Verso il Conclave: 133 cardinali elettori, mai così tanti nella storia. I nomi in lizza

Il 7 maggio i porporati entreranno nella Cappella Sistina per decidere il successore di Papa Francesco: il giuramento prima dell’“extra omnes”.

Roma – Il Conclave per eleggere il nuovo Pontefice inizierà il prossimo 7 maggio ed eleggerà il successore di Papa Francesco. Da più parti, secondo le indiscrezioni trapelate tra i cardinali, 133 i partecipanti, dicono che “sarà breve, due o tre giorni”. A dare un possibile timing, il cardinale di Baghdad Louis Raphael Sako. “Non credo che sarà un Conclave lungo”, ha ribadito in un’intervista a La Repubblica il cardinale francese Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri. Gli elettori che entreranno nella Cappella Sistina saranno 133 e non 135, dopo il forfait di due porporati per motivi di salute. Il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni ha comunicato che due elettori non verranno al Conclave. Non ha fatto nomi, ma uno è il cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera, mentre non c’è certezza per il secondo visto che il cardinale Vinko Puljic, in un primo momento dato come assente, ha poi avuto il via libera dei medici.

Il giuramento degli officiali e addetti al Conclave sarà domani 5 maggio alle 17.30 nella Cappella Paolina. Poi, mercoledì 7 maggio alle 10 nella Basilica di San Pietro, ci sarà la messa “Pro eligendo Pontifice”, presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Nel pomeriggio del 7 maggio, alle 16.30, l’ingresso degli elettori in Conclave e il giuramento per l’elezione del Papa, prima dell’“extra omnes” dalla Sistina e della prima votazione. Se servirà, le votazioni continueranno nei giorni successivi al ritmo di quattro al giorno (due la mattina e due il pomeriggio), sempre con la maggioranza dei due terzi perché sia valida l’elezione. Il quorum per l’elezione del nuovo Papa scende quindi dai 90 voti previsti a 89, cioè almeno la maggioranza dei due terzi.

I cardinali vestiti con i paramenti rossi, in piedi davanti l’altare principale della Basilica di San Pietro per partecipare alla messa solenne ”pro eligendo pontifice”, che apre i riti del conclave per l’elezione del successore di Giovanni Paolo II il 18 aprile 2005. ANSA

Non ci sarà neppure il cardinale Angelo Becciu, dopo il caso durato per giorni sul suo diritto di voto. Il porporato sardo ha tentato fino all’ultimo di difendere le sue ragioni sostenendo di poter accedere alla Cappella Sistina. Poi, come ha raccontato il quotidiano Domani, il cardinale Pietro Parolin – già segretario di Stato – gli avrebbe mostrato due lettere dattiloscritte e siglate dal Pontefice con la F che lo escludevano dall’ingresso in Sistina: una del 2023 e l’altra dello scorso mese di marzo, quando Francesco affrontava l’ultima, gravissima malattia. Così Becciu ha rinunciato facendo un passo indietro. Di particolare rilievo è il fatto che circa l’80% dei cardinali del Conclave sia stato nominato proprio da Papa Francesco, dettaglio che potrebbe influenzare fortemente l’orientamento del prossimo pontificato.

Già dalle prime ore dopo la morte del Santo Padre, era iniziato il toto nomi di chi prenderà il posto di Papa Francesco. Ma chi sono i ‘papabili’? Tra i primi nomi che circolano con maggiore insistenza ci sono il Cardinale Pietro Parolin, 70 anni, italiano. Attuale Segretario di Stato della Santa Sede, Parolin è il volto più istituzionale e “governativo” della Chiesa cattolica. Con una lunga carriera nella diplomazia vaticana, ha servito come nunzio apostolico in Venezuela e ha gestito con equilibrio alcune delle crisi internazionali più delicate degli ultimi anni. Raffinato conoscitore del diritto canonico, Parolin unisce una solida preparazione teologica a uno stile prudente e moderato. È considerato un uomo di continuità, capace di dialogare sia con le ali più progressiste sia con quelle più tradizionaliste della Curia romana. Il suo profilo lo rende un candidato forte per un pontificato che punti alla stabilità e alla mediazione globale. 

