Unione Europea e Tunisia: firmato Memorandum d’intesa

A siglarlo un tridente composto dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni, il primo ministro Mark Rutte e il presidente tunisino Kais Saied. Nell’accordo un pacchetto da 255 milioni di euro per il bilancio dello Stato nordafricano e per la gestione dei flussi migratori. Cinque i pilastri su cui si fonde il Memorandum.

Roma- L’intesa con Tunisi è stata raggiunta, così il Memorandum d’intesa con l’Ue è realtà. Si tratta di una svolta alle politiche della migrazione che fa da apripista ad altri possibili accordi. Un passo importante verso la creazione di un partenariato. L’intesa si svilupperà per un pacchetto di aiuti per oltre mezzo miliardo di euro per la gestione dei flussi ma anche per sviluppare commerci ed energie pulite.

In ogni caso domenica 23 luglio a Roma si svolgerà la Conferenza internazionale sulla Migrazione, a ulteriore suggello dell’impresa, alla presenza di diversi capi di Stato e di governo mediterranei. Sembrava un sogno e per certi versi un incubo viste le difficoltà riscontrate in precedenza. Tant’è vero che la firma attesa entro la fine di giugno non è arrivata. È stata necessaria una nuova missione del Team Europe, composto da von der Leyen, Meloni e Rutte, per convincere Saied. Come un tempo aveva tentato di fare Luciana Lamorgese.

Il presidente tunisino Saied

Così nel palazzo presidenziale di Cartagine, a Tunisi, in un pomeriggio da 40 gradi all’ombra, i tre leader europei si sono limitati a delle dichiarazioni congiunte, alla presenza dello stesso Saied. Insomma, un fatto importante e per certi versi storico, comunque, da verificare ed approfondire. Il Memorandum, siglato fra le quattro personalità, così come viene definito l’accordo “è un modello di partenariato” con i Paesi del Nord Africa. Lo schema segue quello della dichiarazione congiunta siglata lo scorso 11 giugno a cui non è seguita la firma che, adesso, finalmente è stata apposta.

I cinque pilastri del Memorandum sono: assistenza macro-finanziaria, relazioni economiche, cooperazione energetica, migrazione, contatti tra le persone che ricalcano la strategia della Commissione europea. Vale a dire quella di accordi a tutto tondo, che accompagnino alla cooperazione sul contrasto ai trafficanti con una forte accelerazione nei rapporti economici e nelle politiche di approvvigionamento di energia sostenibile. L’accordo “è un investimento nella nostra prosperità condivisa, nella stabilità e nelle generazioni future”, è stato il commento della presidente della Commissione.

La Turchia è un punto strategico dei flussi migratori

Certo, Bruxelles ha ribadito che, oltre ai 150 milioni di euro di fondi per sostenere il disastrato bilancio tunisino, per ora non arriveranno altri fondi. I restanti 900 milioni, concordati, verranno erogati “quando ci saranno le condizioni, ha spiegato von der Leyen ribadendo, allo stesso tempo, l’urgenza, oggi più che mai, di un’efficace cooperazione sulla migrazione”. Arrivata direttamente da Pompei, invece, Meloni ha sottolineato “il ruolo dell’Italia nel raggiungere un obiettivo molto importante, frutto di un grande lavoro diplomatico, che permette di affrontare in maniera integrata il dossier migranti”.

Con una priorità, cara alla premier e, cioè, quella di impedire le partenze prima ancora di ottenere una re-distribuzione obbligatoria di chi sbarca. Il presidente tunisino, in conferenza stampa, ha sottolineato come “questo memorandum d’intesa che abbiamo firmato vada attuato il prima possibile. Ricordando, peraltro, come il Paese africano non abbia missili intercontinentali e non li voglia avere, ma abbiamo una sovranità intercontinentale. Vogliamo rapporti alla pari – ha concluso Saied – il quale ha ringraziato tutti e in particolare la premier Meloni per aver risposto immediatamente per l’iniziativa tunisina di organizzare un vertice di tutti i Paesi interessati.

Con la firma, Saied ha, in ogni caso, incassato la fiducia dell’Ue nonostante il rebus del rispetto dei diritti dei migranti. Von der Leyen ne ha ribadito la necessità. Ma il presidente tunisino, non sappiamo con quanta buona fede, ha replicato con la propria versione dei fatti: “Dalle Ong arrivano fake news con l’obiettivo di danneggiare la Tunisia e il suo popolo”, ha ribadito. Ora, ad essere convinti, dovranno essere i 27 Paesi chiamati a dare via libera all’intesa.

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