Una ricorrenza dimenticata specie in Italia dove si pensa ad altro in questa guerra che ci procurerà ferite profonde, specie alla nostra economia. Confindustria smentisce il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo il quale l’Italia non corre il rischio di recessione. Infatti ce la passiamo cosi bene che milioni di famiglie fanno la fame, centinaia di imprese chiudono, i prezzi aumentano ogni giorno mentre i salari sono gli stessi da anni. Ma a che gioco giochiamo?
Roma – Il 25 Aprile, non solo in Italia, viene ricordato sempre con grande enfasi nonostante la ricorrenza sia stata preceduta da polemiche e critiche. Per l’anniversario della Liberazione ANPI Bruxelles, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso il Regno del Belgio, commemorano l’appuntamento a Molenbeek, una delle 19 municipalità della capitale.
A rue de la Perle 10 verrà deposto il “fiore del partigiano” sulla pietra di inciampo dedicata a Etrusco Benci, antifascista catturato e poi fucilato dai nazisti al Tir National. Il luogo è simbolico poiché riassume il contributo che gli emigrati italiani hanno voluto dare alla Liberazione del Belgio: “…Nel condominio di rue de la Perle – ricorda la sezione di Bruxelles dell’ANPI – hanno soggiornato molti emigrati italiani che con coraggio hanno combattuto per la Liberazione dal nazismo…”.
La cerimonia è presieduta dall’ambasciatore d’Italia presso il Regno del Belgio Francesco Genuardi e dal presidente dell’ANPI di Bruxelles Roberto Galtieri. Interverranno il rappresentante permanente dell’Italia presso l’UE, Pietro Benassi, il rappresentante permanente aggiunto, Stefano Verrecchia, il rappresentante permanente presso il COPS, ambasciatore Marco Peronaci ed il rappresentante permanente presso il Consiglio Atlantico della NATO, ambasciatore Francesco Talò.
Dopo due anni di limitazioni a causa della pandemia anche in Italia tornano i cortei e le manifestazioni per celebrare il 25 aprile. In Sicilia sono in programma numerose cerimonie di commemorazione, a partire da Palermo, dove alle ore 9 l’Anpi deporrà alcune corone d’alloro sulla lapide dei caduti di Cefalonia e dei fiori al cippo di Pompeo Colajanni. Alle 10 partirà il corteo della Pace, che da via Libertà e via Ruggero Settimo si concluderà davanti al teatro Massimo.
A Catania, dopo il ricordo alle 9.30 davanti all’albero rosso di via Dusmet delle persone Lgbtqi+ che hanno partecipato alla Resistenza e il corteo lungo via Etnea, alle 10,45 in piazza Machiavelli ci sarà la deposizione di una corona d’alloro sulla lapide collocata nella casa natale della partigiana Graziella Giuffrida.
Eppure, tanto per tornare in Europa, c’è una manifestazione di cui non parla più nessuno e proprio per il 25 aprile: Il V-E Day, che sta per Victory in Europe Day. Un anniversario quasi totalmente ignorato in Italia.
Eppure questo evento ha segnato la fine della II Guerra Mondiale sul fronte europeo, dopo l’atto di capitolazione militare della Germania nazista firmato a Reims il giorno precedente, con le truppe tedesche che deposero ovunque le armi.
A Praga, infatti, le truppe tedesche si arresero ai sovietici dopo una battaglia finale che era costata ai due eserciti decine di migliaia di soldati, ma anche a Copenaghen e a Oslo, a Karlshorst, quartiere di Berlino, come nel nord della Lettonia. Per dire che le guerre rovinano aggressori e aggrediti. Basti pensare che delle grandi città tedesche non ne rimase in piedi una. Ricordiamolo.
Subito dopo la capitolazione dei tedeschi si rese necessaria, però, una seconda cerimonia, alla presenza anche di una delegazione sovietica, perché Stalin pretese che la resa ufficiale avvenisse in presenza del generale Zhukov e spostò la data della resa, visto che il protocollo finale venne firmato a Berlino quando a Mosca era già il 9 maggio. Questa discrepanza di date rappresenta sempre più, alla luce degli ultimi avvenimenti, un discrimine storico e ideologico.
E’ significativo, infatti, che l’Ucraina dal 2015 abbia scelto di festeggiare la vittoria sul nazismo non più il 9 come a Mosca, ma l’8 maggio, in linea con quanto accade in quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale (tra cui Gran Bretagna e Francia) tranne, appunto, l’Italia. La Costituzione del Bel Paese ripudia la guerra ma le cose stanno diversamente. Quest’anno, forse, c’è poco da festeggiare.