Via libera alla riforma delle concessioni balneari: proroga fino a settembre 2027

L’ha deciso il Consiglio dei ministri in un decreto legge, dopo anni di continue proroghe e rimproveri da parte dell’Unione Europea.

Roma – Si chiude il caso balneari. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma delle concessioni: una misura contenuta in un decreto legge su materie oggetto di procedure d’infrazione europee. Il decreto legge, ha spiegato una nota di Palazzo Chigi in cui si sottolinea anche la collaborazione tra Roma e Bruxelles, “consentirà di agevolare la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot”. La Commissione Ue ha fatto sapere di accogliere “con favore” la decisione dell’Italia. La questione della riforma delle concessioni balneari, prima del Cdm, è stata al centro di un vertice fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Presenti anche il leader di Noi moderati Maurizio Lupi e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che ha seguito il confronto con Bruxelles nella messa a punto del provvedimento. I punti principali della riforma delle concessioni balneari, ha fatto sapere ancora Palazzo Chigi, sono: l’estensione della validità delle attuali concessioni fino a settembre 2027, l’obbligo di avviare le gare entro giugno 2027, la durata delle nuove concessioni da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati.

C’è anche l’obbligo di assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni.

Tra i criteri di valutazione delle offerte, sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. Positivo il commento dell’Ue: “La Commissione accoglie con favore la decisione dell’Italia sul caso delle concessioni balneari. Ciò fa seguito a scambi costruttivi – ha detto una portavoce della Commissione Ue – attraverso i quali la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un’intesa comune sul quadro legislativo della riforma delle concessioni balneari italiane alla luce del diritto dell’Ue, con una soluzione globale, aperta e non discriminatoria che copra tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni”.

La protesta dei balneari il 9 agosto scorso

E ancora: “In questa fase la Commissione non ha preso alcuna decisione formale nell’ambito della procedura di infrazione. La Commissione valuterà il decreto legge adottato dalle autorità italiane alla luce dell’intesa comune. La Commissione rimarrà in stretto contatto con le autorità italiane per quanto riguarda le misure di attuazione e l’effettivo completamento del processo di gara e di rinnovo di tutte le concessioni esistenti, entro i tempi concordati”. Da tempo infatti la Commissione rimprovera all’Italia di non avere applicato la cosiddetta direttiva Bolkestein del 2006, che impone tra le altre cose di aprire il mercato balneare alla concorrenza. Dato che le coste appartengono al demanio dello Stato non possono essere vendute a un privato, ma solo concesse per un periodo limitato di tempo, alla fine del quale la licenza andrebbe riassegnata con una gara d’appalto.

Nelle scorse settimane ad esprimersi sulle concessioni è stata anche l’Antitrust: l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva inviato una segnalazione all’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni chiedendo di evitare ulteriori proroghe e rinnovi automatici, ricorrendo invece “a modalità di assegnazione competitive delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali”. L’Autorità sollecitava gli enti “affinché tutte le procedure selettive per l’assegnazione delle nuove concessioni siano svolte quanto prima” e affinché l’assegnazione “avvenga non oltre il 31 dicembre 2024”, l’attuale limite fissato dalle normative. L’intervento dell’Antitrust era arrivato a pochi giorni dalla protesta sulle spiagge della categoria: il 9 agosto i balneari avevano aperto gli ombrelloni con due ore di ritardo.

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