Saranno gli accertamenti tecnici a stabilire se quel dosso sull’asfalto sia stato o meno la causa dell’incidente che ha provocato la morte del giovane studente universitario. Sono stati ascoltati sei testimoni oculari che pare abbiamo riferito la medesima versione dei fatti: quella sorta di cunetta avrebbe fatto da trampolino alla moto condotta da Leonardo Lamma facendo sbalzare dalla sella il povero centauro.
Roma – Il Comune capitolino avrebbe messo una toppa sul dosso di corso Francia che potrebbe aver causato la morte di Leonardo Lamma, 19 anni, deceduto dopo un volo sull’asfalto mentre guidava la sua Ktm Duke intorno alle ore 17 circa del 7 aprile scorso.
La Procura di Roma, infatti, ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio stradale sui lavori svolti da Acea Spa in Corso Francia subito dopo l’incidente in cui ha trovato la morte il diciannovenne e dove avevano perduto la vita Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, amiche del giovane centauro. Il pubblico ministero Attilio Pisani intende verificare il corretto svolgimento dei lavori stradali. Ovvero se Acea, società di multiservizi, sia intervenuta appositamente per coprire il dosso che potrebbe aver fatto perdere al giovane il controllo della sua moto e per esaminare se sia stata effettuata a regola d’arte o meno la copertura della voragine che si sarebbe aperta, addirittura, a fine marzo scorso.
A segnalare la presunta anomala riparazione sono stati i legali della famiglia Lamma, avvocati Antonio De Fazi e Massimiliano Capuzzi:
“…Stiamo svolgendo una controindagine: ci risulta che il problema c’era da diversi giorni e non era stato risolto – dicono i due professionisti – ma soltanto rattoppato, tant’è che il ragazzo è stato scaraventato letteralmente dalla moto… L’intervento di spianamento viene fatto, guarda caso, proprio dopo l’incidente. Un intervento che comunque si doveva fare, sia chiaro, per evitare altre vittime… Il dissesto è stato immediatamente ripristinato e dobbiamo chiederci perché tutto ciò è avvenuto solo dopo l’incidente mortale, quando invece il pericolo era lì da giorni…”.
Su Roma il problema delle buche sembra diventato ingestibile e i pericoli alla circolazione permangono gravi sia dentro che fuori le Mura ma anche nell’immediata periferia capitolina. Gli avvocati, dopo l’incidente, sono tornati sul luogo della tragedia con i consulenti tecnici nominati dalla famiglia della vittima. L’asfalto sconnesso e la velocità della moto sono elementi chiave su cui il Pm Attilio Pisani sta indagando per ricostruire la causa dell’incidente costata la vita allo studente universitario. Altre risposte potrebbero arrivare dalle analisi dei video delle telecamere stradali installate su due semafori di corso Francia.
Nel frattempo si attendono anche i risultati dell’autopsia eseguita sulla salma del povero ragazzo che chiariranno le cause del decesso. I genitori di Leonardo Lamma, papà Stefano e mamma Paola Scaglioni, hanno sporto denuncia. Entrambi sono convinti che il giovane sia morto proprio per il dosso che gli avrebbe fatto perdere l’equilibrio prima di essere sbalzato dalla sella per poi cadere rovinosamente sull’asfalto. E ci sarebbe anche un testimone che avrebbe visto le varie fasi dell’incidente con il dosso, non correttamente spianato, che avrebbe fatto da trampolino alla moto condotta dalla vittima.
Il giovane, in sella alla sua Ktm Duke, stava percorrendo corso Francia, pare a velocità moderata, per raggiungere alcuni amici a Ponte Milvio. Ad un certo punto del tragitto Leonardo, per altro sempre attento alla guida e assai scrupoloso, perdeva il controllo del mezzo finendo per terra dove spirava poco dopo. I soccorsi del 118 tentavano tutte le manovre di rianimazione per strappare alla morte lo studente ormai in collasso cardiocircolatorio irreversibile. I genitori del ragazzo, ancora sotto shock, non sanno darsi pace:
”…Non può essere solo colpa di Leonardo – commenta la madre Paola Scaglioni – qualcosa è successo: c’era un avvallamento, una specie di buca e rialzo sul manto stradale, qualcuno forse l’ha stretto, ha fatto una manovra azzardata. Leo era un guidatore preciso, prudente, giudizioso. Qualcosa l’ha messo in crisi…Quando sono tornata sul luogo dell’incidente ho trovato degli operai che avevano già raschiato e rifatto l’asfalto. Nel punto esatto dove era avvenuto l’incidente mortale di Leonardo…”.
Ironia della sorte, la tragedia segue un’altra tragedia: ”…Leonardo e Gaia avevano frequentato assieme le medie – racconta Gabriella Saracino, mamma di Gaia – poi le loro vite si erano divise: scuole differenti. Infine si erano ritrovati per via di una gita. Erano assieme l’ultima notte di mia figlia…”.
Le esequie si sono svolte il 13 aprile scorso presso la chiesa di Gran Madre di Dio a Ponte Milvio e hanno visto la partecipazione di centinaia di persone. La folla e gli amici della giovane vittima hanno cosi inteso stringersi intorno ai genitori del ragazzo e alla nonna Franca.