutti gli animali d’allevamento, considerati “già morti”, come se la loro vita non contasse nulla.
“Già morto“, sono proprio queste le parole usate dal tribunale di Brescia per difendere l’utilizzo a fini probatori di un maiale scelto tra quelli che quotidianamente vengono conferiti all’istituto zooprofilattico, prelevati dagli allevamenti perché deceduti e destinati allo smaltimento.
“…Dare un nome a un maiale che probabilmente non era ancora stato scelto, di cui non si sapeva nemmeno se fosse maschio o femmina, è stato il nostro tentativo di restituire a tutti gli animali degli allevamenti la loro identità di esseri senzienti – commentano gli attivisti di Meta Parma e Avi Parma – anche la scelta del nome “Cuore” non è stata casuale, poichè era proprio quello che chiedevamo di avere per questa creatura e per tutti gli animali: un po’ di cuore…”.
Cuore è stato scelto tra gli animali uccisi negli allevamenti, soppressi o morti di stenti per cause indotte. Gli animali rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti non possono definirsi mai animali sani, hanno ferite e piaghe da decubito dovute alla reclusione in gabbia e alla mancanza di possibilità di movimento adeguato. Sono animali tristi, psicologicamente provati, spaventati, isolati dal mondo, trattati come oggetti, come se fossero nulla.
Se sono malati sono considerati non macellabili e vengono soppressi, la morte naturale per un animale da allevamento non ha mai tempo di arrivare, e giustificarsi dicendo che gli animali sono “già morti” significa togliere loro ancora una volta la dignità di esseri viventi.
“…Serve un maiale, irrimediabilmente ammalato, di quelli con il destino segnato e in imminente scadenza. Dovrà essere sottoposto ad un prelievo del Dna, poi ucciso, vestito con indumenti simili a quelli che Mario Bozzoli indossava quella sera e infine, entro le 24 ore dalla sua dipartita, dovrà essere gettato in un forno da fonderia…”.
Questa la proposta del tribunale di Brescia per utilizzare un maiale per un esperimento giudiziale, e così è stato.
Non siamo riusciti a salvare la vita di Cuore, ma la sua storia potrà servire a smuovere le coscienze e ad aiutare tutti gli altri animali rinchiusi negli allevamenti o nei laboratori di sperimentazione. Tantissime persone hanno firmato la petizione per salvare Cuore, e questa storia è arrivata ovunque. Forse c’è ancora speranza per tutti gli altri.
Nella petizione, per la morte del povero maialino, è stato scritto un breve testo dal titolo “Ciao Cuore“:
Parlami di te piccolo Cuore, dimmi quanto hai avuto paura, solo, dimenticato da tutti, e quanto buio e quanto dolore i tuoi occhi hanno visto, chissà che cosa hai guardato tutto il tempo, chiuso in quella gabbia, tra quelle mura. Chissà cosa si prova a esistere ed essere invisibili, chissà cosa si sente a esserci e non essere mai visti.
Oggi non ci sei più, ti hanno fatto del male, ti hanno tolto la vita, non potrai mai più tornare qui, nessuno saprà nulla di te, nessuno saprà il colore dei tuoi occhi, e quanto ti batteva forte il cuore per la paura. Nessuno sa, nessuno vuole sapere, mentre tanti piccoli cuori vengono uccisi.
Corri veloce ora Cuore, come non hai mai potuto fare, rinchiuso in quelle gabbie.
Ciao piccolo Cuore, ora sei libero.
Firmare è ancora importante, per far sapere che noi tutti ci siamo, a supporto di queste vittime innocenti. Di seguito il link alla petizione: change.org/salviamocuore