Chiunque rafforzi il concetto europeista è il benvenuto, con gli altri non si fanno prigionieri
Dopo quattro summit e numerose ore di negoziati, il Consiglio europeo ha finalmente designato, il 2 luglio, alla carica di Presidente della Commissione, Ursula Gertrud Albrecht, meglio conosciuta come Ursula von der Leyen.
Il Parlamento europeo ha dato seguito a tale scelta il 16 luglio, eleggendo la politica tedesca con 383 voti favorevoli, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla. Ma chi è la nuova signora di Palazzo Berlaymont?
Nata l’8 ottobre del 1958 a Ixelles, Belgio, è figlia di Ernst Albrecht, politico tedesco della Cdu, ex ministro della Bassa Sassonia ed ex funzionario europeo di alto rango. Ursula von der Leyen ha trascorso gran parte dell’infanzia in Belgio, iniziando però i suoi studi universitari alla facoltà di Economia di Göttingen e Münster. Ha passato poi un semestre alla London School of Economy, in cui ha utilizzato lo pseudonimo di Rose Ladson, timorosa di divenire bersaglio del terrorismo comunista della Germania dell’ovest a causa di suo padre.
In seguito si è trasferita alla facoltà di Medicina dell’università di Hannover, laureandosi nel 1987 e insegnando per diversi anni medicina sociale alla Hannover Medical School. Sposata col professore di medicina Keiko von der Leyen, è mamma di 7 figli.
Dal 1990 risulta iscritta al Cdu (Unione Cristiano Democratica), ma la sua carriera politica iniziò effettivamente nel 2001, quando ottenne un mandato locale nella regione di Hannover; nel 2003 divenne ministro degli Affari sociali delle donne, della famiglia e della salute della Bassa Sassonia. Nel 2005 Angela Merkel la scelse come ministro della famiglia e il suo mandato si caratterizzò per una politica familiare basata sullo sviluppo degli asili nido (che permettesse alle donne tedesche di conciliare meglio la famiglia con il lavoro) e sugli incentivi ai congedi di paternità.
Nel 2009 fu ministro della famiglia, poi, a seguito delle dimissioni di Franz Joseph Jung, divenne ministro del lavoro e degli affari sociali; nel 2013 è stata nominata ministro della difesa della Germania (la prima donna a ricoprire questo incarico), con la missione di modernizzare la Bundeswehr, ovverosia le forze armate tedesche, dopo 25 anni di tagli continui al bilancio.
“Per me solamente una cosa è importante: l’Europa va rafforzata e chi la vuol fare fiorire mi avrà dalla sua parte; ma chi vuole indebolirla troverà in me una dura nemica”.
Queste le parole della neo presidente, che denotano un chiaro orientamento europeista.Prioritarie per von der Leyen sono le questioni ambientali, in particolare la proposta di un european green deal, un accordo che vorrebbe l’Europa come continente neutrale da un punto di vista climatico entro il 2050; o la riduzione delle emissioni di Co2 del 50% entro il 2030. Altri temi cari alla presidente incaricata sono quelli della Circular Economy, un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, basata su una maggiore efficienza dei processi ed una più prolungata durata dei prodotti, in particolare nei settori ad alto impatto, come il tessile e l’edilizia.
Contesto fiscale più favorevole alla crescita, piena attuazione dei diritti sociali, reddito minimo, garanzia europea per i bambini e per i giovani, strategie per l’uguaglianza di genere, stato di diritto e nuovo patto sulla migrazione e asilo, sostegno dei paesi che subiscono “più pressioni”, alleanza strategica con il Regno Unito dopo la Brexit: sono queste le altre parole chiave del programma politico dell’ex ministra della Difesa tedesco.
Frutto di un compromesso tra forze eterogenee, la Commissione di Ursula von der Leyen appare tuttavia molto fragile: sarà in grado di portare avanti i progetti ambiziosi proclamati dalla sua presidente (primo tra tutti gli” Stati Uniti d’Europa“)? Nel frattempo, in attesa dell’insediamento formale della nuova Commissione, sarà ancora quella uscente, guidata da Jean-Claude Juncker, a rimanere operativa e ad affrontare anche questioni che ci riguardano da vicino: come l’approvazione della manovra finanziaria del governo M5s-Pd.