ponte sullo stretto

Via libera al Ponte sullo Stretto tra promesse e contraddizioni

Salvini celebra l’approvazione del progetto da 13,5 miliardi, ma le 68 criticità tecniche e le sue dichiarazioni del 2016 alimentano le polemiche.

Messina – Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha dato il via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, segnando una svolta storica per quella che sarà “la più grande opera infrastrutturale d’Europa”, come l’ha definita il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini durante l’annuncio ufficiale.

Il ponte, il cui completamento è previsto per il 2032-2033, rappresenterà un primato assoluto: sarà infatti il ponte a campata unica più lungo al mondo, superando gli attuali record detenuti da Turchia, Giappone e Cina. L’investimento complessivo ammonta a 13,5 miliardi di euro e promette di rivoluzionare i collegamenti tra Sicilia e Calabria.

Salvini

I vantaggi in termini di tempo saranno considerevoli: attualmente i treni impiegano tra i 120 e 180 minuti per attraversare lo Stretto, mentre con il nuovo ponte il tempo si ridurrà a soli 15 minuti, con un risparmio di oltre due ore e mezza per passeggeri e merci.

La “metropolitana dello Stretto”

Uno degli aspetti più innovativi del progetto riguarda la creazione di quella che Salvini ha definito la “metropolitana dello Stretto”. Il sistema prevede tre fermate sul versante messinese che collegheranno quotidianamente studenti, pendolari, lavoratori e turisti da una sponda all’altra. Il ponte rappresenta infatti meno della metà del costo complessivo dell’opera, che include un restyling totale delle aree di Messina e Reggio Calabria.

Il sostegno del governo Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato come questa approvazione segni “una tappa fondamentale nell’azione di questo governo”, definendo l’opera “strategica per lo sviluppo di tutta la nazione”. Meloni ha ammesso che si tratta di un progetto complesso ma ha ribadito la determinazione dell’esecutivo: “Ci piacciono le sfide difficili quando sono sensate”.

Sicurezza e contrasto alla criminalità

Particolare attenzione è stata dedicata al tema della sicurezza e del contrasto alle infiltrazioni mafiose. Il ministro Salvini ha assicurato che verranno adottati protocolli simili a quelli utilizzati per Expo e le Olimpiadi, con l’obiettivo di rendere “impermeabile ai malintenzionati” l’intera filiera dell’opera. “Se si dovesse non fare il ponte perché ci sono mafia e ‘ndrangheta, allora non facciamo più niente”, ha dichiarato il vicepremier.

Le voci critiche e le contraddizioni del passato

Non sono mancate le opposizioni al progetto, alimentate anche dalle critiche tecniche emerse negli ultimi mesi. Il Comitato scientifico esterno ha dato parere positivo al progetto ma ha evidenziato 68 criticità tecniche, alcune delle quali collegate ai terremoti e ai test per il vento. Anche l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha manifestato perplessità sulla trasparenza dell’opera e sull’assenza di un progetto esecutivo dettagliato.

Barbara Floridia

Una critica particolarmente pungente è arrivata dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia, che ha ricordato le posizioni passate dello stesso Salvini. Nel 2016, durante un’intervista a “L’aria che tira” su La7, l’attuale ministro aveva dichiarato: “Ci sono parecchi ingegneri che dicono che non sta in piedi”, aggiungendo di non voler “spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando sia in Sicilia che in Calabria i treni non ci sono”, ricordando che “il 90% delle ferrovie in Sicilia è a binario unico e la metà dei treni viaggia a gasolio”.

Anthony Barbagallo, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti, ha definito quella odierna “una giornata triste per il Mezzogiorno”, bollando l’opera come “un colossale spreco di risorse pubbliche” che distoglierà fondi da “trasporti locali, ferrovie moderne, scuole sicure, sanità accessibile e infrastrutture sostenibili”.

Preoccupazioni sono arrivate anche dal territorio direttamente interessato. Il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, ha espresso forte contrarietà al progetto, temendo per “la sopravvivenza della città” a causa di un cantiere che “impatterà l’intero territorio comunale dividendolo in due parti”.

Le promesse mancate sui tempi

Il progetto ha subito numerosi rinvii rispetto alle promesse iniziali. Salvini aveva inizialmente annunciato che i cantieri sarebbero dovuti aprire nell’estate del 2024, poi nella primavera del 2025. La società Stretto di Messina ha confermato che non prima della fine di quest’anno potranno effettivamente partire i lavori, rendendo quasi impossibile rispettare la tabella di marcia che prevede il completamento entro il 2032-2033.

Le critiche si concentrano anche sui costi, triplicati rispetto alle stime iniziali, e sul fatto che il progetto sia basato su uno studio del 2011 che – secondo gli oppositori – è stato “sistemato e arraffazzonato qua e là”. Inoltre, viene contestata l’assenza di una gara internazionale per l’assegnazione dell’appalto, con l’accusa di aver favorito attraverso normative ad hoc determinati soggetti.

L’approvazione del progetto definitivo rappresenta, nelle parole di Salvini, “un punto di partenza” dopo “due anni e mezzo di lavoro costante” e “qualche centinaio di riunioni a tutti i livelli”. Il ministro ha ringraziato anche i predecessori che hanno creduto nel collegamento, citando in particolare Pietro Lunardi.

L’opera si inserisce in una strategia più ampia di sviluppo del Mezzogiorno, che secondo Salvini sarà completata con la realizzazione dell’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, attualmente ancora in fase di progettazione.

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