VILLA SAN GIOVANNI – VIGILIA DI NATALE DA DIMENTICARE: ORE DI FILA PER FAVORIRE I PRIVATI

La storia si ripete ormai da decenni senza che nessuno abbia mai risolto la questione: si favorisce il privato in danno dell'ente pubblico con un dispendio economico incalcolabile. Il tragico copione si ripeterà quando migliaia di siciliani dovranno ripartire per il Centro e Nord Italia e in occasione di tutte le feste comandate.

Villa San GiovanniLunghe file agli imbarcaderi della società Caronte mentre i traghetti delle Ferrovie dello Stato, come da anni a questa parte, fanno la spola fra Scilla e Cariddi praticamente vuoti. Le attese hanno superato le tre ore e il serpentone di camion e auto diretti in Sicilia si è mosso molto lentamente costringendo gli automobilisti ad una fila estenuante che si è conclusa in parte dopo la mezzanotte.

Lo scandalo è sotto gli occhi di tutti da decenni. Uscendo dall’autostrada Salerno – Reggio Calabria, nonostante le recenti modifiche al percorso reso più agevole, ci si imbatte per forza di cose in un micidiale imbuto. In estate e durante le festività, come del resto in tutti gli altri giorni dell’anno, la maggior parte del traffico veicolare è smaltito dalla società Caronte & Tourist Spa a mezzo di propri natanti alcuni dei quali acquistati “usati” presso altre compagnie di navigazione del Nord Europa.

Code interminabili nel piazzale del porto

A fronte del pagamento di tariffe che definire care è davvero un eufemismo, i servizi a disposizione di passeggeri e automobilisti sono praticamente nulli, sia a terra che in nave. In caso di lunghe code, infatti, sui piazzali di attesa non esistono servizi igienici, men che meno strutture per la rivendita di generi di prima necessità.

A bordo, in caso di nave a pieno carico, gabinetti e bar costringono le utenze ad altre file interminabili. In caso di eventi eccezionali, come quello del rientro nell’isola di migliaia di persone, non si comprende perché il traffico veicolare non sia stato “smistato” fra traghetti privati (indicati con cartelloni, segnali e indicazioni di direzione con caratteri cubitali illuminati e catarifrangenti) e quelli pubblici di “Bluferries” gestiti dal Gruppo Ferrovie dello Stato italiane (indicati con segnaletica orizzonte e verticale praticamente invisibile) le cui navi, ormai da decenni, percorrono lo Stretto di Messina, nei due sensi, senza veicoli a bordo, fatta eccezione per qualche nostalgico del Ferry-boat.

Altre file agli imbarcaderi

Lasciando stare i problemi di interesse politico ed economico ormai arcinoti a tutti e già di per sé scandalosi, e che tanto somigliano alla distruzione della sanità pubblica a vantaggio di quella privata, è incomprensibile ed estremamente fastidioso ritrovarsi in fila per ore ed ore quando sarebbe possibile traghettare molto più velocemente. Prima delle rampe di imbarco il traffico veniva ulteriormente rallentato da diverse pattuglie della polizia che chiedevano agli automobilisti la compilazione dell’autocertificazione.

Anche in questo caso una stranezza: accanto alla firma del dichiarante gli agenti in servizio a Villa San Giovanni hanno richiesto agli automobilisti di annotare il proprio numero di targa, obbligo questo che non trova alcun riscontro sui Dpcm in vigore. Superata l’ultima barriera e con l’avvicinarsi della fatidica mezzanotte, che faceva scattare in tutta Italia la zona rossa, ovvero la massima restrizione per tutti, si dava il via libera all’imbarco non prima di aver atteso il solito “omino” per la convalida elettronica del biglietto nonostante la presenza di più postazioni Telepass che obbligano l’automobilista al ritiro del titolo di viaggio.

Una volta giunti finalmente a Messina, altro imbuto: è già mezzanotte passata ma altri agenti, stavolta della Forestale, “invitano” gli automobilisti ad effettuare il tampone. Una sola area “Usca“, acronimo di Unità speciale di continuità assistenziale, per migliaia di autoveicoli. La maggior parte delle auto (e dei camion), con famiglie a bordo stremate dalla stanchezza di lunghi viaggi, passano oltre.

Finalmente a bordo: a Messina altro imbuto.

E tutti via verso le proprie residenze lasciandosi alle spalle una baraonda straordinaria senza alcun senso. Decine e decine di automobilisti hanno poi dovuto ri-compilare altra autocertificazione per giustificare la propria “mobilità” alle numerose pattuglie messe in campo dal governo per i controlli relativi alla zona rossa nazionale.  Molti di loro sono giunti a destinazione poche ore fa. Non c’è che dire una vigilia di Natale che non dimenticheremo. Auguri. 

 

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