Praticamente nessuno dei settori dell’impresa italiana è al riparo dalla crisi degli approvvigionamenti di materie prime. Il settore automobilistico ha chiuso il primo trimestre con una perdita drammatica, ora si teme per quello dell’arredo, con un pensiero al Salone del Mobile che si terrà a Giugno.
Roma – Il mercato dell’auto italiano nel mese di marzo 2022 ha chiuso in maniera decisamente negativa con oltre 50.000 immatricolazioni in meno, un crollo pari al 29,7%. Di questo passo il 2022 potrebbe chiudersi con un calo di oltre 22% rispetto all’anno precedente. I prezzi alle stelle, a fronte di scarsa qualità del prodotto, scoraggiano chi vuole acquistare un’auto nuova ma anche per i veicoli usati la situazione non cambia. E le speculazioni sono dietro l’angolo.
Nel dato di marzo ha pesato l’attesa degli incentivi oltre che la mancanza di disponibilità e di scelta di veicoli. La causa è la ormai cronica carenza di approvvigionamenti che hanno fermato gli impianti di assemblaggio, sin dall’inizio del 2021, a causa delle restrizioni Covid-19 in Cina, adesso ancor più aggravate dalla guerra in Ucraina.
Il mercato dell’auto non è l’unico in sofferenza in conseguenza di pandemia e guerra. I rifornimenti delle materie prime e dei metalli di maggior importanza per l’economia globale hanno raggiunto un minimo storico. Le scorte sono sempre minori e i prezzi continuano a crescere. La guerra nell’est Europa e il caro energia stanno rallentando la ripresa dell’economia italiana.
Le catastrofi che si sono abbattute negli ultimi anni, Covid-19, guerra, sanzioni, necessariamente faranno rivedere i sistemi di rifornimento delle merci sino ad ora sempre più globalizzati. L’utilizzo di parti provenienti da tutto il mondo sta da qualche tempo mostrando le sue criticità. Già la prima avvisaglia si era avuta nel 2018 con la guerra commerciale Usa-Cina, poi pandemia e conflitto bellico hanno fatto il resto, cronicizzando le problematiche.
Le imprese stanno correndo ai ripari con gli approvvigionamenti multipli ma di questo passo non è escluso che si arrivi a una deglobalizzazione. Le aziende hanno mostrato la loro vulnerabilità in caso di interruzione delle scorte e ciò ha fatto sì che i governi, per questioni di sicurezza nazionale, desiderino raggiungere l’autosufficienza e la certezza di accessibilità ai beni chiave. In Cina è stata definita “doppia circolazione” e in Europa invece “sovranità tecnologica” in quanto si occupa di salvaguardare la sicurezza di prodotti tecnologici.
Anche la filiera del legno-arredo, dopo la crisi del Coronavirus di due anni fa, nel 2021 aveva avuto un rilancio ma adesso è di nuovo in crisi. Lo scorso anno le imprese della filiera avevano avuto un importante recupero ma nel 2022 la difficoltà di reperimento delle materie prime e il rincaro delle bollette si tradurranno necessariamente in diminuzione del fatturato e aumento dei prezzi, nonostante il bonus del governo. Peraltro la Russia è il primo fornitore di legno di betulla per l’Italia e visto che la Russia ha bloccato le esportazioni di tronchi di conifere e di latifoglie di pregio, le scorte si stanno via via esaurendo.
Il nostro Salone del Mobile è la fiera più importante del settore e si teme per il prossimo appuntamento di Giugno. Come è noto le sanzioni contro Mosca influiscono su divere materie prime chiave come gas, petrolio, metalli industriali, ma anche le colture principali scarseggiano. L’invasione dell’Ucraina e la chiusura dei porti hanno impedito l’esportazione in Europa di prodotti alimentari chiave come orzo, grano e mais.
Persino le riserve di caffè arabica, la qualità amata dai cultori dell’espresso, sono a rischio. Gli italiani si lamentano del prezzo delle bollette ma non sembrano preoccuparsi del resto. Forse quando dovranno rinunciare alla “tazzulella ‘e cafè” prenderanno coscienza di ciò che sta avvenendo.