Ucciso per una scarpa sporcata: 18 anni al killer di Santo. La madre: “Non è giustizia”

Santo Romano, 19 anni, ammazzato in piazza a San Sebastiano al Vesuvio mentre tentava di mettere pace. L’omicida, 17enne, giudicato con rito abbreviato.

Napoli – Il Tribunale per i Minorenni di Napoli ha condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione il 17enne L.M.D., accusato dell’omicidio di Santo Romano, 19enne ucciso il 2 novembre 2024 a San Sebastiano al Vesuvio per una lite scaturita da un paio di scarpe Gucci sporcate. La sentenza, emessa con rito abbreviato dopo la richiesta di 17 anni del pm Ettore La Ragione, ha scatenato l’ira di familiari e amici riuniti fuori dal tribunale, che hanno definito la pena “insufficiente”. Filomena Di Mare, madre di Santo, ha dichiarato: “La giustizia ha fallito di nuovo”, denunciando il sistema penale minorile.

La sentenza ha riconosciuto la piena capacità di intendere e volere del minore, respingendo la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Luca Raviele, di una perizia psichiatrica per incapacità parziale basata su una diagnosi del 2022. Il gip Anita Polito aveva già definito il 17enne “lucido e scaltro” nella gestione del delitto, evidenziando la sua vicinanza ad ambienti criminali.

La condanna ha suscitato una protesta immediata fuori dal tribunale in viale Colli Aminei, dove centinaia di parenti, amici e sostenitori di Santo, riuniti sotto il simbolo de “L’Esercito di Santo” (pagina TikTok in sua memoria), hanno contestato la sentenza con striscioni, foto e magliette con il volto del 19enne. La folla, arrivata con due bus da Volla e Casoria, ha gridato slogan come “Vergogna!” e “Non è giustizia!”, ritenendo la pena troppo lieve per la gravità del crimine.
Filomena Di Mare, madre di Santo, ha rilasciato dichiarazioni durissime: “La giustizia ha fallito di nuovo, è uno schifo, per questo i minorenni continuano ad ammazzare. Hanno ucciso mio figlio per una scarpa e gli danno solo 18 anni?”. La fidanzata Simona, stringendo una scarpa da calcio di Santo, ha aggiunto: “Non è giustizia per un ragazzo che voleva solo calmare gli animi”.


Secondo l’inchiesta, l’omicidio è avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2024, quando una discussione per un paio di scarpe Gucci sporcate accidentalmente da un amico di Santo è degenerata in violenza. Le telecamere di sorveglianza di piazza Capasso hanno ripreso il 17enne estrarre una pistola, acquistata in un campo rom, e sparare almeno due colpi dopo che Santo, tentando di mediare, si era avvicinato alla sua Smart con targa polacca. Un proiettile ha colpito Santo al petto, uccidendolo, mentre un altro ha ferito al gomito un amico, Salvatore, sopravvissuto dopo cure all’Ospedale del Mare.

Il 17enne, fermato il 2 novembre 2024 dai carabinieri di Torre del Greco, ha confessato: “Sono stato io,” ma ha negato l’intenzione di uccidere, parlando di un gesto impulsivo. Le prove, tra cui video e testimonianze, hanno smentito la tesi dell’eccesso di legittima difesa, avanzata dalla difesa, che il gip Polito ha definito “incongruente”.

Santo Romano, portiere dell’ASD Micri di Pomigliano d’Arco, era un giovane amato, descritto come “una promessa del calcio” e un ragazzo che “non cercava guai”. La sua morte per un movente futile ha riacceso il dibattito sulla violenza giovanile e sull’accesso alle armi tra i minori, un problema crescente nell’area vesuviana. La pagina TikTok “L’Esercito di Santo”, con migliaia di follower, è diventata un simbolo di lotta contro la criminalità, promuovendo messaggi contro la violenza. La condanna a 18 anni e 8 mesi, pur severa per un minore (il massimo previsto è 20 anni per omicidio volontario), è stata ritenuta insufficiente da familiari e sostenitori. La protesta fuori dal tribunale riflette una sfiducia diffusa nel sistema giudiziario minorile, percepito come troppo garantista.

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