Il Conclave nella Cappella Sistina

Il secondo nome nella rosa dei papabili il Cardinale Matteo Zuppi, 69 anni, è arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Zuppi è uno dei nomi più amati e rispettati nel panorama ecclesiastico europeo. Ex membro della Comunità di Sant’Egidio, è noto per il suo impegno nelle missioni di pace (in particolare nei Balcani e in Africa) e per una sensibilità profonda verso le marginalità sociali. Ha fatto della lotta alla povertà, al razzismo e all’esclusione sociale i pilastri del suo ministero pastorale. Il suo stile diretto, empatico e il linguaggio accessibile lo rendono vicino alla “Chiesa in uscita” voluta da Francesco. Zuppi potrebbe rappresentare una prosecuzione fedele del pontificato di Bergoglio, ma con una forte impronta italiana.

Poi il nome del Cardinale Luis Antonio Tagle, 67 anni, di origini filippine. Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Tagle è una figura di spicco del cattolicesimo asiatico. Carismatico, comunicativo e profondamente spirituale, è noto per i suoi interventi toccanti e la sua attenzione agli ultimi. Ex arcivescovo di Manila, ha lavorato intensamente nel campo della pastorale giovanile e della catechesi, incarnando un modello di Chiesa vicina alla gente. Molti lo considerano il “figlio spirituale” di Papa Francesco per la comunanza di visione e approccio. La sua elezione segnerebbe una svolta storica: il primo Papa filippino, simbolo di una Chiesa globale che guarda sempre più all’Oriente e al Sud del mondo.

Nella ‘rosa’ anche Peter Turkson, 76 anni, del Ghana. Uno dei primi cardinali africani ad assumere ruoli di vertice nella Curia romana, Turkson ha guidato il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, occupandosi di temi cruciali come migrazioni, ambiente, diritti umani e giustizia economica. È un pensatore lucido, con solide radici nella dottrina sociale della Chiesa e una visione fortemente orientata alla solidarietà globale. Turkson è anche uno dei principali sostenitori dell’enciclica Laudato si’ e ha rappresentato la Santa Sede in molti forum internazionali. Un suo pontificato rappresenterebbe non solo una “prima volta” per l’Africa moderna, ma anche una spinta verso un’agenda ecumenica e sociale ancora più marcata.

E ancora, c’è il nome del Cardinale Wilton Gregory, 77 anni, originario degli Stati Uniti. Arcivescovo di Washington e primo cardinale afroamericano nella storia della Chiesa, Gregory è una figura simbolica e pastorale di grande rilievo negli Stati Uniti. Da sempre impegnato nel dialogo interrazziale e nella lotta per i diritti civili, è stato un punto di riferimento durante momenti socialmente complessi, come le proteste per l’equità razziale negli USA. Il suo stile è sobrio ma deciso, con una profonda attenzione ai giovani, alle comunità emarginate e alla trasparenza nelle istituzioni ecclesiali. La sua elezione rappresenterebbe una forte dichiarazione di attenzione verso il continente americano e verso la Chiesa statunitense, spesso in bilico tra dinamiche conservatrici e tensioni culturali.

Cardinali in Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco

Segue il prefetto del dicastero per la cultura e l’evangelizzazione José Tolentino de Mendoça, il cui pensiero teologico basato sulla libertà ha aperto un dialogo anche con i mondi cristiani non cattolici e con quelli non cristiani. La aree non progressiste potrebbero, però, orientarsi verso il congolese Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo metropolita di Kinshasa (capitale del Congo), o verso l’arcivescovo di Marsiglia l’algerino Jean-Marc Noël Aveline. Due altri possibili outsider potrebbero essere il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che in Medio Oriente si è distinto per il suo equilibrio, e il lussemburghese Jean-Claude Hollerich per la sua apertura ai temi sociali.

Tra le curiosità da evidenziare, il fatto che mai un Conclave ha avuto un numero così elevato di elettori. Nel 1903, l’elezione di Pio X fu decisa da 62 cardinali, 60 dei quali europei (e 39 italiani). Nel 1914 e nel 1922, per le elezioni di Benedetto XV e di Pio XI, gli elettori furono in numero persino inferiore: rispettivamente, 57 e 53. Per scendere addirittura a 51 nel 1958, quando al soglio di Pietro fu chiamato Angelo Giuseppe Roncalli, il Papa buono. È con la riforma di Paolo VI e la decisione di portare a 120 il numero di elettori che il conclave inizia ad affollarsi. Così, furono 111 i cardinali che scelsero nel 1978 prima Albino Luciani e, meno di due mesi dopo, Karol Woytila. Salirono, invece, a 115 i porporati che elessero Benedetto XVI nel 2005 e Francesco nel 2013.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa