Fisco Italia da Guinness dei Primati: 22 anni di crediti non riscossi

Un magazzino miliardario, anzi di più, di soldi che non arriveranno mai nelle tasche voraci dell’Erario dunque perché non mettere fuori ruolo le cartelle esattoriali e “riabilitare” migliaia di imprenditori pronti a ricominciare? Perché non sfruttare proprio questo momento di recessione per rimboccarsi le maniche? A che cosa serve tentare di strappare il nulla a chi non ha più niente?

Roma – Ancora tristezze e patimenti: a dura prova i portafogli già vuoti degli italiani. Fisco e tasse sono un argomento sempre al centro dell’attenzione e del dibattito politico ma se non si alleggerisce la pressione fiscale e le pretese davanti ad una economia traballante, anche familiare, non cambierà nulla. L’evasione fiscale rimane uno dei problemi cronici per l’Italia, visto che l’ammontare delle tasse non riscosse da decenni rimane invariato, con picchi incredibili.

Enrico Maria Ruffini (Foto Vincenzo Livieri)

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Enrico Maria Ruffini, ha dichiarato senza mezzi termini: “…Il magazzino dei crediti non riscossi attualmente, per esempio, ha sfondato il tetto dei 1.100 miliardi di euro A tale aumento ha contribuito l’assorbimento della Riscossione SiciliaIl Magazzino è in continuo aumento ed è ingestibile…”. Una situazione, in pratica, spaventosa.

La storia continuerà all’infinito se si ripeteranno le stesse cose. Ancora, comunque, non si è risolto nulla e non si potrà risolvere nulla, se non si pongono fuori ruolo tutti i debiti divenuti ormai inesigibili.

Agenzia delle Entrate: ogni hanno entrano nelle casse dello Stato solo 10 mld a fronte dei 70 da riscuotere.

Ma ciò che appare logico non sempre è percorribile. Allora se non si possono annullare questi debiti, perché appare discriminatorio ed ingiusto dal punto di vista etico e legale, perché non fare una proposta di concordato nominale? Magari con importi veramente irrisori, tanto per uscire definitivamente da queste pastoie burocratiche che non fanno altro che aggrovigliare i nodi burocratici dell’amministrazione? Perché non liberare dal cappio dell’invisibilità i debitori che non possono assolvere il debito?

Cosi facendo si darebbe a tanti imprenditori e migliaia di famiglie la possibilità di uscire dal limbo degli esclusi e del lavoro nero, ponendoli in una situazione di trasparenza fiscale e contributiva. Peraltro quello del Bel Paese è un magazzino unico al mondo e nessuno terrebbe 22 anni di crediti non riscossi. D’altronde a che cosa servirebbe?

Le tasse non riscosse hanno sfondato il tetto di 1.100 mld di euro

“…Si devono fare delle scelte – aggiunge Ruffini – ed è dal 2015 che il Parlamento è informato di questa situazione. Un magazzino così non può essere gestito. Si sono fatti diversi tentativi con la rottamazione, il saldo e stralcio e altri istituti similari, che non hanno portato però alla sua riduzione in quanto un contribuente pur volendosi mettere in pari con lo Stato, se non possiede nulla e non ha come pianificare e spalmare il proprio debito negli anni, non ha vie d’uscita. Azzerare e ripartire si può, se si vuole…”.

In pratica, secondo quanto affermato da Ruffini, nel magazzino entrano 70 miliardi di crediti da riscuotere e ne escono meno di 10 mld di crediti riscossi. Così allo stato attuale il magazzino ha circa 130.140 mln di cartelle con 16 milioni di cittadini iscritti a ruolo. In sostanza non si possono assimilare tali crediti che lo Stato vanta all’evasione fiscale. E’ improprio e maldestro. Sarebbe opportuno che la lotta all’evasione fiscale rientri nella bozza della delega fiscale. E subito.

Come uscire dai debiti se si è nullatenenti? Secondo la Legge 3/2012 è possibile cancellare il debito.

L’obiettivo è certamente ridurre l’evasione e l’elusione fiscale, anche attraverso la piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, ma con il deposito dei crediti non riscossi non c’entra nulla.

Inutile, dunque, il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, se non si liberano questi debitori, per necessità, dall’onta della black list che ne impedisce ogni movimento, precludendoli la possibilità di ricominciare.

Rimane ferma la salvaguardia dei dati personali ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio. Dal febbraio 2009 fino al 31 dicembre 2021, sono state inviate dai Comuni circa 120.000 segnalazioni, acquisite dagli uffici dell’Agenzia, ma ciò non cambia il problema.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa