Navigando tra mediazioni e coabitazioni: promesse reciproche nel Terzo Polo. Italia Viva e Azione si impegnano a soffocare le tensioni e ad adottare un “bon ton” politico.
Roma – Il Terzo Polo, dopo un tentativo di mediazione e confronto, è riuscito a soffocare impulsi, rabbia e prepotenze. Queste non possono, però, essere derubricate in semplici ripicche e scaramucce reciproche. Così dal confronto tra Italia Viva e Azione è sorta l’idea di continuare il percorso da separati in casa, entrambi sotto lo stesso tetto, almeno fino alle elezioni Europee. Pertanto, come si fa tra persone civili, entrambi i partiti hanno avvertito la necessità di concordare, almeno, un maggiore “bon ton”: meno insulti pubblici, meno critiche e sofferenze manifestate attraverso i social.
In pratica, si è deciso di andare avanti, a ogni costo, di rispettarsi e coabitare per almeno un anno con regole di sopravvivenza concordate e sottoscritte. Sarà una vita sicuramente penosa e con molta probabilità dal fiato corto, che salva, forse, l’immagine rilanciandola, oppure ne soffoca ogni vitalità e spirito critico. Tutto bene, dunque, fino al prossimo post estemporaneo. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, parlando dello spazio politico al centro, è tornato a discutere del rapporto con Carlo Calenda:
“Io avrei fatto anche il partito unico. Il problema non è che nasceva il partito unico e Calenda faceva automaticamente il leader. Il fatto è che il partito unico comporta un congresso e nel congresso può vincere Calenda o può vincere un altro. È stato quello il problema”.
In altri termini, dopo l’intesa con Calenda sulla lista unitaria del Terzo Polo per le elezioni Europee del 2024, in riferimento alla spaccatura di ormai un mese fa, pare che la polemica si sia chiusa. Per quanto riguarda le riforme costituzionali, Renzi ha messo in chiaro che se Giorgia Meloni e il Governo andranno avanti con l’elezione diretta del premier, che Italia Viva chiama “il sindaco d’Italia”, il suo partito l’appoggerà. Questa idea riformista, però, non implica che il leader di Italia Viva intenda passare, con armi e bagagli, nel centrodestra a trazione conservatrice con FdI e Lega. Almeno per ora, nonostante Berlusconi gli faccia la corte da tempo. Certamente cambierà tutto in base all’evolversi delle situazioni e realizzando, fin da adesso, un centro di ideali e valori liberaldemocratici e riformisti, che irrobustito (se lo sarà) dalle elezioni europee, si aprirà forse un’altra partita.
A breve il giudizio e i commenti. In ogni caso Renzi si è dichiarato lontano dal Pd di Schlein e dal M5S di Conte. Il piatto, dunque, è servito. I commensali a breve si arricchiranno di speranze e prospettive politiche. Si chiude un ciclo e se ne riaprirà un altro, più caotico e con molta probabilità ricco di entusiasmo. Per adesso gli accordi, il Terzo Polo, li farà nelle varie amministrazioni basandosi esclusivamente sulla personalità e competenza del candidato sindaco del Comune o presidente di Regione ove si voterà. Ora al netto di tutti i commenti che ne possono scaturire, ciò che è certa è la strategia centrista del Terzo Polo, poiché il 9 giugno del 2024 è in gioco il futuro dell’Europa.
Questo vuol dire, secondo Renzi, che l’unico modo per bloccare il progetto di Meloni, di mettere insieme i conservatori estremisti e i popolari per costruire una maggioranza autosufficiente a destra, è, secondo il leader, dare forza a Renew Europe, lo schieramento riformista che si riconosce innanzitutto nella leadership di Emmanuel Macron. Schieramento europeo che, in sostanza, potrebbe arginare, se non addirittura bloccare, il disegno della destra estrema e ad affermare l’ideale europeista più autentico. Chissà.