Villa Azzurra: il cortometraggio sul manicomio dei bambini di Grugliasco

‘E poi tutti giù per terra’ di Valter D’Errico racconta una pagina nera: la struttura aperta nel ’64 e poi chiusa nel 1978 grazie alla legge Basaglia.

Torino – C’è una brutta storia, una storia passata ma utile per ricordare e riflettere. E’ la storia di Villa Azzurra, manicomio per bambini in Italia, situato a Grugliasco. Aperto nel 1964 e chiuso solo nel 1978 grazie alla legge Basaglia, è stato un luogo che ha segnato profondamente la vita di molti piccoli ospiti, che vi hanno vissuto tra sofferenze e abusi in un sistema che li ha relegati ai margini della società. Ora il cortometraggio ‘E poi tutti giù per terra’ del regista, sceneggiatore e produttore Valter D’Errico, racconta quella pagina nera. Una storia vera che pochi conoscono ma che non può essere dimenticata e fatta conoscere al pubblico. Un cortometraggio-denuncia sulle violenze subite tra quelle mura.

Attraverso questo lavoro, racconta il regista, “intendo denunciare le violenze psicologiche e fisiche inflitte ai bambini, che, sebbene in forme diverse, purtroppo persistono ancora oggi. Il cortometraggio non vuole solo raccontare una pagina buia della nostra storia, ma anche lanciare un messaggio forte: la violenza sui bambini, in qualunque forma si presenti, deve essere riconosciuta e fermata. Il mio obiettivo è mettere in luce una realtà troppo a lungo ignorata e stimolare una riflessione su come la società tratta i più vulnerabili. Non possiamo più permettere che storie come quella di Villa Azzurra si ripetano”.

Nel cortometraggio c’è Carlo, un bambino di 12 anni, che fugge disperatamente dal padre violento e trova rifugio presso Villa Azzurra, un luogo spettrale abitato dai fantasmi di bambini vissuti negli anni ’50, vittime di orribili abusi all’interno dell’istituto. I piccoli raccontano a Carlo le loro storie di sofferenza e soprusi sotto il regime crudele del Dottor Coda. Spronato dai nuovi amici a chiedere aiuto, Carlo trova il coraggio di denunciare non solo il padre, ma anche di dare voce ai bambini dimenticati di Villa Azzurra. Quando i vigili intervengono, i fantasmi dei bambini, finalmente liberati, scompaiono gioiosi nel nulla, mentre un campanile suona a festa. Un monito sulla crudeltà nascosta nella storia, ricordando la chiusura reale di Villa Azzurra nel 1979, simbolo di un’epoca oscura per l’infanzia.

Nel 1970 il fotografo Mauro Vallinotto riuscì ad entrare con un sotterfugio nella palazzina B dove erano ricoverati i bambini e salì nei dormitori. Travestito da medico scattò una serie di fotografie che fecero scalpore: bambini legati mani e piedi ai letti, ricoperti di mosche, impossibilitati a muoversi, alcuni giacevano con i loro escrementi; ma la foto che fece più scalpore fu quella definita crocefissione di Maria nella quale veniva ritratta una bambina, di circa 6-7 anni, completamente nuda, legata mani e piedi al letto con le braccia divaricate come se fosse crocifissa. Le foto vennero pubblicate il 26 Luglio 1970 sull’Espresso e lo stesso giorno i carabinieri entrarono nella struttura. Da quel momento iniziò la fine del manicomio dei bambini.

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