Il presunto ritardo dell’amico d’infanzia avrebbe provocato un forte nervosismo al presunto assassino che subito dopo avrebbe accoltellato il giovane artigiano. Ma il movente sembra assai traballante. Michael Alessandrini arriverà in Italia a breve. Il difensore pronto a richiedere la perizia psichiatrica. I familiari della vittima: “non è pazzo”.
PESARO (Pesaro-Urbino) – Lo ha ammazzato con 13 coltellate oltre ad un fendente mortale alla gola perché era tornato a casa tardi. Il presunto assassino è stato catturato in Romania e presto verrà consegnato alle autorità italiane. La vittima, Pierpaolo Panzieri, artigiano di 27 anni, è stata ritrovata cadavere dal fratello nella propria abitazione di via Gavelli 19, nel centro storico di Pesaro.
Il giovane, immerso in un lago di sangue, sarebbe stato raggiunto da tredici colpi di coltello che lo avrebbero ferito a morte sulla schiena, al fianco e sul collo mentre tentava di difendersi dalla furia omicida dell’assassino che lo avrebbe inseguito fino al bagno, dove il giovane avrebbe tentato inutilmente di rifugiarsi. L’assassino, subito dopo l’eccidio, sarebbe fuggito a bordo di un’auto.
Vittima e carnefice avrebbero passato insieme la serata del 19 febbraio, cenando con pasta e birra, ma poi qualcosa sarebbe andata storta tanto da scatenare la rabbia del presunto assassino che avrebbe impugnato un acuminato coltello con cui colpire a morte Panzieri. L’indomani mattina, 20 febbraio, il fratello ed il padre dell’artigiano, non vedendolo arrivare al lavoro puntuale come sempre, si preoccupavano non poco e decidevano di fare un salto in casa del giovane dove abitava da qualche settimana.
Una volta aperta la porta il fratello della vittima faceva la macabra scoperta: il corpo del germano era disteso sul pavimento del bagno in un lago di sangue. Sul posto giungevano gli inutili soccorsi del 118 e gli agenti della Squadra Mobile, diretti dal dirigente Paolo Badioli, che avviavano subito le indagini coordinate dalla Pm Silvia Cecchi. In meno di 30 ore si giungeva all’arresto del primo e unico sospettato, Michael Alessandrini di 30 anni, amico d’infanzia della vittima, fermato dalla polizia rumena intorno alle 13 del 22 febbraio scorso durante la sua fuga in treno verso Brazov, in Transilvania.
Il presunto assassino, che lavora con il padre presso l’hotel San Marco dove ha anche un alloggio, sarebbe poi fuggito a bordo dell’auto del genitore gettando chissà dove l’arma del delitto, non ancora ritrovata:
”Michael Alessandrini ha confessato – ha riferito il legale di fiducia del giovane, l’avvocato Salvatore Asole – ha detto al giudice della Corte d’Appello di Timisoara di aver ucciso Pierpaolo Panzieri, senza spiegare tuttavia le motivazioni del gesto”.
Il penalista ha anche avanzato la richiesta di una perizia psichiatrica in loco ma pare che i tempi di estradizione di Alessandrini saranno molto brevi:
”Ho deciso di non partire per la Romania – ha detto il difensore – come avevo ipotizzato qualche giorno fa poiché dalla Procura sono stato informato dell’imminente ritorno in Italia del mio assistito. Credo anche che la Procura di Pesaro potrebbe accogliere la richiesta di perizia psichiatrica”.
Il motivo per cui il legale di Michael Alessandrini ha chiesto la perizia sarebbe legato a supposti disturbi psichici di cui soffrirebbe l’indagato riferiti dai familiari, ma non confermati dalle indagini della polizia. Il trentenne però non era seguito dai servizi sanitari, né risulta che abbia intrapreso percorsi terapeutici per la cura di eventuali patologie di mente. Sul movente intanto non sono emersi indizi utili a ricostruire, con precisione, che cosa sia accaduto nel bilocale dove Pierpaolo Panzieri viveva dall’inizio di febbraio. Forse Michael si sarebbe fortemente innervosito per un ritardo del suo amico, poi sarebbe andato su tutte le furie compiendo l’attroce delitto:
”Era l’unico amico che aveva – racconta Silvia Di Lena, madre dell’indagato – magari Pierpaolo gli ha fatto una battuta e purtroppo a lui gli è partito l’embolo. A mio parere un raptus. Ho la certezza che non sia andato lì per rubare, se aveva bisogno di soldi ce li chiedeva. Volevamo trovasse pace, non è una brutta persona. E’ un ragazzo di buoni sentimenti, che purtroppo ha questi problemi e fin da bambino li aveva quando gli fu diagnosticato un deficit psicologico”.
Pare che Alessandrini si fosse fatto dare dalla nonna 500 euro prima del delitto. Gli sarebbero serviti per la fuga che probabilmente avrebbe pianificato o per rimanere a Milano dove un’azienda di pompe funebri stava per assumerlo come becchino? La vittima amava la musica e suonava diversi strumenti, il suo supposto aguzzino ama i cani ma dà spesso in escandescenze, diventa violento ed è meglio lasciarlo stare, riferiscono alcuni suoi conoscenti.